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Mafia nel Basso Lazio e nel Cassinate.E a dire che qualcuno ci contestava quando sostenevamo che nel frosinate mafie e massoneria sguazzano .Ricordate quella trasmissione televisiva a Frosinone con un ex sindaco ed un ex consigliere regionale che negavano,in polemica con noi, l’esistenza delle mafie ? Colonnello Piccinini,grazie !!!! Cassino – Camorra, iniziato il processo a carico di Mallardo, la ricostruzione precisa

di Angela Nicoletti

La ricostruzione precisa degli interessi dei clan Mallardo e Belforte nel Cassinate è stata fatta nell’aula bunker del tribunale di Napoli dove, nei giorni scorsi, è iniziato il processo a carico di Giuseppe Mallardo, boss dell’omonimo gruppo di Giugliano in Campania, arrestato dalla Guardia di Finanza di Frosinone e Cassino, nel novembre del 2014. A tratteggiare aspetti importanti dell’inchiesta che ha portato in carcere ben 24 persone, compresi alcuni professionisti residenti a Cassino, è stato il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone, il colonnello Roberto Piccinini che, chiamato a deporre dal P.M. anticamorra Maria Cristina Ribera, in due ore di audizione, ha spiegato ai giudici della 7^ sezione del Tribunale di Napoli come si è arrivati ad incastrare l’astuto capoclan. L’indagine delle Fiamme Gialle del gruppo di Cassino è stata avviata dopo la segnalazione di alcune polizze assicurative in odor di truffa ed avendo rilevato la presenza sospetta sul territorio cassinate di Mallardo Giuseppe. Gli investigatori hanno quindi dato vita ad una serie di verifiche che portavano tutte ad un’unica agenzia. Gli stessi titolari anche in passato erano stati coinvolti in vicissitudini che riguardavano da vicino sempre il boss Mallardo e le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia rese nel 2012 hanno consentito di meglio definire le attività illecite. “Quando sono arrivato in provincia di Frosinone in qualità di comandante provinciale – ha riferito il colonnello Piccinini ai giudici napoletani – avevo già informazioni precise desunte da pregresse indagini svolte, su incarico dello stesso P.M., quale comandante del Gico di Roma. Parimenti noti erano gli interessi economici del clan Mallardo sul basso Lazio e sul cassinate. A dare forma a quelli che erano solo sospetti è stata un’indagine avviata e conclusa dalla Squadra Mobile di Frosinone nel 2009 che ha visto coinvolti esponenti di spicco del clan Belforte di Marcianise. Quell’informativa e quelle verifiche parlavano dello stretto rapporto che una donna residente a Cassino aveva instaurato con Giuseppe Buttone, genero del boss Belforte. Quella donna a sua volta, per motivi lavorativi, frequentava concittadini legati invece a Giuseppe Mallardo. L’efficace coordinamento con la Polizia di Stato consentì a noi, come Guardia di Finanza, di sviluppare autonome indagini intercettive, patrimoniali e societarie riscontrando pienamente le dichiarazioni dei pentiti. Le successive indagini del gruppo di Cassino, avviate nel 2012, rappresentano la prosecuzione di quelle pregresse e in due anni siamo riusciti a ricostruire gli interessi ed i movimenti compiuti da Mallardo nel cassinate”.
Nel corso della sua deposizione il colonnello Piccinini ha descritto i dettagli dell’operatività illecita di Mallardo e dei suoi “soci” cassinati: truffe alle assicurazioni, falsi sinistri, estorsioni, usura, sempre con base in Campania e punti di appoggio a Cassino. E senza mai dimenticare che parte consistente dei proventi illeciti dovevano affluire nelle casse del clan. Un’indagine certosina quella portata avanti dal personale in forza al Gruppo Guardia di Finanza di via Verdi nella città martire e coordinato dal tenente colonnello Massimiliano Fortino. Un’inchiesta senza precedenti e che ha consentito di avere una visione precisa del fenomeno infiltrazioni nel basso Lazio.

fonte:www.tg24.i