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Legambiente e Libera sul Lago di Paola di Sabaudia

Legambiente Sabaudia

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Lo chiamano progetto di riqualificazione e fruizione sostenibile del Lago e del Canale Romano, si legge porto nel Lago e scasso del Parco nazionale del Circeo.

Il progetto della provincia di Latina non andrà in porto!!

Il progetto di presunta riqualificazione e fruizione sostenibile del Lago di Paola e del Canale Romano, sostenuto dalla Provincia di Latina e dal Comune di Sabaudia, costituisce un attentato al Parco nazionale del Circeo, al suo patrimonio storico-ambientale e al complesso di norme regionali, nazionali ed europee, poste a sua protezione. Esso è nulla di più che un “cavallo di troia” per realizzare, all’interno del Lago di Paola, un porto con l’avvio di tutte le speculazioni annesse. Ricordiamo, a questo proposito, le importanti denuncie pubblicamente rilasciate (La7, programma “reality”) dalla proprietaria di maggioranza del Lago di Paola, i suoi esposti e le relative lettere pubbliche inviate alla Procura e al Prefetto di Latina, relativamente al rischio di infiltrazione di esponenti legati ai clan della malavita campana, in particolare dei Casalesi, interessati ad infiltrarsi nel territorio e a riciclare denaro. Ancora, nel rapporto sulle presenze della criminalità organizzata a Roma e nel Lazio redatto dall’Osservatorio Tecnico Scientifico per la sicurezza e la legalità è emersa un’estesa e crescente infiltrazione della camorra e della ‘ndrangheta nel tessuto economico e sociale della provincia di Latina. In particolare, in questa “area di infiltrazione”, che molte indagini lasciano intuire essere connotata da “una forte stabilità intercosche”, i settori di intervento della criminalità organizzata sono, tra gli altri, appalti per infrastrutture ed edilizia, “aggressione al settore delle agenzie portuali e turistiche, considerate strategiche anche per altri traffici”. Non ci dimentichiamo poi delle recenti inchieste giornalistiche nazionali, come quella comparsa il 28 agosto per il settimanale L’Espresso dal titolo “Circeo connection” o per il settimanale Left il 19 settembre dal titolo “Il crimine e l’attesa”. In un’interrogazione (proposta dai Senatori Vita, Ranucci e Zanda), viene definito il progetto della Provincia di Latina, “dall’impatto devastante e a rischio di infiltrazioni malavitose”. A questo riguardo, cosa rispondono gli amministratori locali? Perché non si impegnano, come dovrebbero, contro l’abusivismo, che è florido, impunito e diffuso da decenni intorno alle sponde del Lago e all’interno dello stesso (darsena e attività connesse)? Ricordiamo inoltre che il sito interessato è oggetto di vincoli comunitari essendo riconosciuto quale area S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario – direttiva 79/409/CEE) e Z.P.S. (Zone a Protezione Speciale – direttiva 92/43/CEE), gode di un vincolo idrogeologico e archeologico, che ci pare difficile superare con lo slancio e l’indifferenza prevista dalla Provincia di Latina, è sottoposto alla Convenzione di Ramsar, dispone di un vincolo paesaggistico regionale totale (ambito territoriale 13), che la parole fine dovrebbe mettere sulla questione. Detto questo, secondo la nostra opinione, il progetto deve essere rigettato tanto che preannunciamo, qualora invece dovesse essere sostenuto, di ricorrere alla Procura della Repubblica e poi all’U.E. per chiedere l’apertura di un procedimento di infrazione per chiara violazione delle norme comunitarie. Non è secondo noi sostenibile un progetto che prevede lo scasso del Parco nazionale, la violazione delle norme poste a sua protezione, la definitiva compromissione di un territorio già pesantemente gravato dall’abusivismo edilizio e dalla speculazione!! Per questa ragione chiediamo che l’Ente Parco bocci definitivamente il progetto e invece riqualifichi l’area in modo realmente ecosostenibile, così da stabilire per questa la necessaria fruibilità, la doverosa valorizzazione del suo patrimonio storico-archeologico e ambientale, da ristabilire un livello di decoro e di legalità, che ci pare, di tutta evidenza, saltato oramai da 23 lunghi anni. L’unica strada in questo senso è quella di utilizzare gli strumenti di pianificazione previsti dalla legge quadro nazionale sulle aree protette (lex 394/91 e 426/98) e quindi realizzare un Piano del Parco condiviso, moderno, autorevole. Di strade alternative non ne vediamo.

Il coordinatore provinciale di Legambiente e Presidente del circolo Larus di Sabaudia
Marco Omizzolo

Il coordinatore provinciale di Libera
Paolo Vescovo