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. Lettera aperta di un Testimone di Giustizia all’On. Mattiello. La tragedia dei Testimoni di Giustizia ed il Sistema Protezione che fa acqua da tutte le parti

Lettera aperta di un Testimone di Giustizia indirizzata all’on. Davide Mattiello coordinatore del V comitato della Commissione Parlamentare Antimafia.

Caro On. Mattiello, ieri sera sul sito della Gazzetta del Mezzogiorno era riportato il seguente articolo:
Ossa bruciate in campo a Valenzano: forse resti di testimone di giustizia
BARI – Frammenti di ossa bruciacchiati trovati a 400 metri dalla sua abitazione. Lì, sotto un albero annerito, la macabra scoperta fatta dai Carabinieri domenica mattina. Troppo presto per dire se il cadavere carbonizzato, perché di resti umani si tratta, sia quello di Alessandro Leopardi, di 38 anni, artigiano di Valenzano di cui non si hanno più notizie dal 1° ottobre scorso. La Procura di Bar iha avviato accertamenti su quei frammenti di ossa trovati in campagna alla periferia di Valenzano, sotto un albero di ulivo, a ridosso di un muretto a secco. I Carabinieri della Compagnia di Triggiano, coordinati dal Pm Manfredi Dini Ciacci, non escludono che si tratti dei resti dell’uomo. Prima, però, occorrerà attendere gli esami del Dna e i risultati di accertamenti di natura medico-legale affidati al professor Francesco Introna, dell’Università di Bari. Ieri pomeriggio il padre di Leopardi ha raggiunto l’Istituto di medicina legale nel Policlinico, per sottoporsi al prelievo del Dna da confrontare con quello estratto da piccoli frammenti ossei. Un lavoro non semplice, considerate le condizioni in cui le ossa erano ridotte. Per conoscere il risultato occorrerà attendere una ventina di giorni. Omicidio l’ipotesi di reato. Una ragione tecnica anche per consentire agli investigatori di poter svolgere altri accertamenti e indagini. Alessandro Leopardi denunciò nel 2005 per estorsione e fece arrestare tre presunti componenti del clan Stramaglia di Bari: Michele Buscemi, Luca Masciopinto e Matteo Radogna. L’uomo e la sua famiglia vennero sottoposti a un periodo di protezione nelle Marche fino al 2011. Poi decisero di tornare in Puglia. Gli investigatori sospettano che l’uomo, un corniciaio che nel 2005, con la sua denuncia, contribuì a fare arrestare tre persone, sia stato vittima di una lupara bianca. Ma la pista non è affatto l’unica (sempre che quelle ossa siano di Leopardi). Appare strano, ad esempio, che i possibili assassini abbiano deciso di liberarsi del corpo a una distanza così ravvicinata dalla sua abitazione. Se fosse davvero lui, potrebbe avere incontrato qualcuno con cui ha litigato per ragioni diverse da quella vecchia denuncia? La zona in cui è stato ritrovato il corpo bruciacchiato era già stata battuta dai militari, ma subito dopo la denuncia di scomparsa, nell’immediatezza delle ricerche, quel corpo bruciacchiato e quei frammenti non erano apparsi così evidenti. Ad un secondo passaggio la macabra scoperta. Leopardi mercoledì mattina, primo giorno di ottobre, presumibilmente intorno a mezzogiorno è uscito di casa, ha raggiunto la strada ed è salito in macchina. O qualcuno lo ha costretto a farlo. Da quell’esatto momento non se ne hanno più notizie. L’ultima a parlare con lui è stata la moglie Rossella, uscendo di casa poco dopo le 9. Poi il nulla. Quando la donna è rincasata, intorno alle 13.15 ha trovato la porta aperta, le pentole sui fornelli, le pietanze in cottura, il cellulare del marito sul tavolo. Nessun segno di scasso sulla porta, l’appartamento in perfetto ordine. Chi lo conosce lo descrive come una persona tranquilla e perbene. Sono giorni terribili per chi gli vuole bene. E’ inquietante l’ipotesi che le ossa umane bruciate trovare a Valenzano vicino a Bari siano di Alessandro Leopardi, testimone di giustizia scomparso la scorsa settimana”. Lo afferma il deputato Davide Mattiello (Pd), componente della Commissione Antimafia. “Leopardi – sottolinea il parlamentare – era tornato nella sua localita’ di origine nel 2011, dopo aver contribuito a far arrestare tre delinquenti legati al clan Stramaglia. La valutazione della attualita’ e della gravita’ del pericolo in situazioni come questa e’ rimessa alla Procura Distrettuale, che puo’ proporre il soggetto esposto all’attenzione della Commissione Centrale affinche’ questa disponga le misure speciali previste dalla legge. Mi chiedo – prosegue – se dal ritorno in localita’ d’origine del Leopardi, siano state fatte queste valutazioni”. Mattiello afferma che “di questi giorni sono anche i continui allarmi lanciati da Francesco di Palo, testimone uscito dal programma di protezione e tornato in localita’ d’origine, Altamura. Confido nella massima attenzione da parte della Procura barese: non si puo’ abbassare la guardia mai. Proprio per la prossima settimana e’ attesa la sentenza di primo grado per l’assassinio di Domenico Noviello, punito per aver denunciato, diversi anni dopo le denunce stesse”.
Stranamente questa mattina la redazione della Gazzetta del Mezzogiorno ha modificato quella parte del su citato articolo che riguardava il comunicato stampa che ieri avevi rilasciato alla agenzia ANSA, così come segue,
«È inquietante l’ipotesi che le ossa umane bruciate siano di Alessandro Leopardi, testimone di giustizia scomparso la scorsa settimana – afferma il deputato Davide Mattiello (Pd), componente della Commissione Antimafia -. La valutazione della attualità e della gravità del pericolo in situazioni come questa è rimessa alla Procura Distrettuale, che può proporre il soggetto per misure speciali previste dalla legge».
Come vedi caro Davide il passaggio che fa riferimento al ritorno del sottoscritto in località di origine è stato cancellato. Ho inviato una mail alla redazione della Gazzetta del Mezzogiorno con la quale ho chiesto chiarimenti ma nessuno mi ha risposto. Caro Davide chi ha interesse ad occultare all’ opinione pubblica una notizia che riporta le gravi responsabilità di chi all’interno delle Istituzioni mi ha costretto a tornare ad Altamura?. Chi ha interesse a non fare sapere all’opinione pubblica che un Testimone di Giustizia è tornato in località di origine perché il Servizio Centrale di Protezione mi ha costretto a rendere pubblica la mia residenza che è ormai nota a tutti coloro che ho denunciato?. Chi ha interesse ad occultare all’opinione pubblica le gravi responsabilità delle Autorità Giudiziarie di Bari che non hanno predisposto adeguate tutele per me e per la mia famiglia nonostante coloro che ho denunciato sono stati scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare e nonostante i processi sono attualmente in corso? Caro Davide è da mesi che non faccio altro che inviare decine di missive a mezzo raccomandata al Ministero dell’ Interno, al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, al Comando Provinciale dei Carabinieri di Bari con le quali ho manifestato le mie preoccupazioni perché temo ritorsioni a causa delle mie denunce. Nessuno mi ha mai risposto!
Caro Davide ma lo Stato con chi sta con chi denuncia o con i mafiosi?
Francesco Dipalo