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Lettera aperta al Procuratore di Latina di Vincenzo Trani sul litorale di Fondi

LETTERA APERTA AL PROCURATORE CAPO DELLA REPBBLICA DI LATINA

Procuratore,

ho deciso di vivere sul litorale fondano per consentire a me e alla mia famiglia di poter godere di un ambiente sano e incontaminato.

Ricordo da bambino i piccoli granchi che popolavano quelle rive salmastre ed arse dal sole che subito dopo rinverdivano sotto i vigorosi ciuffi delle essenze di macchia mediterranea di cui la duna litoranea era ricca, nonostante il radicale intervento di bonificazione della zona di Selvavetere.

Dagli scritti storici è possibile apprendere che l’area di Selvavetere era costituita da una vasta area paludosa capace di confondere il bacino del lago di Fondi in un acquitrino. La duna era così forte da contenere la furia del mare in tempesta in modo da evitare di mescolarsi alle acque dolci dell’acquitrino per preservarne la vita.

Nell’anno 2005 il comune di Fondi, con l’illegittima complicità della Regione Lazio, del Commissariato per la liquidazione degli Usi Civici, del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e di tutti gli organi preposti alla tutela del territorio, ha deciso di “denaturalizzare” la duna litoranea mediante la spesa di 960.000 euro finanziata dalla Unione Europea, in modo da creare un buon giro d’affari, forse volendo prevenire gli effetti della crisi economica che oggi stiamo vivendo.

Mi spiego: la duna era piena di alberi di alto fusto, di un fitto sottobosco con qualche casa abusiva realizzata anche con l’intervento tecnico di qualche consigliere comunale di elevato rango che nelle passate legislature, oltre a svolgere l’attività di progettista, si è dilettato a svolgere la funzione di Assessore all’Uso Civico e/o all’Urbanistica, a seconda delle correnti politiche del momento.

960.000 euro nel 2005 erano una somma ragguardevole e per poterla incassare bisognava spenderla, cosicché è sorta la spinta del ripristino della “legalità” attraverso la demolizione delle case abusive a ridosso della duna, in modo da poter giustificare il ripristino dell’ambiente, lo smaltimento dei rifiuti speciali costituiti dai prodotti delle demolizioni e poi la piantumazione di essenze di macchia mediterranea sulla duna, ricostruita là dove c’erano le case abusive.

Il progetto regionale, per evitare che qualche boscaiolo potesse confondere le case abusive con gli alberi di alto fusto, ha fatto divieto al comune di estirpare le piante viventi sulla duna.

Purtroppo la regione, per motivi non ancora compresi, non ha svolto alcun controllo.

Il Commissariato agli usi Civici per motivi giuridici non apprezzabili, si è fidato di quanto dichiarato dal comune di Fondi omettendo di svolgere un sopralluogo e pur avendo disposto 30 consulenze tecniche per tramite del Geom. Angelo Benedetti, gli ha fatto divieto di accedere sulla duna e nella località di Selvavetere, per evitargli l’imbarazzo di dover redigere il necrologico delle essenze di macchia mediterranea distrutte dal comune di Fondi, grazie alla cecità anche di quegli ufficiali di P.G. che hanno assistito alla vile demolizione delle abitazioni e degli alberi.

Purtroppo i rappresentanti dello Stato tutti hanno dovuto assistere a ben altre esecuzioni capitali che hanno interessato, oltre all’eccidio delle piante, allo smembramento della duna in modo da liberarla oltre che dalle case abusive anche dalle radici degli alberi che la rendevano coesa, cosicché da poterla rendere come quelle tombe nude di foscoliana memoria, idonee a celare i rifiuti speciali che dovevano essere smaltiti in discarica.

Dagli atti presenti presso l’Ufficio Tecnico comunale risulta però che c’è stato un gran movimento di camion verso le discariche, che ha determinato la spesa di buona parte di quei 960.000 euro.

Siccome bisogna essere corretti e nessuno deve arricchirsi in danno di altri, il comune di Fondi ha predisposto un dettagliato e articolato piano di spesa cosicché, quando i numerosi cittadini che vedevano seppellire le case demolite sotto la duna, denunciavano il fatto alle autorità locali, il comune di Fondi aveva la forza di interrompere le indagini giustificando con il piano finanziario che tutte le case abusive erano state trasportate a discarica.

Nel contempo, numerose persone denunciavano l’eccidio di alberi di leccio, ulivi, pini, ginepri ed altro. Ma anche in questo caso la solerte amministrazione comunale ha documentato l’acquisto di alcune migliaia di “alberi” di essenza mediterranea, omettendo però di dire che erano alti meno di 30 centimetri.

In conclusione, dopo due anni di duro lavoro la duna è stata smontata e ricomposta, le case abusive “casualmente” non appartenenti ad amici e parenti degli amministratori in carica, non comparivano più sul sovrassuolo della duna. Gli alberi piantumati nella tarda primavera sulla salata sabbia, avendo il comune portato in superficie la parte salata che si trovava sotto, con un comportamento spregevole e irriguardoso dei cicli della natura che impiega in media 10 anni per depurare dal sale 50 centimetri di sabbia, sono inariditi oltre che per la presenza del sale che si sa, nei tempi antichi veniva utilizzato per rendere sterile il terreno dei vinti, anche per l’assenza di un impianto di irrigazione funzionante.

Oggi, in assenza di ogni attività di indagine e di sondaggio da parte degli organi inquirenti, in assenza di sequestri penali e/o di perizie tecniche di accertamento che in molti casi consentono a Lei di poter accertare quelle verità nascoste, nell’interesse della verità e della giustizia, grazie alle recenti mareggiate e al quotidiano LATINA OGGI che le ha rappresentate, tutti possono verificare che forse le passate denuncie di seppellimenti di fabbricati demoliti, lastre di amianto e quant’altro non meritavano di essere archiviate.

Se è tollerabile la conservazione di villaggi turistici abusivi, Sua Eccellenza non potrà consentire che è stata realizzata una discarica abusiva sotto la duna litoranea, senza almeno ordinare al comune di Fondi di ridurre i danni per tale misfatto, dissimulato così bene che la stessa Commissione d’Inchiesta non sembra abbia censurato la “denaturalizzazione” della duna.

È di questi giorni la notizia che si è diffusa tra le vittime delle demolizioni, che il comune di Fondi sta inviando loro le richieste di rimborso dei costi di trasporto a discarica delle case abusive per il fatto che i 960.000 non sono bastati, tanto era il materiale da smaltire.

Procuratore,stando così le cose, abbiamo la dimostrazione che la duna ormai trasformata in discarica non potrà più essere risanata ed i potenti forse continueranno a farla franca come spesso accade.

Mi auguro tuttavia che Lei, a fine carriera, ci possa dare un segno di presenza che valga come testamento di onore.

Cordialmente La saluto.

Fondi, 31/12/08
Vincenzo Trani