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L’urgenza di passare da un’antimafia delle parole ad un’antimafia dei fatti,della DENUNCIA,nomi e cognomi,con il sostegno concreto alla Magistratura rimasta ormai nel Paese l’unico .efficace PRESIDIO valido della legalità e della Giustizia ,pur con tutti i suoi limiti il più delle volte determinati da una legislazione voluta e votata da un Parlamento pieno di inquisiti

Stamane le agenzie ci hanno svegliato con la notizia dell’arresto di tre poliziotti in un comune della provincia di Caserta .Non é la prima volta che ci giunge una notizia del genere perché é già successo a Vibo Valentia  ed in altre  parti ancora.Questo non ci deve indurre a  generalizzare ed a disconoscere il valore del lavoro prezioso che fanno le forze dell’ordine nel combattere la criminalità,ma resta comunque un segnale negativo che ci dà il senso della gravità della situazione in cui ci troviamo.Le mele marce,se le accuse saranno provate,sono dovunque e noi che ci siamo assunti ,volontariamente  e per senso civico, il compito gravoso di svolgere un ruolo attivo per salvare il Paese dalla decadenza morale e materiale,abbiamo il dovere  di diventare incisivi e significativi nella lotta contro la corruzione e le mafie.
Bando,quindi,alle chiacchiere ed ad un’antimafia di facciata ,solamente declamata,ed avanti con un’azione certosina di indagine e di denuncia non generiche  e plateali ma di vero sostegno alla Magistratura inquirente.
Un “salto di qualità”,insomma,che ci deve portare tutti in prima linea in una guerra che sta decidendo le sorti del Paese e l’avvenire dei nostri figli.
Sta prevalendo lo stato-mafia e questo noi non possiamo e dobbiamo accettarlo.