Il Fatto Quotidiano, 24 MAGGIO 2020
Magistrati – Le correnti Area e Unicost lasciano dopo le intercettazioni sulle nomine al Csm
di Antonella Mascali
di F.Q.
Magistratura in crisi profonda. Il
governo dell’Anm, il sindacato delle toghe è a un passo dello scioglimento. Si
sono dimessi il presidente Luca Poniz, di Area, la corrente dei progressisti, e
il segretario Giuliano Caputo, di Unicost, la corrente
centrista.
Il motivo è sotto gli occhi di tutti: la
pubblicazione delle chat e delle intercettazioni di Luca Palamara, il pm romano
sospeso e indagato a Perugia per corruzione. Fino a un anno fa era il dominus di
Unicost e delle nomine al Csm. Parlava con decine di magistrati di tutta Italia
e soprattutto vertici e attivisti delle correnti: Unicost, Magistratura
Indipendente, destra, la corrente di Cosimo Ferri, parlamentare renziano, da
anni magistrato in aspettativa ma leader ombra di Mi, potente al Csm, e pure con
toghe di Area, la corrente di sinistra. Conversazioni e messaggi che hanno
confermato quanto denunciato in questi anni, da pochi e isolati, cioè il sistema
delle nomine a pacchetto, in base all’appartenenza alle correnti e non al
merito: “Uno a te uno a me”. Finora, dopo il materiale pubblicato in questi
giorni dal Fatto e dalla Verità “regge” Autonomia e Indipendenza, fondata da
fuoriusciti di Mi, Piercamillo Davigo, Sebastiano Ardita, Alessandro Pepe e
Marcello Maddalena.
Le dimissioni dei vertici dell’Anm sono
arrivate dopo una riunione fiume, di oltre nove ore, del Cdc, il parlamentino
dell’Anm, che dopo questo terremoto dentro la magistratura è stato aggiornato a
domani sera alle 19. Si vuole provare a trovare una nuova
intesa.
In vista della riunione, i gruppi delle
varie correnti, domani, si riuniranno ciascuno per conto proprio per capire come
eventualmente proseguire, se c’è la possibilità di formare una Giunta
transitoria, in grado di portare l’Anm alle elezioni, già previste, di ottobre
per il rinnovo dei vertici del sindacato dei magistrati. Vertici che avrebbero
dovuto essere rinnovati a marzo se non fosse scattata l’emergenza
Covid-19.
Dunque, per ora resta in Giunta solo il
membro di Autonomia e Indipendenza Cesare Bonamartini, vicesegretario uscente.
“Non si può pensare che noi siamo rimasti o vogliamo rimanere in sella ed
esporci ad attacchi ingiustificati – ha detto Luca Poniz prima di dimettersi–
Tutti sanno che l’emergenza ci ha costretti a un lavoro difficilissimo. Se
qualcuno pensa che la proroga nella quale ci siamo trovati nostro malgrado serva
per proteggere una posizione o mantenere l’assetto di rapporti politici, è una
cosa che non si può tollerare”.
Le parole di Poniz sono la risposta a
Mi, che aveva chiesto l’anticipo delle elezioni. E i magistrati di Area chiedono
una pubblicazione integrale degli atti della procura di Perugia trasmessi al
Csm, alla procura generale della Cassazione e al ministero della Giustizia per
valutare eventuali procedimenti disciplinari: con “l’integrale pubblica
conoscenza degli atti del fascicolo di Perugia”, la cui richiesta è stata
avanzata dall’Anm come persona offesa, “sarebbe interrotta l’operazione in atto
che mira a screditare più che a informare”. L’anno scorso per quelle
intercettazioni sono stati costretti a dimettersi 5 togati del Csm e il Pg della
Cassazione Riccardo Fuzio. Nei giorni scorsi ha lasciato anche Fulvio Baldi,
capo di Gabinetto del ministro della Giustizia, Alfonso
Bonafede.