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Lotta alle mafie nel Basso Lazio. La situazione della Giustizia e delle Forze dell’ordine nelle province di Latina e Frosinone. Avvfertiamo l’obbligo morale di esaltare l’opera della Guardia di Finanza. Avanti così! Noi siamo pronti a collaborare.

Siamo critici quando le situazioni ce lo impongono, ma nessuno ci può accusare di non essere obiettivi e di non saper riconoscere i meriti delle persone.
Il nostro campo d’azione è quello che riguarda la mafia e l’antimafia e questa volta parliamo della seconda e di taluni suoi presidi ed operatori presenti nel Basso Lazio, nelle province di Latina e di Frosinone.
Parliamo dell’antimafia istituzionale, degli apparati dello Stato cioé.
Delle forze dell’ordine e delle Procura della Repubblica ordinarie, nel nostro caso di quelle di Cassino, Frosinone e Latina.
Cominciamo dalla Procura di Cassino.
Il Governo di recente, recependo anche le considerazioni e le richieste della nuova Amministrazione comunale, di qualche parlamentare, di un gruppo di avvocati coraggiosi ed anche della nostra Associazione, ha deciso, com’é noto, di non sopprimere quel presidio giudiziario, insieme al relativo Tribunale, con una motivazione ben precisa: il Cassinate è territorio fortemente penetrato dalle mafie e, quindi, Tribunale e soprattutto Procura servono per assolvere ad una funzione di contrasto della camorra.
Ad essere obiettivi, non possiamo non denunciare che quella Procura non ha assolto e non assolve a quella funzione.
A questo punto, delle due una:
o il Ministero, il CSM, la Procura Generale di Roma ed anche il Procuratore Nazionale antimafia Piero Grasso intervengono per far sì che quella Procura, insieme alle altre due del Basso Lazio, Latina e Frosinone, , si attivino, ricorrendo all’applicazione dell’art 51 comma 3 bis del CPP, anche sul fronte della lotta alle mafie;
o se ne riconosca l’inutilità su questo versante e a questo punto chiudiamole tutte e tre tenuto conto soprattutto del fatto che ormai nel basso Lazio quella della criminalità mafiosa è diventata da anni la prima emergenza
. Anche se la maggioranza di una classe politica- ed anche istituzionale – imbelle ed inadeguata stenta ad ammetterlo e, quando vi è costretta, lo fa a denti stretti.
Se il Basso Lazio viene riconosciuto, come effettivamente è da decenni, dallo stesso Governo centrale come terra di mafia, è tutto lo Stato sul territorio che deve reagire e non parti sì e parti no ed in prima linea ci debbono essere proprio le Procure territoriali.
Noi abbiamo chiesto al Ministro Severino di intervenire e questa ci ha risposto che lo sta facendo.
Stimiamo il Ministro e stiamo aspettando di conoscere l’esito del suo intervento, ma diciamo sin d’ora che se questo dovesse alla fine risultare non positivo ci vedremmo costretti fra qualche mese ad attaccare pubblicamente, anche con i manifesti, i responsabili politici ed istituzionale di questa situazione.
Non si può tollerare più l’inerzia delle istituzioni preposte di fronte ad una situazione drammatica qual’é, appunto, quella in cui si trovano il Lazio e soprattutto il Basso Lazio, a ridosso della Campania.
Questo per quanto riguarda il mondo della Giustizia.
Passiamo ora a quello delle forze dell’ordine, cominciando da Frosinone.
La Guardia di Finanza, prima con il Colonnello Salato ed ora con il Colonnello Piccinini che ha acquisito una lunga esperienza nel comando del GICO, ha da alcuni anni eccellenti Comandanti provinciali ed i risultati si vedono.
Siamo veramente contenti.
Altrettanto dobbiamo dire ora dei Carabinieri, dopo l’arrivo del Colonnello Menga.
Anche il Questore è un bravo e capace servitore dello Stato, anche se farebbe bene se avviasse in qualche Commissariato, come quello di Fiuggi, un processo di svecchiamento e facesse come è stato fatto con quello di Cassino dove è arrivato un eccellente dirigente con una lunghissima esperienza nella DIA.
La provincia di Latina, ripetendo lo stesso ordine.
La Guardia di Finanza. Si potrebbero scrivere libri interi, in chiaroscuro, con il riferimento ad un passato che ci ha fatto tremare e citando nomi –Conti e Berriola –che ci hanno provocato una profonda angoscia.
Ma dobbiamo dare atto al nuovo Comandante Provinciale-il Colonnello Kalenda-, senza dimenticare il Comandante del Gruppo provinciale di Formia –Maggiore Brioschi- di aver fatto realizzare al Corpo un salto di qualità che ci ha fatto gioire. I cambiamenti si notano e sono vistosi e noi, per quanto ci è possibile, siamo pronti ad offrire il massimo della collaborazione. Al Colonnello Kalenda chiediamo, proprio per migliorare sempre più l’efficienza dei reparti. due cose:
la prima riguarda un suo interessamento autorevole e deciso presso chi di dovere per ottenere l’accesso alle anagrafi dei Comuni, come è stato fatto di recente con il Comune di Napoli, da parte degli operatori delle Fiamme Gialle (non è possibile continuare a vedere finanzieri costretti a perdere ore in un ufficio Anagrafe per una ricostruzione parentale di gente sospetta, con il rischio che dopo due secondi la persona indagata venga informata da qualche funzionario comunale infedele);
la seconda riguarda la necessità di far dotare certi uffici e certi reparti di qualche autovettura in più (ci risulta che taluni operatori per svolgere indagini si muovono con le macchine personali).
Dei Carabinieri non possiamo dire niente perché non abbiamo elementi per formulare un giudizio.
Della Questura abbiamo parlato tanto per apprezzare l’opera di Questori del livello dei Drr. D’Angelo ed Intini, che stimiamo tantissimo, ma non possiamo nascondere le nostre preoccupazioni dopo l’andata via del dr. Tatarelli da Capo della Squadra Mobile e dell’Ispettore Marongiu dal settore delle indagini patrimoniali. Speriamo che queste nostre preoccupazioni risultino infondate.