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Mafia, no alla vendita dei beni confiscati

Lo scorso 13 novembre in Senato è stato approvato un emendamento, in discussione alla Camera la prossima settimana, nell’ambito della legge finanziaria 2010 che prevede la vendita dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

“Non rilevando alcuna utilità pubblica di tale indirizzo – afferma Riccardo Milana, segretario Pd di Roma e Gianluca Santilli, membro dell’Esecutivo della Federazione Romana del Pd – e avvertendo come imminente il rischio di vanificare quanto previsto dalla legge 109/06, e successive modificazioni, in materia di gestione di beni sequestrati per riutilizzo a fini sociali ed istituzionali, la federazione romana del Pd ritiene indispensabile una mobilitazione di tutte le forze democratiche a fianco di quelle realtà associative che da anni si battono per far si che il riutilizzo sociale dei beni sia uno degli elementi fondamentali di contrasto alla mafia da parte dello Stato. È necessario quindi testimoniare la netta contrarietà della società all’emendamento che pone in essere la possibilità da parte della criminalità organizzata tramite terzi di rientrare in possesso dei beni precedentemente sequestrati dallo Stato.” hanno “Il Gruppo Consiliare del Pd presenterà nelle prossime ore una mozione che chiede al Sindaco Alemanno di intervenire presso il Governo per richiedere lo stralcio dell’emendamento”.

“È indispensabile – affermano Umberto Marroni, capogruppo del Pd e i consiglieri comunali Giulio Pelonzi , Daniele Ozzimo e Paolo Masini –  che il Comune di Roma, sul cui territorio sono presenti circa 158 beni immobili sequestrati e 67 aziende confiscate, sostenga con forza il processo di riutilizzo sociale dei beni confiscati scongiurando qualsiasi possibilità di vendita e auspicando l’utilizzo degli immobili e delle aziende ai fini di una crescita sociale e culturale della città”. “Aderiremo – fanno sapere- a fianco delle realtà associative alla mobilitazione proposta dal PD di Roma, contro l’emendamento.

Sulla vicenda interviene anche l’Assessore alla Piccola e Media Impresa, Commercio e Artigianato della Regione Lazio, Daniele Fichera.“Il riutilizzo sociale dei beni confiscati – spiega – costituisce la più efficace delle politiche antimafia, perché dimostra a tutti che il crimine non paga, che le Istituzioni sono forti e sicure e che esiste una società civile che ha valori e comportamenti opposti a quelli dei mafiosi e dei camorristi”.
“Mostrare, come abbiamo fatto nel Lazio, che ciò che è stato acquisito con i proventi di attività criminali può essere utilizzato per farci una residenza protetta per bambini ultrafragili, la sede di una cooperativa di portatori di handicap, un centro contro la violenza sulle donne o dello sportello sicurezza di un comune, significa davvero combattere la criminalità organizzata, al livello più profondo, quello della percezione da parte dei cittadini.
Per questo – continua Fichera – mettere in vendita i beni confiscati alla criminalità organizzata è un errore colossale”. “Aderisco dunque, senza remore, all’appello di Libera, il coordinamento di oltre 1500 associazioni che si battono nella lotta alle mafie – e mi impegno a continuare l’azione della Regione Lazio su questo fronte.”

(Tratto da Abitare a Roma)