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Messina, 14 indagati per l’agguato al presidente del Parco dei Nebrodi

 

Il Fatto Quotidiano, Martedì 16 maggio 2017

Messina, 14 indagati per l’agguato al presidente del Parco dei Nebrodi

La Squadra mobile, su ordine della Dda, ha notificato gli avvisi di garanzia funzionali ad accertamenti tecnici non ripetibili. Probabilmente si dovranno eseguire degli esami per la comparazione delle tracce biologiche lasciate da qualcuno degli attentatori sul luogo dell’agguato dove erano stati ritrovati mozziconi di sigaretta. Antoci: “La mia vita è cambiata ma quando vedo i risultati che stiamo ottenendo nella lotta alla mafia tutto diventa più chiaro”

di F. Q.

Ad un anno dell’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, avvenuto la notte tra il 17 e il 18 maggio nel bosco di Miraglia tra Cesarò e San Fratello quando furono sparati colpi di fucile contro l’auto blindata, la Dda di Messina, secondo quanto riporta la Gazzetta del Sud, ha iscritto 14 persone nel registro degli indagati. La Squadra mobile ha notificato gli avvisi di garanzia funzionali ad accertamenti tecnici non ripetibili. Probabilmente si dovranno eseguire degli esami per la comparazione delletracce biologiche lasciate da qualcuno degli attentatori sul luogo dell’agguato dove erano stati ritrovati mozziconi di sigaretta.

 

La pista privilegiata dagli investigatori è quella della mafia dei pascoli che si sarebbe ribellata ai controlli messi in atto dallo Stato sul business dei finanziamenti pubblici europei per il settore agricolo grazie al protocollo di legalità voluto da Antoci. Proprio ieri ad Antoci è stata consegnata nel teatro Politeama a Palermo la medaglia d’oro dell’Autonomia “per la sua incessante azione di diffusione del protocollo di legalità che restituisce dignità agli agricoltori e agli allevatori onesti”. Premiati anche i poliziotti che sventarono l’agguato al presidente del parco dei Nebrodi. Il protocollo era stato siglato nel 2015 tra i comuni del parco, la Regione, l’ente di sviluppo agricolo la prefettura messinese. Il protocollo è stato poi esteso a tutta la Sicilia per evitare la mafia dei pascoli e la prevenzione di infiltrazioni criminali nel settore agro-silvo-pastorale.

Ho sempre avuto grande fiducia nei magistrati e nelle forze dell’ordine che indagano con costanza e tenacia e avevo ragione – fa sapere Antoci -. È passato un anno da quella notte tremenda non sarò mai più la stessa persona che ero fino al 17 maggio del 2016, non potrò più esserlo, la mia vita è cambiata come sono cambiate le mie notti, i miei sogni, le mie paure. Ma quando vedo i risultati che stiamo ottenendo nella lotta alla mafia attraverso il protocollo di legalità, quando vedo tanta gente che ci crede, quando vedo tanti giovani che mi dicono: ‘andiamo avanti’, allora, a quel punto, tutto diventa più chiaro e più sereno, come quando nel cielo si diradano le nuvole”.