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“L’inchiesta di Firenze: gli appalti, gli imprenditori e i contatti con i politici”. E c’è chi parla male di Mani Pulite!

Le telefonate di Verdini (Pdl) e Fusi della Bpt

Nelle intercettazioni anche Altero Matteoli, Mario Pepe, Guido Viceconte

ROMA – «Nel corso dell’attività d’indagine sono stati raccolti numerosi elementi riferiti all’operatività di una struttura facente capo a due alti funzionari del ministro delle Infrastrutture, Angelo Balducci e Fabio De Santis, finalizzata all’illecita ripartizione dei lavori appaltati nell’ambito dei Grandi eventi». Comincia così l’informativa del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, sezione Anticrimine di Firenze, che il 15 ottobre scorso riferiva ai magistrati il presunto intreccio di corruzione e altri legami tra gli uomini che circolavano intorno alla Protezione civile e un gruppo di imprenditori. I quali, a loro volta erano in collegamento con uomini politici utilizzati per facilitare affari, incontri e contatti.

Dalle intercettazioni racchiuse nel rapporto emergono i nomi dei parlamentari del Pdl Denis Verdini, Altero Matteoli, Mario Pepe e Guido Viceconte. Ascoltati mentre s’intrattengono al telefono con alcuni dei principali inquisiti dell’inchiesta, che a loro volta hanno rapporti privilegiati con chi gestisce gli appalti fuori controllo per la realizzazione dei Grandi eventi, a partire da Balducci e De Santis. «È stata documentata la corresponsione ai predetti funzionari di utilità di varia natura da parte di un cartello di imprenditori in cui sono inseriti, tra gli altri, Francesco De Vito Piscicelli e Diego Anemone», scrivono i carabinieri. Piscicelli è l’uomo sorpreso a dire che la notte del terremoto in Abruzzo rideva pensando a quanto ci si poteva guadagnare (anche se lui ha negato, chiedendo scusa); Anemone è l’imprenditore (ora in carcere) ascoltato e pedinato mentre parlava e s’incontrava con Guido Bertolaso.

«È stato documentato – si legge ancora nel rapporto del Ros-che prima Vincenzo De Nardo e successivamente Riccardo Fusi, rispettivamente amministratore delegato e presidente del Consiglio di amministrazione della Baldassini Tognozzi Pontello (Bpt) spa, tramite l’imprenditore De Vito Piscicelli, hanno allacciato rapporti con Balducci, De Santis e un’altra funzionaria ministeriale, entrando gradualmente a far parte di questo ristretto gruppo di imprenditori favorito nelle aggiudicazioni dall’ing. Balducci e dai suoi collaboratori»; quelli che, solo per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia avevano assegnato, già nel dicembre 2007, «undici opere da realizzarsi in varie città del territorio nazionale, per un importo complessivo di circa 339 milioni di euro».

Il trio De Vito Piscicelli-Di Nardo-Fusi, secondo il rapporto dei carabinieri, «ha avuto la preventiva assicurazione che alcuni lavori (del 150˚ anniversario e del G8 alla Maddalena, ndr) sarebbero stati aggiudicati in favore delle loro imprese unite in associazione temporanea». Ma non solo: «De Vito Piscicelli, avvalendosi dei suoi consolidati ottimi rapporti con Balducci e De Santis, ha richiesto a questi di intervenire presso il ministero delle Infrastrutture al fine di far assegnare alla Bpt spa di Riccardo Fusi il cantiere per la realizzazione della Scuola marescialli dei carabinieri di Firenze».

Per questa «mediazione» De Vito Piscicelli ha chiesto a Fusi un compenso di un milione e mezzo di euro giustificato con la sua antica e consolidata rete di conoscenze, riassunta così in una telefonata del febbraio 2008: «Io ti ho messo a disposizione, a te e ai tuoi uomini, il mio background di dieci anni di buttamento di sangue… Perché sono convinto che insieme possiamo fare delle cose… Io ne avrò benefici e tu altrettanto… Io mi sono giocato dieci anni di rotture di c… di investimenti di tutti i tipi, capisci?».

Fusi in quella conversazione diceva di capire, ma nel frattempo si rivolgeva anche ad altri amici. Uno sembra essere l’onorevole Denis Verdini, già esponente di spicco di Forza Italia e ora coordinatore del Popolo della libertà. Le telefonate tra lui e Fusi sono decine. In un’occasione – riferiscono gli investigatori – il deputato si vanta con l’imprenditore fiorentino di aver contribuito a far nominare Provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis, uno dei quattro finiti in carcere nei giorni scorsi.

«Ti volevo dire-racconta a Fusi il 21 gennaio 2009 – quella cosa lì romana è andata a buon fine, ma è stata dura eh… diglielo ai nostri… Poi lui… devo dire… è stato molto corretto con me… il piacere me l’ha fatto… tra l’altro ho parlato con il suo capo il quale ha detto “Va bè, se è per Denis… allora si fa”. È stata una cosa dura… comunque… una cosa tosta… falla pesà, insomma». Dieci mesi prima, il 3 marzo 2008, Fusi e Verdini parlavano del «coinvolgimento in una comune operazione dell’imprenditore parmense Pizzarotti».

Verdini: «Senti me… ma te con Pizzarotti come stai?».

Fusi: «Io lo conosco, ho un buon rapporto… però c’è stata quella storia degli ospedali della Toscana… Lui si sta facendo l’interporto di Santa Croce…. le ferrovie a Bologna… roba grossa insomma, capito (…). Io non so perché serve, ma insomma…».

Verdini: «Serve per quello che tu sai… perché sembrerebbe che lì ci fossero delle possibilità… ma da andare a stuzzicare… bisogna sapere che rapporto c’hai, insomma…».

Il 28 marzo 2008, invece, discutevano di un’operazione bancaria condotta sul Credito cooperativo fiorentino.

Fusi: «Ti volevo dire, ho parlato ora con Biagini, volevo…».

Verdini: «Sì, si è fatto tutto… un po’ di fatica… ma insomma si è fatto tutto». Un mese più tardi, il 24 aprile del 2008, parlando della composizione del nuovo governo Berlusconi, a Fusi che chiedeva se poteva stare tranquillo Verdini rispondeva: «Tu devi stare tranquillo, perché io ho preso una decisione… A me mi era toccato l’Ambiente (cioè il ministero, ndr)… Però esco fuori, perché se accetto mi tocca rinunciare a tutto, lasciare la banca, capito? Quindi non posso… (…) diventerò capo del partito, prenderò il posto di Bondi (ex coordinatore di Forza Italia, ndr), anche di quello nuovo… ».

Fusi: «Te l’hai capito? Che c’è tutto il mondo… ».

Verdini: «Non ti preoccupare, siamo messi bene…».

Nell’estate di quell’anno Fusi sollecita a Verdini (che in un’occasione chiede all’imprenditore l’elicottero: «Mi sa che mi serve», e quello risponde pronto: «È a tua disposizione, quando dove e perché») un incontro con Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture, per discutere la vicenda della Scuola dei marescialli. Il 5 agosto l’imprenditore parla direttamente col ministro.

Fusi: «Come funzioni, sei già in vacanza? Ci si può vedere un minuto?».

Matteoli: «No, io me ne vado stanotte e torno il 27 a Roma».

Fusi: «Ah, il 27, ho capito, niente allora… So che ci dovrebbe essere stato un po’ di sviluppi per quanto riguarda la Scuola di Firenze… Dovrebbe arrivare al ministero una situazione abbastanza importante perché… l’Autorità di vigilanza ha riscontrato varie irregolarità…».

Matteoli: «Però io… fino al 27 non torno a Roma ».

Fusi: «Ho capito, va bene».

Matteoli: «Ok, buone vacanze». L’8 ottobre Fusi e Verdini parlano ancora della stessa cosa.

Fusi: «Poi ti volevo dire… con il ministro Matteoli… per quella storia della Scuola dei marescialli, che è nell’interesse dello Stato questa cosa, se si potesse anticipare… Se ci fosse verso che ci mettesse le mani lui…».

Verdini: «Con lui ho fissato che ci si sente a fine settimana… ora fammi fare… faccio lui e poi faccio quest’altro…».

Un capitolo dell’informativa dei carabinieri è intitolato «I rapporti dell’ing. Fabio De Santis e dell’ing. Angelo Balducci con l’imprenditore Guido Ballari, a sua volta in rapporti con il senatore Guido Viceconte e con l’onorevole Mario Pepe», nel quale si spiega: «Lo sviluppo investigativo consentirà di rilevare che l’on. Mario Pepe, a cui si aggiungerà anche il senatore Guido Viceconte, sono interessati nel far aggiudicare lavori pubblici all’imprenditore Guido Ballari». Gli investigatori riferiscono che fino al dicembre 2003 Ballari e Pepe comparivano (il primo amministratore unico e il secondo socio) nella Eurogruppo servizi.

In un’occasione, il 26 marzo 2008, i carabinieri ascoltano l’onorevole Pepe che parla con Fabio De Santis di un concorso interno al ministero a cui l’ingegnere ha partecipato. E gli dà brutte notizie: «Ho parlato con Costanza… lei era molto… turbata… perché dice che sei stato vittima di una faida interna al ministero… Ti hanno teso una trappola, però lei si batterà perché tu possa occupare la parte alta della classifica… (…) Noi, quello che dovremmo fare… è cercare di fare scorrere quella graduatoria… Vabbè, ma quello ce lo vediamo noi, non ti preoccupare… ».

L’intreccio di relazioni e telefonate porta i carabinieri a sostenere, in base a una conversazione del 9 giugno 2008, che «vi è qualche problema nei rapporti fra alcuni imprenditori e l’ing. Balducci; infatti Ballari riferisce a De Santis, alludendo a Balducci, che questi è stato brutalmente rimproverato da un soggetto di nome Guido, e probabilmente il riferimento è al parlamentare sen. Guido Viceconte». Diceva l’imprenditore Ballari a De Santis: «È storto perché l’ha cazziato brutalmente… (…) Bisogna trovare un sistema pe’ coprì tutto senza avere guai…». L’indomani De Santis chiamava l’onorevole Pepe e spiegava: «Allora io dovevo dire a Guido Ballari di dire a Guido Viceconte che l’appuntamento è momentaneamente sospeso perché il capo (Balducci, secondo gli investigatori, ndr) vuole fare il punto della situazione in ufficio».

Giovanni Bianconi

(Tratto dal Corriere della Sera)