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Lettera al Ministro degli Interni On.Amato sul “caso Prefettura di Latina”

Roma, 9 settembre 2006

On. Giuliano AMATO
Ministro degli Interni – ROMA

Oggetto: Prefettura di Latina

Onorevole Ministro,

con una serie di note, riportate sul sito di questa Associazione regionale (www. comitato-antimafia-lt. org), l’abbiamo messa al corrente della delicatissima situazione esistente nella Prefettura di Latina, una situazione caratterizzata da deprecabili comportamenti assunti da taluni alti dirigenti ai danni di altri.

L’immagine della predetta Prefettura che è venuta fuori, in questi giorni, dopo che alcuni organi di stampa si sono occupati di alcuni spiacevoli episodi verificatisi negli uffici, è veramente pietosa. Qualche funzionario, infatti, si è visto costretto a ricorrere alla cure mediche a causa di aggressioni verbali subite in ufficio da parte di suoi superiori; mentre altri dirigenti vivono da tempo in uno stato di vera e propria prostrazione determinata dall’isolamento nel quale, ignorando le loro qualità morali e la loro alta preparazione professionale, sono stati relegati.

Sappiamo che gli uffici del suo Ministero hanno già disposto un’indagine sulla Prefettura di Latina dopo il clamoroso, ingiusto ed illegittimo trasferimento per “incompatibilità ambientale” del vice prefetto vicario Dottoressa Maria Rosaria Ingenito, ma corre voce che gli ispettori che hanno effettuato tale indagine non sono stati in grado di ascoltare tutti i funzionari e dirigenti vittime di discriminazioni perché questi erano assenti per ferie o per malattia.

La situazione da noi denunciatale si va a sommare a quella che riguarda il ruolo svolto dalla Prefettura di Latina da qualche anno soprattutto per quanto riguarda il quadro relativo al rispetto della legalità e della lotta contro la criminalità organizzata.

La provincia di Latina è notoriamente afflitta da un’illegalità diffusa, mentre una parte cospicua della sua economia è nelle mani della criminalità organizzata.

Sono anni che questa Associazione sta sostenendo la necessità di un’azione più incisiva delle Istituzioni pontine perché si tenti almeno di salvare il salvabile, ricreando spazi di vivibilità civile.

La Prefettura avrebbe dovuto svolgere al riguardo, per le funzioni ad essa assegnate, un ruolo determinante.

Abbiamo dovuto, però, con un profondo senso di angoscia, constatare (mettendola in risalto anche nella Relazione da noi presentata alla Commissione criminalità della Regione Lazio e anch’essa pubblicata sul sito di questa Associazione), l’”irrilevanza” di questo importante presidio dello Stato sul territorio pontino.

In queste ultime settimane è divampata la polemica sulla stampa in ordine alla situazione della sicurezza e dell’ordine pubblico in provincia di Latina, a seguito di dichiarazioni rilasciate da taluni esponenti politici che solo ora mostrano di accorgersi della gravità di una situazione che si è andata determinando e consolidando nei decenni, nell’indifferenza delle Istituzioni, dei partiti politici e così via.

L’impressione di chi, come noi, da anni svolge un’attività, non solo di carattere sociale e culturale, sul piano della lotta contro le illegalità e le mafie, è che ancora una volta si siano volute affrontare queste tematiche delicate con un pressappochismo ed una superficialità spaventosi.

Le strategie finora elaborate sono obsolete, le tattiche assolutamente inefficaci.

In provincia di Latina, di fronte ad una criminalità organizzata impegnata sul versante dell’economia, non viene svolta un’investigazione tendente ad individuare l’”origine” dei capitali investiti, la vera “identità” di chi investe.

Le carenze su questo piano delle Istituzioni, per quanto di loro rispettiva competenza, sono mostruose. La soluzione di questi problemi non si può raggiungere solo con la militarizzazione del territorio, aumentando gli organici delle forze dell’ordine, ma, piuttosto, alzando il LIVELLO dell’azione investigativo, coordinando forze dell’ordine ed organi giudiziari, qualificando e rendendo più visibile ed efficace il ruolo della Prefettura.

Questa Associazione, facendo seguito alle numerose note già inviatole al riguardo ed in attesa di una sua risposta, chiede nuovamente l’adozione di provvedimenti radicali che mettano fine alla situazione prospettatale.

Cordiali saluti

IL SEGRETARIO REGIONALE
Dr. Elvio Di Cesare