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Maxi truffa in provincia di Frosinone scoperta dai Carabinieri. In galera medici, avvocati ed altri professionist

Operazione Crash Scoperta una vera e propria organizzazione che simulava incidenti stradali Ventitré persone arrestate dai carabinieri. Coinvolti medici, periti e avvocati

Maxi truffa alle assicurazioni. Secondo le stime il gruppo avrebbe incassato ben sei milioni di euro

Avevano messo su un’organizzazione perfetta per agire in danno alle compagnie assicurative. Incidenti mai avvenuti, certificati come veri. Altri avvenuti ma alterati copiosamente nelle dinamiche con tanto di danni fisici alle persone coinvolte. All’alba di ieri i carabinieri del comando provinciale, reparto operativo, in collaborazione con i colleghi della sezione di polizia giudiziaria del Tribunale del capoluogo, hanno fatto scattare l’operazione «Crash» che ha portato in manette ventitré persone. Medici, avvocati, periti assicurativi, carrozzieri e un sub agente: tutti, allo stato degli atti giudiziari, presunti, attori protagonisti della mega truffa alle assicurazioni, falsi incidenti al fine di ottenere grossi compensi dalle compagnie assicurative. Una tecnica assai conosciuta quella delle alterazioni degli incidenti stradali. Il gruppo di persone, però, secondo gli investigatori aveva fatto sistema. Insomma, un «modus operandi» che ha fatto scattare dapprima le indagini e poi gli arresti, ordinanti dal Gip di Frosinone Annalisa Marzano su richiesta del sostituto procuratore Adolfo Coletta. Una tecnica che ha fatto incassare al sodalizio di professionisti e non solo circa sei milioni di euro. Una ragnatela illegale, secondo gli investigatori dell’Arma e gli inquirenti frusinati, molto ricca, dove a ogni falso incidente arrivava un bel gruzzolo di soldi da dividersi. Baricentro dell’attività Monte San Giovanni Campano, dove il sub agente coinvolto aveva la base logistica e operativa. I reati contestati alle persone arrestate sono associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al falso. Ci sono poi reati specifici come la simulazione di incidenti stradali, falsi danni fisici, falsi danni materiali e falsità ideologica in atto pubblico. Ogni componente della presunta associazione truffaldina aveva il proprio ruolo e ineriva una casella ben determinata: dalla falsa attestazione medica, all’altrettanto falsa pratica legale da inviare alle compagnie, fino, naturalmente, all’intervento sui mezzi da parte dei carrozzieri, anch’essi fittizi. Tutte testimonianze e tasselli che permettevano il «bollo» di verità sui sinistri. Oltre alle manette per le ventitré menti del sodalizio sono state notificate ben 172 denunce a piede libero a persone in qualche modo coinvolte

(Tratto da Il Tempo)