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Libro “La mafia che ho conosciuto. Un racconto per le vecchie e le nuove generazioni” di Alfredo Galasso

La mafia che ho conosciuto. Un racconto per le vecchie e le nuove generazioni

di Alfredo Galasso

Editore: Chiarelettere

acquistabile online al seguente link:https://www.ibs.it/mafia-che-ho-conosciuto-racconto-libro-alfredo-galasso/e/9788832963106

Dall’incontro con Rocco Chinnici, Falcone e Borsellino al maxiprocesso. Dal delitto Pecorelli a Mafia capitale, al processo sulla trattativa. Il racconto di un protagonista in prima linea contro le mafie e la criminalità organizzata.

“Ma la trattativa c’è stata o no?”
“L’accordo tra mafia e Stato non è una novità, risale alle origini dell’una e dell’altro”.
Colloquio tra Alfredo Galasso e il pentito di mafia allora suo assistito Angelo Siino, ex “ministro dei Lavori pubblici” di Cosa nostra.

Alfredo Galasso ricostruisce nella forma del racconto in prima persona l’avventura di una vita. Una testimonianza esclusiva che attraversa gli ultimi quarant’anni della storia d’Italia, segnati da efferati omicidi, misteri e poteri occulti, logge massoniche, politici corrotti, criminali sanguinari, ma anche da una straordinaria schiera di uomini di Stato integerrimi e combattivi che hanno lottato fino al sacrificio più estremo. Avvocato di parte civile in molti processi, amico personale di Falcone, Borsellino e altri protagonisti della lotta alla mafia, Galasso rievoca gli anni della nascita del pool, il maxiprocesso conclusosi a Palermo nel 1992 con la condanna del gotha di Cosa nostra, il processo Pecorelli che vide sul banco degli imputati Giulio Andreotti e infine quello di Mafia Capitale, fornendo per ognuno numerosi particolari inediti. Un testimone d’eccezione, legale tra gli altri dei collaboratori di giustizia Angelo Siino (il “ministro dei Lavori pubblici di Cosa nostra”, custode di svariati segreti e protagonista di tanti processi, compreso quello tuttora in corso sulla Trattativa) e Calogero Brusca, cugino di Giovanni Brusca, il killer di Capaci. Una storia per le giovani generazioni (e non solo), per non dimenticare, ora che la parola mafia sembra quasi scomparsa dai radar dell’informazione.