Cerca

Mose, Piergiorgio Baita: “L’ingordigia del sistema è asfissiante. La mazzetta è solo quello che si vede, noi siamo diffusori di spese”. Un sistema in Italia marcio dalle fondamenta.

“Il Mose in questo momento vale zero. Finisci il lavoro, mi fai vedere se funziona e se è in grado di svolgere le funzioni che ti ho chiesto e poi ti pago. Così ritorni a fare anche l’imprenditore, perché un imprenditore che non rischia in proprio non è un imprenditore”, “chi lavora per lo Stato sa che se vien giù la grandinata paga lo Stato. Non può andare avanti così. Cosa siamo stati, tutti noi, in questi anni? Dei diffusori di spese. Che non dovevano rendere conto a nessuno, praticamente, sui risultati”. È quanto afferma al Corriere della Sera, Piergiorgio Baita, ex presidente della Mantovani, primo socio del Consorzio Venezia nuova che punta il dito contro un sistema di corruzione diffusa di cui “la mazzetta è soltanto l’espressione più visibile”.

“Chi non paga – spiega sulle parole di Squinzi sugli imprenditori, – spesso, fallisce. E tutti a stracciarsi le vesti… Bisogna finirci in mezzo, per capire. C’erano i mutui in banca, i 78 milioni da recuperare, i fornitori da pagare”. Ma, aggiunge, “ho sbagliato. Abbiamo sbagliato. Dovevamo ribellarci. Dire di no. Dicevamo a noi stessi: è per la continuità dei cantieri”.

C’era immoralità, ammette, ma, osserva “perché un imprenditore sia morale occorre rendere conveniente la moralità. La moralità nasce dall’efficienza della spesa”. Baita descrive quindi un sistema caratterizzato dall’ “ingordigia”, “avvolgente. Dove la politica, al di là delle bustarelle, interviene in modo asfissiante. Imponendo i suoi “tecnici di area”, i suoi avvocati, i suoi consulenti, costringendo ad assumere elettori e clienti, agevolando imprese amiche”.

(Tratto da Huffington Post)