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L’ex Sindaco di Gaeta Antonio Raimondi si autosospende dalle sue funzioni di consigliere comunale per il clima di violenze esistente nella città.

C’è un clima oltremodo rovente – e non solo dal punto di vista meterologico – a Gaeta, in provincia di Latina.
Un clima probabilmente appesantito da ragioni che prescindono da un confronto politico e che altrettanto probabilmente toccano altri aspetti che meritano di essere indagati da organismi specializzati centrali.
Non sarebbe, infatti, cosi surriscaldato il clima in amministrazione comunale se non ci fosse il sospetto di interessi di qualcuno.
Apprendiamo dai giornali di denunce che sarebbero state presentata all’Autorità Giudiziaria sia da parte di qualche consigliere che da parte del Comandante della Polizia Municipale per presunte aggressioni fisiche da essi subite.
Diciamo “presunte” per mantenerci nel rigore della cautela in attesa di un intervento dell’AG adita, anche se i media parlano dettagliatamente di aggressioni vere e proprie perpetrate da una parte e subite dalle altre.
E così non sta bene perché mai in passato, pur nei momenti più travagliati della storia politico-amministrativa gaetana caratterizzati dal massimo dell’animosità di cui chi scrive è stato, peraltro, uno dei protagonisti, si è arrivati alle mani.
Si trattava di altra gente, di altra statura politica, per non dire anche culturale.
Noi dell’Associazione Caponnetto condividiamo il gesto compiuto dall’ex Sindaco Antonio Raimondi di autosospendersi dalle sue funzioni di consigliere comunale e gli esprimiamo la nostra
solidarietà, solidarietà che estendiamo sia al consigliere
Matarazzo che al Comandante della Polizia Municipale i quali
sarebbero (e continuiamo con il condizionale) le vittime delle
aggressioni.
Ma non ci fermiamo qua perché vogliamo “capire” le ragioni vere
che sottenderebbero ai presunti atti di violenza da essi subiti.
Vogliamo capire “che cosa” sta all’origine di tali comportamenti.
Gaeta è una delle città che troviamo nell’elenco di quelle più in
filtrate dalla camorra nel Basso Lazio e ciò ci preoccupa
notevolmente perché non vorremmo che ci sia un piano
strategico tendente ad intimidire chi non si adegua al sistema.
Noi chiediamo che della questione gaetana se ne interessino
personalmente il Procuratore Capo della Repubblica -nonché
Coordinatore della DDA- di Roma Dr. Giuseppe Pignatone e la DIA
perché riteniamo che solo loro siano in grado di disegnare il
“quadro” di una situazione generale, che, vista con un’ottica che
escluda le parcellizzazioni, potrebbe condurre a letture
interessanti.
Non dimentichiamo che stanno partendo a Gaeta piani colossali
sia nel campo della portualità che dell’edilizia.
Ci sono 3-4 porti da realizzare, fra pubblici e privati, e sta per
partire il piano che prevede lavori di edilizia a Muro Torto in via
S. Agostino per importi rilevanti.
Ed è quindi ipotizzabile che la camorra stia con gli occhi puntati,
pronta ad accaparrarsi tutto.
Con tutto ciò che ne consegue, compreso il suo intendimento di levarsi dalle scatole coloro che considera i disturbatori.
E’ un’ipotesi, ovviamente, tutta da verificare e noi siamo già pronti con tutti i riflettori accesi, ma un’ipotesi diremmo imposta dalle circostanze sopradescritte.