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Napoli, a Scotti lo status di pentito. Protezione per l’ex killer di Cutolo

Il Mattino, Venerdì 9 Dicembre 2016

Napoli, a Scotti lo status di pentito. Protezione per l’ex killer di Cutolo

di Leandro Del Gaudio

Hanno sciolto le riserve in questi giorni e hanno le idee chiare sulla strategia da adottare nei prossimi giorni. Verrà spedita a Roma una richiesta finalizzata ad accordare il piano di protezione definitivo dell’ex killer della Nco Pasquale Scotti: Napoli scrive al Ministero e alla Procura nazionale antimafia, nella convinzione che l’ex braccio destro di Cutolo possa apportare elementi di novità nelle indagini che riguardano un intreccio di fatti antichi e recenti.

In sintesi, i pm anticamorra mostrano di credere alla collaborazione con la giustizia di Pasquale Scotti, un pezzo di storia criminale campana, dando il via alla definizione del suo status giudiziario: scaduti i sei mesi che la legge assegna a un pentito per raccontare quanto di interesse investigativo in suo possesso, i pm hanno così deciso di dare il via libera all’ex latitante di lungo corso. Scotti entrerà così a breve nel sistema di protezione definitivo, potrà dirsi collaboratore di giustizia a tutti gli effetti. E sperare in un futuro diverso nei prossimi anni.

Al momento deve scontare una condanna definitiva a trent’anni, mentre potrà affrontare gli altri processi che lo riguardano, puntando sui benefici assicurati dallo Stato ai collaboratori di giustizia. Una svolta che potrebbe incidere su indagini legate alle cosche di Casoria, Casavatore e Afragola – zona d’origine di Scotti – ma anche su fascicoli che appartengono a un passato remoto, che sembrava consegnato agli annali della cronaca giudiziaria. Decisivo il lavoro condotto in questi mesi sotto traccia dal pool anticamorra di Napoli, coordinato dai procuratori aggiunti Filippo Beatrice e Giuseppe Borrelli, e del pm Ida Teresi. Decine di interrogatori, centinaia di pagine di verbali, registrazioni. E verifiche.

Un lavoro che negli ultimi mesi ha avuto un obiettivo chiaro: la caccia a una serie di riscontri concreti in grado di attestare l’attendibilità di Scotti, a distanza di decine di anni dai fatti che sono stati raccontati. Fatto un primo screening, sembra chiaro che la posizione del pentito abbia assunto una certa consistenza. Scotti è apparso credibile in alcuni punti di alcuni filoni investigativi, vicende su cui la Procura di Napoli prova a riannodare le fila in un romanzo criminale che abbraccia quasi tre decenni. È in quest’ottica che la Procura del Centro direzionale ha deciso di incontrare, alcuni mesi fa, anche Raffaele Cutolo, il capo della Nuova camorra organizzata in cella ininterrottamente da oltre quarant’anni. Una visita finalizzata a verificare la credibilità di Scotti.

E non è stata questa l’unica attività di riscontro condotta dai pm partenopei. Non sono mancati problemi logistici, specie in relazione all’esigenza di recuperare alcuni fascicoli di processi che da tempo sono «sepolti» negli archivi giudiziari del distretto di Corte di appello di Napoli. Materiale che sembrava completamente ininfluente, che oggi invece rischia di tornare di attualità alla luce del racconto offerto in questi mesi dall’ex killer della Nuova camorra organizzata. Non solo passato, non solo ricostruzione di fatti da antologia criminale, secondo quanto sembra di capire a ripercorrere dalle mosse degli inquirenti.

Massimo riserbo sulle dichiarazioni rese finora da Scotti, ma si comprende comunque che c’è un’attenzione crescente da parte della Dda napoletana. E non è un caso che su Scotti potrebbe essere ampliato il gruppo di lavoro, fino a formare una sorta di squadra che potrebbe comprendere anche i pm Di Mauro, Rossi e Scarfò. Un pool destinato a realizzare verifiche, a incrociare dati, a ricostruire una trama di sangue e malaffare che ha attraversato la cronaca cittadina e vesuviana dalla fine degli anni Settanta ai giorni nostri. Già perché l’attenzione sollevata dalle dichiarazioni di Pasquale Scotti non riguarda solo le memorie della Nco, vista la condizione di latitante di lungo corso del killer, che ha vissuto fino a poco tempo fa una sorta di second life in Brasile, dove è stato catturato un paio di anni fa.