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Mani sulla politica, così il clan Pisano ha appoggiato la campagna del sindaco Idà

Mani sulla politica, così il clan Pisano ha appoggiato la campagna del sindaco Idà

Le relazioni pericolose del sindaco di Rosarno nelle carte dell’operazione “Faust”

Alessia Candito 19 Gennaio 2021

Non un semplice sponsor. Più uno spin doctor, un consigliori con facoltà di decidere il programma, le candidature, persino il simbolo della lista civica da presentare. Per il sindaco di Rosarno Giuseppe Idà, finito lunedì mattina ai domiciliari per scambio elettorale politico mafioso nell’ambito dell’operazione Faust e in serata sospeso dall’incarico dalla Prefettura, l’apporto Francesco Pisano, esponente di vertice dell’omonimo clan di ‘ndrangheta è stato fondamentale per vincere le comunali del giugno 2016.
Non una novità, a dire la verità. Anche nel 2006 il clan aveva messo le mani sulle elezioni. Alla presidenza del consiglio comunale aveva piazzato il nipote di 
Francesco Pisano, Letterio Rositano, il sindaco dell’epoca, Carlo Martelli, era ed è – dicono gli investigatori – “un vecchio socio” dei Pisano e dopo due anni il Comune è stato sciolto per mafia. Dieci anni dopo, alle elezioni del 2016, il clan è tornato ad interessarsi ai destini amministrativi di Rosarno. E a quelli politici di Giuseppe Idà. “Il futuro sindaco di Rosano” lo apostrofa Francesco Pisano – per tutti a Rosarno, Cicciu U Diavulu – in una pizzeria di Nicotera, dove è in programma una cena elettorale. E fa di tutto perché le sue previsioni diventino concrete.

La regia, il logo e l’ombra del consigliere regionale
Pisano, annotano gli investigatori, 
all’inizio della campagna elettorale si attivava nell’ombra per creare una squadra di candidati in grado di prevalere nella competizione elettorale, sulla quale poter fare affidamento per poter ottenere evidentemente delle agevolazioni future. Lo stesso, pur non essendosi candidato in prima persona e pur non avendo parenti tra i candidati, cercava di intuire quale potesse essere la strategia vincente”. E l’impegno è totale e costante. U Diavulu arriva persino a disegnare il logo della futura lista e gli slogan della campagna elettorale, per poi sottoporli all’allora aspirante sindaco Giuseppe Idà e al padre VincenzoVedi tu – lo sentono dire gli investigatori che lo ascoltano – ovviamente sottoposto anche all’attenzione di Gianni no?”. Il riferimento è al consigliere regionale Arruzzolo, storico mentore politico di Idà, evocato tante e tali volte nelle chiacchierate di Pisano da indurre gli investigatori a segnalare come “anomala” l’assenza di contatti diretti fra i due. Anzi, sottolineano in un passaggio, U Diavulu “si preoccupava di non comunicare direttamente con Gianni Arruzzolo, chiedendo al padre del candidato a sindaco di riferirgli la novità”. Prudenze che invece non riguardano il fratello del politico, Francesco – Ciccillo, lo chiama Pisano – contattato più volte per aggiornamenti su candidature, cene da organizzare, strategie da definire. Né lui, né il fratello consigliere risultano allo stato indagati. “Ci sono riferimenti ad altri politici che però non hanno trovato riscontri nelle indagini”, ha detto il procuratore capo della Dda, Giovanni Bombardieri.

Dalle strategie elettorali al programma, la campagna di Idà nelle mani dal clan
Al contrario, i rapporti fra Pisano e Idà sono costanti, ombelicali e più e più volte riscontrati. Per il futuro sindaco di Rosarno, è 
U Diavulu che studia le mosse degli avversari, “pesa” elettoralmente i candidati, analizza il contesto e fa previsioni. “Quest’anno, con tutto questo elettorato libero, se si veicola bene il progetto, e se si sa fare campagna elettorale, è il progetto che vince. Non è il candidato che vince – spiega a un interlocutore – Che al di là della candidature c’è tre quarti del paese che è libero da impegni familiari.. hai capito? Trentadue candidati nel paese non sono niente… Ci sono stati momenti che c’erano quattrocento”. E il progetto lo riguarda da vicino, ne parla sempre in prima persona. Noi, la nostra lista, il nostro obiettivo” lo ascoltano dire, intercettato.
Anche il programma è lui a scriverlo. 
Stiamo facendo il programma, stiamo facendo una cosa snella, hai capito di programma… Che abbiamo il gruppo qua e stiamo stilando il programma… però una cosa che sappiamo solo noi… Per ora.. Altrimenti ce lo copiano… Lo stile del programma che andremo a fare è questo qua… vedi qua guarda…Aspetta.. Eccolo qua, vedi qua.. Vedi, per esempio, questa è una bozza no.. Facciamo la pagina esterna con una presentazione, poi lavoro e sviluppo e ci mettiamo che facciamo, Territorio e ambiente, sicurezza e trasparenza, cultura e sport, associazioni e associazionismo e sociale… Poi sopra a tutti questi qua sviluppiamo gli interventi che facciamo… Questa qua è una bozza… Questa qua è un’altra bozza, vedi qua”. Di lui poi Idà si fida ciecamente, tanto da accettare senza battere ciglio il discorso che lui gli scrive per un comizio. Anzi, se ne vanta. Mi ha scritto l’intervento a me Cicciu U Diavulu ah – lo ammettere i carabinieri – ce l’ho qua poi ce lo vediamo”. Quando ha dubbi, persino grammaticali, è a Pisano che si rivolge. Perchè tutti siano orgogliosi, perchè vorrei che tutti i rosarnesi siano orgogliosi.. Giusto? è italiano? o fossero orgogliosi?” gli chiede, per poi raccomandargli Dobbiamo essere più attenti la prossima volta… guardalo la prossima volta pure tu ok?” gli chiede preoccupato dopo ave pubblicato il post con cui ha lanciato sui social la propria candidatura.

fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/309-topnews/81789-mani-sulla-politica-cosi-il-clan-pisano-ha-appoggiato-la-campagna-del-sindaco-ida.html