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L’inchiesta Corruzione e turbativa d’asta imputati anche Sommese e Marrama

Il Mattino, 8 GENNAIO 2018

L’inchiesta Corruzione e turbativa d’asta imputati anche Sommese e Marrama

L’accusa: accordi clandestini all’ombra del «sistema» di Guglielmo La Regina

QUARANTA NOMI A DIBATTIMENTO AD AVERSA MA A NAPOLI NON DECOLLA L’ALTRO FILONE L’UDIENZA

di Leandro Del Gaudio

Una serie di corruzioni e di turbative d’asta, su uno sfondo di accordi su più livelli. Passa la linea dell’accusa, nel corso del filone principale dell’inchiesta «the queen», parliamo del filone d’indagine che due anni fa vide coinvolti professionisti, docenti, uomini politici e manager in carriera. Ieri un nuovo giro di boa, con la decisione del gup Comella di mandare a giudizio trentanove imputati, ritenuti a vario titolo coinvolti in operazioni sospette a proposito di gare di appalto e finanziamenti pubblici.

LE ACCUSE

Prima udienza dinanzi ai giudici del Tribunale di Napoli nord, a partire dal venti febbraio prossimo, si muove il cosiddetto processo appaltopoli, a distanza di un anno dalla fissazione del giudizio immediato per venticinque posizioni, tutti attualmente imputati dinanzi alla quarta sezione penale del Tribunale di Napoli. Ma su cosa fa leva l’accusa costata ieri il rinvio a giudizio di un’intera pattuglia di professionisti napoletani e casertani? Inchiesta coordinata dai pm Alessandro D’Alessio, Maurizio Giordano e Gloria Sanseverino (sotto il coordinamento dell’aggiunto Giuseppe Borrelli), si parte dalle attività di Francesco e Guglielmo La Regina (ieri rinviati a giudizio), che avrebbero fatto leva sui rapporto con l’ex assessore regionale Pasquale Sommese e il suo ex collaboratore di fiducia Antonello Sommese (anche loro ieri rinviati a giudizio) per veicolare finanziamenti pubblici o per condizionare commissioni aggiudicatrici di gare a Napoli e Caserta. Restauro di monumenti, arredo urbano, impianti e allestimenti, nelle due aree metropolitane finiscono al centro delle indagini della Procura di Napoli, grazie all’uso del trojan (un virus inoculato nel cellulare, che consente di intercettare) e a una serie di confessioni: è il caso di Loredana Di Giovanni, ex segretaria di Guglielmo La Regina e dello stesso Antonello Sommese. Ma ecco i nomi che dal prossimo febbraio saranno dinanzi ai giudici di Napoli nord: tra gli imputati, spicca il nome di Daniele Marrama, docente universitario, per anni presidente della Fondazione Banco di Napoli, che dovrà rispondere di un’ipotesi di turbativa d’asta. Un caso che riconduce l’attenzione alle «Porte dei parchi», appalto da nove milioni di euro per la riqualificazione di alcuni castelli medievali nell’alto casertano (Francolise, Rocca d’Evandro, Alife, Calvi Risorta). Marrama qui risponde come consulente giuridico del rup, dopo che l’appalto era stato finanziato – secondo le indagini – grazie all’intervento dei La Regina, dello stesso Sommese e dell’imprenditore Mario Martinelli. Secondo le accuse, Marrama avrebbe dato una veste formale al lavoro di una commissione aggiudicatrice, sapendo che gli appalti erano già veicolati in partenza. Una versione fortemente respinta dallo stesso Marrama, difeso dai penalisti Arturo ed Enrico Frojo, che hanno ricordato in questi mesi che Marrama agiva come supporto esterno al lavoro dei commissari e difficilmente avrebbe potuto conoscere le trame indicate dalla Procura. Ma andiamo a conoscere le altre posizioni. Sentenza di non luogo a procedere per Pasquale Garofalo (per il quale il processo già è in corso a Napoli), difeso dai penalisti Alfredo Marrandino, Francesco Picca e Paolo Trofino; mentre vanno a giudizio altri nomi eccellenti del mondo politico e imprenditoriale campano.

I NOMI

Domenico De Cristofaro, Ferdinando Bosco (ex sindaco di Casapulla). Vanno a giudizio inoltre Claudio Accarino, Pasquale Amato, Michele Apicella, Giuseppe Avecone, Aldo Aveta, Vito Cappello, Marco Cascella, Mario Cerrone Palermo, Luigi Conte, Carlo Coppola, Andrea d’Aniello, Claudio De Biasio, Luciano Di Fraia, Rino D’Imola, Vincenzo Manocchio, Mario Martinelli, Salvatore Mazzocchi, Raffaele Meo, Andrea Annunziata, Umberto Perillo, Carlo Antonio Piccirillo, Raffaele Piccolo, Domenico Antonio Ranauro, Corrado Romano, Vincenzo Sposito, Sergio Stenti, Salvatore Visone, Alessandro Zagaria, Raffaele Zoccolillo. Difesi, tra gli altri, dai penalisti Antonio Abet, Marco Campora, Alessia Duraccio, Gaetano Inserra, Alfonso Furgiele, Lucio Majorano, ora gli imputati puntano a dimostrare la propria estraneità rispetto all’appartenenza al cosiddetto sistema La Regina.