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L’ombra della massoneria a Trapani, indagini su due logge

La Stampa, 30 settembre 2020

L’ombra della massoneria a Trapani, indagini su due logge

Per i pm l’inchiesta ha dipanato una vera e propria rete di inquinamento istituzionale che avrebbe riguardato le amministrazioni locali come quella regionale, arrivando fin dentro i palazzi del Governo nazionale

di RINO GIACALONE

Affari, politica e massoneria. Trapani, non nuova a queste connessioni, è scossa da nuove indagini, frutto di una maxi inchiesta dei Carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale. Un ex deputato regionale, Giovanni Lo Sciuto, medico, 58 anni, è indagato dalla Procura di Trapani, che coordina l’inchiesta denominata “Artemisia”, per violazione della legge Anselmi, quella varata dal Parlamento nel 1982 contro la massoneria segreta. Lo Sciuto dopo un periodo di carcerazione, e un primo pronunciamento favorevole del riesame che lo aveva fatto tornare libero, da qualche mese è tornato ai domiciliari.

La Procura di Trapani che coordina l’inchiesta, con il procuratore aggiunto Maurizio Agnello e le pm Sara Morri e Francesca Urbani, ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini a Lo Sciuto, e ad altri sei soggetti: all’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante, avvocato, e al suo vice, Vincenzo Chiofalo, a un dirigente di banca, Luciano Perricone, a un poliziotto, Salvatore Passanante, e infine a due “colletti bianchi”, con incarichi nell’amministrazione regionale, Gaspare Magro e Giuseppe Berlino. Il nome di Lo Sciuto si legge in alcune delle indagini contro Cosa nostra, ma mai l’ex deputato è stato indagato per mafia: da giovane era vicino, per interessi commerciali, a familiari dei Messina Denaro, c’è una sua foto da giovanissimo ritratto ad una cerimonia assieme al coetaneo ed oggi super boss latitante, Matteo Messina Denaro.

Trapani secondo questa inchiesta “Artemisia” resta la terra dove tiene radici la massoneria segreta: quella che serve da crocevia di intrecci pericolosi, per tessere accordi occulti sotto il vincolo della segretezza. Unico precedente risale alla metà del 1986 quando ci fu la scoperta a Trapani degli elenchi di una loggia massonica segreta all’interno del circolo culturale “Antonio Scontrino”. Erano gli elenchi della Iside 2, fondata dal massone palermitano Pino Mandalari, il commercialista di Riina, lì erano iscritti professionisti della città, politici e mafiosi, tutti accolti da un professore di filosofia il gran maestro Gianni Grimaudo.

A quasi 35 anni di distanza si replica, due logge segrete, sono state scoperte dai Carabinieri nel cuore di Castelvetrano, la città del ricercato Matteo Messina Denaro. A capo delle logge ci sarebbe stato Giovanni Lo Sciuto, politico centrista in carriera, da ultimo molto vicino all’ex ministro dell’Interno Angelino Alfano. Nome pesante quello di Lo Sciuto, componente nella scorsa legislatura della commissione regionale antimafia. Non è massone, non figura in nessun elenco, ma secondo la Procura di Trapani avrebbe usato in determinate occasioni il circuito della massoneria e avrebbe dato lui la parvenza massonica a due associazioni che sono state ritenute dagli investigatori vere e proprio logge, Hypsas e Malophoros, con sede a Castelvetrano, una delle più importanti città della Valle del Belice, e la cui maxi concentrazione di logge massoniche (regolari) era venuta fuori dai lavori della commissione nazionale antimafia presieduta da Rosi Bindi. Anche per questa ragione per 18 mesi il Comune, oggi guidato da un sindaco pentastellato, fu commissariato per inquinamento mafioso, proprio mentre la città stava tornando al voto, e Lo Sciuto fu intercettato proprio mentre stava cercando di gestire a proprio favore il consenso elettorale.

L’indagine “Artemisia” fotografa quasi uno per uno gli affari trattati all’interno di queste logge segrete, comune denominatore corruzioni, concussioni, truffe. Ma anche l’infiltrazione nel mondo della formazione professionale, la gestione di centinaia di pratiche per le concessioni di invalidità civili, nomine pubbliche a diversi livelli. Per i pm l’inchiesta ha dipanato una vera e propria rete di inquinamento istituzionale che avrebbe riguardato le amministrazioni locali come quella regionale, arrivando fin dentro i palazzi del Governo nazionale, grazie proprio agli agganci creati dall’on. Lo Sciuto.

Tra gli episodi contestati quello di una fuga di notizie: Lo Sciuto aveva saputo di essere sotto inchiesta. Un troncone investigativo che riguarda l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio, procedimento trasferito ora a Palermo, e l’ex capo della segreteria del ministro Alfano, Giovannantonio Macchiarola, per il quale come per Cascio il fascicolo è destinato ad essere trasferito ad altra Procura, in questo caso quella di Roma. L’indagine non riguarda solo la violazione della legge Anselmi, ma anche altre ipotesi di reato. L’avviso di conclusione indagini vede come destinatari altre 13 persone, anche tre poliziotti che avrebbero fatto parte del “cerchio magico” dell’on. Lo Sciuto.