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Massima allerta su Formia, Gaeta, Itri, Sperlonga, Fondi ecc

Nomi dei mafiosi, dei loro sodali e dei loro consiglieri, come si sa, non se ne possono fare pubblicamente perché la legislazione del nostro Paese è stata fatta (v. “Toghe rotte”dell’ex Procuratore Aggiunto di Torino Bruno Tinti), specialmente in questo ultimo periodo, in maniera tale che, se non si è in possesso di una sentenza definitiva di condanna della Corte di Cassazione, partono subito richieste risarcitorie milionarie.

Lo sanno bene tantissimi amici giornalisti che vivono sotto la mannaia di tali richieste e sono, quindi, costretti al silenzio.

Oggi in Italia anche chiamare mafioso Totò Riina comporta dei rischi, purtroppo.

Ecco perché quando si parla di mafie, bisogna sempre parlare di POLITICA.

Il discorso mafie è, quindi, sempre un discorso POLITICO.

E’ la politica, certa politica, che sovente fa da sponda alle mafie: mafie militari, mafie economiche, mafie politiche.

Non c’è nel nostro Paese un discrimine, un muro divisorio, una netta divisione fra il mafioso ed i cittadino perbene: il mafioso viene trattato da mafioso ed il cittadino perbene da cittadino perbene.

Può capitare, anzi, che il cittadino perbene venga trattato da mafioso ed il mafioso da cittadino perbene.

Questo, da parte di uno Stato che alcune volte appare patrigno verso la gente perbene e troppo arrendevole, se non connivente, con i mafiosi.

Dipende dalla sensibilità e dall’onestà intellettuale e morale dei suoi rappresentanti sul territorio.

Il quadro esatto della situazione in cui ci troviamo è ben disegnato dai magistrati di Napoli, i quali, nell’ordinanza di custodia cautelare emessa a proposito dell’operazione “Golfo” che ha interessato soprattutto i territori di Gaeta e Formia, hanno scritto testualmente, a proposito dei Casalesi, che esercitano

“… un massiccio controllo del territorio con la sottoposizione ad estorsione di tutte le principali attività economiche, un controllo sistematico del sistema degli appalti pubblici e dei subappalti ed il tentativo, spesso riuscito, di controllare le attività politiche ed istituzionali, infiltrandosi anche nelle forze dell’ordine e nelle amministrazioni pubbliche”.

Siamo al cuore del problema.

I mafiosi – lo scrivono i magistrati -, oltre che nella politica, sono infiltrati anche nelle amministrazioni pubbliche e nelle forze dell’ordine.

Quella dei magistrati autori di tale assunto è una constatazione amara che noi da tempo abbiamo fatta nostra ed è per tale motivo che noi privilegiamo, rispetto al discorso delle formazione delle coscienze che pur riteniamo apprezzabile ma insufficiente, quello della DENUNCIA.

INDAGINE e DENUNCIA.

Ai tanti tentativi di negare l’evidenza, alle tante reticenze, ai tanti silenzi, ai tanti depistaggi, alle tante dichiarazioni che negano la presenza delle mafie su un territorio, c’è sempre un PERCHE’.

E’ sul quel PERCHE’ che un investigatore capace ed onesto, un magistrato attento e solerte, un politico pulito, un cittadino perbene, hanno il dovere di lavorare, di scoprirne le ragioni, di andare a fondo.

Cosa che purtroppo non si fa o non si fa sempre.

Si parla spesso di mafie senza nemmeno sapere di cosa si sta parlando, non si affrontano i problemi reali, si gira intorno ad essi senza individuarne il cuore.

Più che alla cattura del singolo camorrista di basso livello, del delinquente da strapazzo, noi siamo più interessati al problema del funzionamento o meno degli apparati istituzionali e politici, al contesto che consente o meno l’attività del singolo o del clan.

In questi giorni noi stiamo assistendo ad un fiorire di attività economiche nel Golfo di Gaeta.

Sono in cantiere e stanno per partire montagne di progetti di opere importanti, per centinaia, milioni di euro.

E vediamo tanti movimenti, tante presenze di gente estranea al tessuto sociale ed economico locale.

Tanti “campani”, tanto per intenderci.

CHI sono costoro?

I loro soldi quale provenienza hanno?

Sono puliti o sporchi?

E’ stata verificata la loro “TRACCIABILITA’”, la loro “PROVENIENZA”???

E, se eventualmente i titolari delle imprese autrici di tali progetti fossero tutti locali e puliti, come spesso succede, è stato verificato o si sta verificando se per caso essi siano prestanome di altre persone???

Domande, queste, che pesano come macigni sulla coscienza e sull’intelligenza di ogni politico onesto, di ogni cittadino perbene, di ogni investigatore istituzionale e di ogni magistrato capaci.

Domande alle quali va data una risposta.

Subito, prima che sia troppo tardi.

Come spesso avviene!