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L’ombra delle cosche rimane su Platì: l’opposizione appena eletta si dimette in blocco

L’ombra delle cosche rimane su Platì: l’opposizione appena eletta si dimette in blocco

La Repubblica, Martedì 7 Luglio 2016

L’ombra delle cosche rimane su Platì: l’opposizione appena eletta si dimette in blocco
I consiglieri in lista con la sconfitta Mittiga annunciano che non faranno parte dell’amministrazione: “Noi saremmo stati liberi e trasparenti, gli altri…”. Risponde Sergi: “Mio impegno per la legalità”. L’Antimafia aveva sottolineato i suoi contatti con le cosche

di ALESSIA CANDITO

PLATÌ – A meno di ventiquattro ore dalla proclamazione del nuovo sindacoRosario Sergi, Platì è nuovamente un’amministrazione mutilata. L’avversaria di Sergi nella corsa a sindaco, Ilaria Mittiga, ha annunciato le proprie dimissioni dalla carica di consigliere. Insieme a lei, lasceranno il consiglio comunale in cui sono appena entrati di diritto i tre candidati della sua lista, “Platì res publica”, eletti insieme alla capolista Mittiga.

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La medesima cosa faranno a seguire tutti gli altri candidati della lista che saranno chiamati in surroga. Chi puntava su Mittiga come sindaco di Platì non ha intenzione di lavorare con quello che le urne hanno consacrato come vincitore della consultazione elettorale, Rosario Sergi.

Ad annunciarlo sono stati i neoconsiglieri dimissionari, con una brevissima nota in cui si legge: “I componenti della Lista Platì Res Publica rendono noto che non faranno parte del Consiglio Comunale di Platì atteso che il progetto della lista non ha trovato la condivisione di 1275 cittadini platiesi e non si concilia con il progetto della Lista Liberi di Ricominciare. Ringraziamo di cuore i 734 elettori che ci hanno dato la loro fiducia nella consapevolezza che condivideranno la nostra decisione”. Un gesto che non obbliga Sergi alle dimissioni: il consiglio comunale può continuare ad operare anche senza i due terzi dei suoi consiglieri.

Poche righe, sibilline, messe insieme più per annunciare una decisione che non ammette revoche, che per spiegarla. Nessuno di loro ha intenzione di fare passi indietro. Nessuno vuole passare un secondo più del necessario nella “casa dei platiesi” insieme agli eletti dell’altra lista. “Conosco il progetto politico amministrativo di Sergi – spiega al telefono Ilaria Mittiga – e sono cosciente di come sia profondamente diverso dal mio. Non ci sono le condizioni per lavorare insieme. Stare in quel consiglio comunale avrebbe significato dire troppi no e non lo riteniamo un modo di fare opposizione costruttivo. Per questo abbiamo deciso di sfilarci”.

Se lei e i suoi abbiano avuto paura di possibili infiltrazioni nell’amministrazione di uno dei tre clan che a Platì hanno la propria roccaforte, Mittiga non lo dice. O quanto meno non lo ammette apertamente. Si limita a commentare: “So che il mio modo di amministrare sarebbe stato libero e trasparente, ma non ho elementi per parlare degli altri”.

Ma a Platì, paese di meno di quattromila anime, nel tempo divenuto noto come capitale dei sequestri, culla di broker e operai del narcotraffico e dimora di ‘ndrine storiche, i tentativi di infiltrazione della ‘ndrangheta non sono un’eventualità. Sono un pericolo concreto e reale contro cui ci si deve preparare a combattere. E forse – lasciano intendere le parole della Mittiga – Sergi e i suoi consiglieri potrebbero non avere gli anticorpi adatti.

La risposta del neosindaco si è fatta aspettare solo qualche ora: “L’impegno della mia amministrazione per la legalità e contro la mafia è assolutamente ovvio. Ed è superfluo che io lo sottolinei”.

Su di lui, del resto, la stessa commissione parlamentare antimafia non ha esitato a lanciare l’allarme ancor prima delle elezioni. Pur certificando l’assenza di condizioni di incandidabilità o impresentabilità degli aspiranti sindaco e consiglieri, non ha potuto fare a meno di sottolineare che “dagli atti di indagine risulta che Rosario Sergi ha rapporti di affinità con esponenti di vertice della cosca Barbaro, tanto con la frangia denominata Castanu che con quella denominata Nigru. Dagli atti acquisiti risulta che Sergi ha organizzato la manifestazione che si è tenuta a Platì il 29 marzo 2016, in dissenso con alcune dichiarazioni dell’onorevole Marco Minniti. Alla manifestazione erano presenti circa cento persone, tra cui numerosi esponenti di famiglie di ‘ndrangheta operanti nel territorio”.

Sergi ha preso posizione anche sulle valutazioni dell’Antimafia: “Non voglio aprire un fronte di polemica con la Commissione parlamentare antimafia, anche perché ritengo che su argomenti come questi bisognerebbe basarsi su documenti ufficiali che ancora non ho ricevuto e non su notizie di stampa. Penso, anzi, che fosse un atto dovuto che mi venissero notificati gli atti ufficiali della Commissione”.

Quelle presenze alla manifestazione di marzo saranno in grado di influire su decisioni e determinazioni della nuova amministrazione guidata da Sergi? Al momento non è dato sapere. Ma la celerità con cui Mittiga e i suoi si sono affrettati a presentare le dimissioni pur di non condividere neanche per poche ore il consiglio comunale, fa temere di sì.