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MELITO – La droga prima di tutto: il ferimento del baby boss non ferma le piazze di spaccio

IL RETROSCENA
La droga prima di tutto: il ferimento del baby boss non ferma le piazze di spaccio
La vendita di stupefacenti è proseguita anche durante le ore convulse che hanno seguito la mattanza del parco Padre Pio

di Sabrina Della Corte

MELITO. Il mercato della droga, nevralgico per gli Amato Pagano, non può fermarsi, neanche quando il rampollo della famiglia, nipote di due boss del clan operante tra Melito e Mugnano, è in ospedale con un colpo al torace. Lunedì scorso, mentre in via Giulio Cesare si stava scatenando l’inferno, Domenico A, a soli 16 anni, restava ferito dal ‘fuoco amico’ e Mohammed Nouvo e Alessandro Laperuta cadevano sotto i colpi dei killer, le principali aree di spaccio melitese hanno continuato a lavorare. Nel parco Monaco e nei rioni 219 non hanno smesso per un attimo di smerciare cocaina, erba e hashish per rimpinguare le casse del clan.

Pali e spacciatori, insieme a vedette e sentinelle, a bordo di motorini, hanno intensificato, se possibile, il loro lavoro: guadagno e controllo del territorio non conoscono contrattempi e così, a poche ore dai fatti del civico 118, i carabinieri, guidati dal capitano Antonio De Lise, nel corso delle perquisizioni nel parco Monaco, hanno constatato come nulla fosse cambiato. Arrivati nel popoloso complesso abitativo di corso Europa, gli uomini dell’arma hanno smantellato le protezioni passive alzate davanti a un portone adibito a sportello di smercio e, oltrepassato il portoncino, si sono trovati dinanzi al posto di lavoro di uno spacciatore stakanovista: appena dietro l’ingresso, su un tavolino in alluminio, erano ancora presenti i resti del pranzo del pusher. Non ci sono orari e bisogni fisiologici che tengano: gli affari sono affari e devono continuare, nonostante in molti non si sentano più sicuri. Nel corso delle perquisizioni, infatti, gli uomini della compagnia di Giugliano e della tenenza di Melito hanno trovato, in appartamenti attenzionati, valigie pronte per la fuga. Il clima è teso e gli equilibri sono instabili. Basti pensare che la mattanza di via Giulio Cesare sembra essere il frutto della sparizione di una partita di droga, anche se non si esclude l’ipotesi di una faida per l’egemonia sulle piazze di spaccio tra le più proficue, forse solo dopo Afragola e Caivano, in Italia.

23/06/2016

 

fonte:www.internapoli.it