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Mafia Capitale.Terza tranche dell’inchiesta

Terza ordinanza “mafia capitale”: stavolta sulla Regione Lazio
Chiuse le indagini per 28, compreso Marco Vincenzi
l’ex sindaco si dimette dalla commissione Bilancio e dal Pd

Marco Vincenzi IL TESTO DELL'ACCUSA Di seguito, lo stralcio relativo alla posizione di Marco Vincenzi e Salvatore Buzzi, ricavata testualmente dall'"avviso di conclusione delle indagini preliminari" e dall'"informazione di garanzia e sul diritto di difesa" firmati il 26 giugno 2016 da Giuseppe Pignatone, Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli. Marco Vincenzi e Salvatore Buzzi del reato di cui agli artt. 110, 319, 321 c.p. perché Vincenzi nella sua qualità di componente del consiglio regionale e capogruppo del PD alla Regione Lazio, dunque pubblioc ufficiale, per porre in essere specifici atti contrari ai doveri del suo ufficio e, segnatamente, presentare due emendamenti alla proposta di Legge regionale 147/2014, n. 526 e 527, approvati il 17 giugno 2014 (recepiti nei c. 124 e 125 della L.R. 7/2014), finalizzati a mettere a disposizione direttamente ai Municipi/Comuni i forndi erogati dalla regione (1.200.000,00 Euro) previa presentazione di specifici progetti - così creando le premesse per consentire a Buzzi e alle cooperative ad esso riconducibili di superare le difficoltà per accaparrarsi le risorse economiche - e attivarsi per individuare ulteriori 600.000,00 Euro riceveva da Buzzi un contributo di Euro 10.000,00 (materialmente erogato il 5 giugno 2014 da 29Giugno Onlus) per le spese della campagna elettorale di Emanuela Chioccia, candidata sindaco, nel giugno 2014, del comune di Tivoli.

Marco Vincenzi
IL TESTO DELL’ACCUSA
Di seguito, lo stralcio relativo alla posizione di Marco Vincenzi e Salvatore Buzzi, ricavata testualmente dall’”avviso di conclusione delle indagini preliminari” e dall’”informazione di garanzia e sul diritto di difesa” firmati il 26 giugno 2016 da Giuseppe Pignatone, Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli.
MARCO VINCENZI E SALVATORE BUZZI
del reato di cui agli artt. 110, 319, 321 c.p. perché Vincenzi nella sua qualità di componente del consiglio regionale e capogruppo del PD alla Regione Lazio, dunque pubblioc ufficiale, per porre in essere specifici atti contrari ai doveri del suo ufficio e, segnatamente, presentare due emendamenti alla proposta di Legge regionale 147/2014, n. 526 e 527, approvati il 17 giugno 2014 (recepiti nei c. 124 e 125 della L.R. 7/2014), finalizzati a mettere a disposizione direttamente ai Municipi/Comuni i forndi erogati dalla regione (1.200.000,00 Euro) previa presentazione di specifici progetti – così creando le premesse per consentire a Buzzi e alle cooperative ad esso riconducibili di superare le difficoltà per accaparrarsi le risorse economiche – e attivarsi per individuare ulteriori 600.000,00 Euro
riceveva da Buzzi un contributo di Euro 10.000,00 (materialmente erogato il 5 giugno 2014 da 29Giugno Onlus) per le spese della campagna elettorale di Emanuela Chioccia, candidata sindaco, nel giugno 2014, del comune di Tivoli.

di TOMMASO VERGA e GIULIANO GIRLANDO

28 INDAGATI, oggetto di attenzione la Regione Lazio. E’ la terza tranche dell’inchiesta denominata “mafia capitale”, i cui termini sono stati sinteticamente resi pubblici questa mattina. Anche se, a ben vedere, il collegamento è totale con i precedenti, visto che nel numero figurano molti già imputati nel maxiprocesso di Rebibbia.

Il 10 giugno d’un anno fa, la dichiarazione dai toni “cavallereschi”: “Non sono indagato per Mafia Capitale ma preferisco lasciare” l’incarico di capogruppo del Partito democratico alla Regione Lazio. Oggi Marco Vincenzi si ripete. Con una sostanziale diversità rispetto al 2015: l’avviso di chiusura indagini prelude alla richiesta di rinvio a giudizio (ma anche il contrario, l’archiviazione). Con una serie di conseguenze, la smentita della smentita, ossia la negazione di essere “sotto osservazione”, la più lieve. Non era così.

Infatti, tra gli episodi che i Pm potrebbero contestare all’esponente del Pd (autosospeso anche dal partito) possono entrare il tramestio con Salvatore Buzzi e il ‘pizzino’ trasferito a quest’ultimo come mostra la foto dei Ros dell’incontro a largo Garibaldi a Tivoli del 12 settembre 2014. Forse escludendo il beneficio monetario a Manuela Chioccia per la sua campagna elettorale in qualità di candidata-sindaco alle amministrative cittadine di due anni fa. O tutto risiede in quello stanziamento della Regione a favore del X municipio di Ostia? Tutto lascia pensare che proprio in questa frazione dell’istruttoria potrebbe annidarsi il quesito-Vincenzi.

Perché con Ostia, quartiere-principe delle cronache malavitose-giudiziarie-politiche dell’ultimo biennio, tornerebbe in ballo la fisionomia di quei 1,8 milioni di euro da dirottare sui municipi di Roma e, in particolare, su quello rivierasco. Una cifra che somma due emendamenti a firma Luca Gramazio (1,2 milioni) e Marco Vincenzi (600mila euro), tutto annotato dagli inquirenti nella seconda ordinanza “mafia capitale”. Il “padrone di Tivoli” – con cui Salvatore Buzzi, a gennaio 2014 va “a cena e gli faccio un pompino… vediamo se me riesce” –, nega ripetutamente di avere a che fare fino a che salta fuori la sua firma in calce al documento. Oggetto: “tutela ambientale” e “riqualificazione urbana”. Quattro parole dopo il comma 5 e al comma 6 del testo originale che avrebbero consentito alla “società Buzzi-Carminati” di incamerare la somma (mai effettivamente erogata: la procedura è stata bloccata dopo gli arresti del 2 dicembre 2013 nell’ambito della prima tranche di “mafia capitale”). Con il primo si chiede che al fondo regionale per il riequilibrio territoriale, 33 milioni per il 2014, possano accedere direttamente i municipi della Capitale senza passare dal Campidoglio, con il secondo che una quota del fondo sia destinata in particolare proprio a progetti legati al verde pubblico e al sociale.

Secondo Luca Tescaroli, Paolo Ielo e Giuseppe Cascini, i sostituti del pool antimafia, il buon esito dell’operazione sarebbe stato frutto del lavoro bipartisan, concordato tra Luca Gramazio e Marco Vincenzi, rispettivamente capigruppo del Pdl e del Pd alla Pisana.

Luca Gramazio

Luca Gramazio

Passa un anno e l’ex sindaco di Tivoli torna alla casella di partenza. Perché tra i 28 elencati nel modello “chiusura indagini”. Che non devono essere state favorevoli all’uomo politico poiché la replica si compendia inoltre nelle dimissioni da presidente della commissione Bilancio e patrimonio del Consiglio regionale, al cui vertice era stato eletto il 9 febbraio scorso.

Ma che c’è di nuovo sull’argomento 1,8 milioni-Ostia? A sua difesa, Luca Gramazio in aula aveva dichiarato: «L’emendamento non esiste. Ne esiste uno di quella cifra non per Ostia ma per 28 comuni del Lazio». Contraddetto seduta stante dal pm Luca Tescaroli. Il quale, al termine dell’udienza – era il 10 maggio, meno di due mesi fa –, deposita una delibera che mostra come alla scadenza del 90esimo giorno non avendo aderito nessuno dei 28 comuni, lo stanziamento va tutto a Ostia. 28 Comuni che non chiedono soldi disponibili pronta-cassa? Non soltanto una stranezza si direbbe.