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Ma perché nelle inchieste in provincia di Latina ci si ferma sempre alla soglia del potere???. La lotta alle mafie sarà efficace solamente se si colpirà la politica collusa

Noi siamo felici per quanto stanno facendo il Questore D’Angelo ed i suoi uomini contro la criminalità organizzata e le mafie in provincia di Latina e non finiremo mai di ringraziarli e di esaltarne la bravura e le capacità.

Detto questo, ci si consenta, però, una breve digressione.

Dei Di Maio, dei Tripodo, dei Bardellino e quant’altri almeno da 20 anni si sa tutto ed il contrario di tutto.

Non vorremmo essere capiti male.

Noi non intendiamo assolutamente assolverli.

Ma è possibile che non si parli mai – e tutte le inchieste finiscono alla soglia del potere – di “chi”, a livello politico ed istituzionale, ha consentito ad essi di fare quanto oggi sta al vaglio della magistratura?

E’ possibile che nel “caso Fondi”, ad esempio (ma potremmo parlare anche di Formia dove l’inchiesta “Formia Connection” è stata archiviata per la parte che riguarda il “voto di scambio), l’unico politico colpito debba essere il solo Izzi?

E’ solo questo il responsabile di tutto?

E tutti gli altri?

Una penna arguta qual’è quella di Rita Cammarone, una cronista più unica che rara, lunedì 9 agosto scorso ha scritto sul quotidiano “La Provincia” un servizio dal titolo “ Secci, geometra da inchiesta”.

Ella ha parlato di questo amministratore di Sabaudia che, nella sua veste di tecnico, ha lavorato per conto di gente sospetta.

Una situazione analoga c’è stata a Fondi, dove un pubblico amministratore, sempre come tecnico, ha lavorato per conto di gente altrettanto sospetta.

E’ possibile che nessuno abbia nulla da ridire al riguardo e che nessuno abbia avvertito il dovere di andare a metterci il naso aprendo un’inchiesta?

Sono anni che stiamo dicendo che si vola troppo basso e che, se non si colpisce quell’area grigia, nella politica, nelle istituzioni e nelle professioni, che consente alle mafie di fare quello che fanno, macineremo sempre aria fritta…