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Mafia Capitale, procura di Roma chiede archiviazione per il presidente del Lazio Nicola Zingaretti

Il Fatto Quotidiano, Mercoledì 5 ottobre 2016

Mafia Capitale, procura di Roma chiede archiviazione per il presidente del Lazio Nicola Zingaretti

Il nome del governatore era finito nel registro degli indagati dopo le dichiarazioni di Salvatore Buzzi. Gli inquirenti hanno effettuato verifiche che hanno evidenziato la “natura de relato di parte delle dichiarazioni, l’assenza di riscontri, la genericità di altra parte delle sue affermazioni che non possono configurare ipotesi di reato”

di F. Q.

Il suo nome era finito nel registro degli indagati dopo le dichiarazioni di Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative rosse arrestato nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale. Ma la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione della posizione del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Nei confronti del governatore i pm di piazzale Clodio contestavano i reati di concorso in corruzione e tentata turbativa d’asta per fatti relativi all’acquisto del nuovo palazzo della Provincia di Roma e la gara Cup della Regione Lazio.Il primo reato riguardava due episodi, uno avvenuto prima del 2011 e l’altro nel 2013. La turbata libertà degli incanti si riferiva a un episodio del 2014. Alla luce delle parole di Buzzi, gli inquirenti hanno effettuato verifiche che hanno evidenziato la “natura de relatodi parte delle dichiarazioni, l’assenza di riscontri – è detto nella richiesta di archiviazione – la genericità di altra parte delle sue affermazioni che non possono configurare ipotesi di reato“.

Gli episodi di corruzione, su cui i magistrati non hanno trovato alcun riscontro, riguardano, presunte versamento di denaro, destinate a uno stretto collaboratore di Zingaretti, destinato a finanziare la campagna elettorale e denaro versato per l’ operazione legata all’acquisto della sede della Provincia di Roma, oggetto di una gara di appalto ad hoc. Per quanto riguarda la turbativa d’asta è relativa alla gara per il servizio Cup (centro unico prenotazioni sanitarie) istituita nel 2014 dalla Regione Lazio. Per questa vicenda lo scorso luglio è stato assolto dalle accuse l’ex capo di gabinetto di Zingaretti, Maurizio Venafro.