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Lettera aperta al nuovo dirigente del Commissariato della Polizia di Stato a Formia

LETTERA APERTA DELL’ASSOCIAZIONE “ANTONINO CAPONNETTO” AL NUOVO DIRIGENTE DEL COMMISSARIATO DELLA POLIZIA DI STATO DI FORMIA DR. CRISTIANO TATARELLI. 

SUL PIANO INVESTIGATIVO, VA ALZATO LO SGUARDO AI PIANI ALTI, AL MONDO DELLA POLITICA E VA AVVIATA UNA SERIA ED PPROFONDITA AZIONE DI ACCERTAMENTO DELL’ORIGINE DEI CAPITALI. SOPRATTRUTTO QUESTE SONO LE DUE COSE DA FARE E NON LIMITARSI A COLPIRE “L’ALA MILITARE “ DELLE MAFIE. 

 

 

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 Si continua a tenere un profilo basso nell’azione di contrasto della criminalita’ organizzata. 

 

Il nuovo dirigente del Commissariato della Polizia di Stato di Formia-vice questore aggiunto Crisiano Tatarelli, fino a qualche settimana fa Capo della Squadra Mobile della Questura di Frosinone-ha un pedigree di tutto rispetto in quanto si è formato in zone “calde”, come Gela ecc. 

 

Ma proprio per questo non comprendiamo certe sue affermazioni circa la presenza mafiosa prima a Frosinone ed ora a Formia e nel sud pontino. 

 

“Conosco il territorio, ma è cambiato parecchio, ha detto infatti il Dr. Tatarelli. C’è stato un grosso sviluppo economico, è da vedere se legato o meno al riciclaggio di denaro. Rispetto alla Ciociaria, già negli anni’80 e ’90 c’erano clan ben radicati. Cosa che da noi a Frosinone, non è mai successo. Poi, dagli anni ’90 con operazioni condotte nelle province di Caserta e Latina i clan sono stati annullati”. 

 

Ragioni di prudenza e di riservatezza non ci consentono di fare nomi, ma il Dr. Tatarelli sa molto bene, avendo trattato a Frosinone una pratica scottante di riscossione tributi, che le cose non stanno esattamente così come appaiono. 

 

A Frosinone, come a Latina, c’è un forte radicamento mafioso; c’è, molto diffuso, un forte fenomeno dell’usura che riguarda anche qualche banca; ci sono stati e ci sono forti investimenti immobiliari, nel commercio, negli autosaloni ecc. da parte della criminalità organizzata; ci sono talune anomalie nell’apparato giudiziario. Una situazione, insomma, che non lascia tranquilli. 

 

Formia. Affermare che i clan sono stati “annullati” è un po’ azzardato, secondo noi. Ci dobbiamo mettere d’accordo sulla terminologia. Se per “clan “ si intendono quelli storici, possiamo essere d’accordo, fino ad un certo punto. Ma sono “ quelli” i clan che mettono paura? O, meglio, per fugare ogni equivoco, sono solo “ quelli” i clan???

 

In Italia si è soliti parlare sempre e solo della manovalanza, dei piani bassi. 

 

Dobbiamo dare atto al Dr. Tatarelli di aver compiuto un passo in avanti rispetto a tanti altri suoi colleghi. Infatti egli ammette che “già negli anni ’80 e ’90 c’erano clan ben radicati”. 

 

Esattamente il contrario di quanto sostengono tanti politici nostrani che proprio in questi ultimi giorni si sono esibiti in dichiarazioni davvero orripilanti circa… l’inesistenza della mafia sul nostro territorio!!!… Indaghi per capire “perché” vengono fatte queste affermazioni!!!… 

 

Se il Dr. Tatarelli si andrà ad ascoltare le intercettazioni fatte nell’ambito dell’operazione “Formia Connection” sentirà nomi di politici ben noti. E’ da qua che noi gli suggeriamo di partire perché il discorso è POLITICO, quando si parla di mafie. E’ nelle pieghe della politica che bisogna trovare i mafiosi, quelli veri, e i loro sodali. E’ nell’intreccio perverso fra politica, affari e mafia che bisogna scavare e colpire se si vuole fare un’azione seria di contrasto del fenomeno criminale. 

 

Politica e mafia, disse Piero Grasso tempo fa proprio a Formia, sono come il mare ed i pesci, non ci sono questi se non c’è quello. 

 

Formia ha avuto uno sviluppo urbanistico e commerciale sproporzionato rispetto alla domanda. 

 

Andiamo a vedere, dr. Tatarelli, ”chi” sono gli “attori” di tale “sviluppo” e, soprattutto, ”CHI” lo ha consentito, rilasciando licenze, concessioni, varianti e quant’altro. 

 

Ci siamo occupati dei “piani commerciali” in itinere, esprimendo le nostre preoccupazioni. Abbiamo chiesto di indagare su tutte le compravendite, i passaggi di proprietà, i cambi di società. Invano, come sempre. Eppure proprio a Formia c’è un “gruppo” della Guardia di Finanza composto da centinaia di uomini e dai “baschi verdi”, che ben potrebbe essere utilizzato, oltreché per gli scontrini, soprattutto sul piano delle INDAGINI PATRIMONIALI. 

 

Non parliamo, poi, dello sviluppo urbanistico: un vero e proprio assalto a monte ed a mare. Un solo nome: Mamurrano. Gli altri, ai confini con Itri, Gaeta, Spigno Saturnia e Scauri, sono ben noti-o, per lo meno, dovrebbero essere noti –alle forze dell’ordine locali. 

 

Per concludere, Dr. Tatarelli, alzi lo sguardo ai piani alti, lei che ne ha le capacità. 

 

L’azione investigativa la indirizzi verso l’accertamento della “provenienza” dei capitali investiti e da investire, la “tracciabilità del denaro” e, soprattutto, la POLITICA. 

 

Associazione “Antonino Caponnetto”