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Le parole della mafia

Ex Libris     Pubblichiamo la prefazione, scritta da Giuseppe Lumia, senatore Pd ed ex presidente della Commissione parlamentare Antimafia, al libro di Rosario Marino (ed. La Zisa – pp. 208, euro 10)

La mafia, non va mai dimenticato, è un sistema complesso con una dimensione territoriale ed un’altra, invece, proiettata sul piano internazionale.
Il sistema ha tanti lati che non vanno mai sottovalutati: da quello militare e organizzativo, a quello sociale e culturale, da quello economico e finanziario a quello politico ed istituzionale.

Conoscere le mafie e costruire un progetto adeguato ed efficace di contrasto è una sfida ancora aperta; basti pensare che nel nostro Paese la lotta alle mafie non è mai stata considerata una assoluta priorità, certamente non al livello dimostrato, al contrario, nella lotta al terrorismo, senza dubbio pericoloso ma certamente meno invasivo delle tante organizzazioni criminali fortemente radicate nell’intero territorio nazionale. Fino ad oggi, lo dico non sottraendomi ad una critica severa verso me stesso e la mia parte politica, sono mancate soprattutto nei governi e nel Parlamento quella continuità d’azione e quella diffusa solerzia d’intenti che in un’opera del genere debbono avere sempre la massima precedenza. Tutto questo si è purtroppo tradotto, in termini pratici, nella mancata assegnazione di adeguati mezzi finanziari alle forze di polizia e agli organi giudiziari, a coloro cioè che sono impegnati in prima fila nella difesa della legalità, e legalità, deve essere chiaro a tutti, vuol dire salvaguardia della vita stessa della nostra democrazia. E senza una sana e forte democrazia non ci può essere futuro per il nostro Paese.
Ecco i motivi per cui sono stati raggiunti dei buoni risultati con l’antimafia del “giorno dopo”, dopo cioè che la mafia purtroppo ha già colpito o dopo che sono state ridefinite leadership e strutture di coordinamento e di decisione a seguito della cattura di un boss latitante.

Ma tutto questo non basta più. Se vogliamo vincere una volta per tutte questa guerra, è necessario cambiare rotta, senza perdere ancora tempo prezioso. Dobbiamo passare – si tratta di uno sforzo innanzitutto culturale al quale tutti debbono essere chiamati a partecipare, e che non ammette diserzioni di alcun genere da parte di chicchessia – all’antimafia del “giorno prima”, mettendo al centro dell’agenda della vita sociale ed istituzionale la lotta alle mafie con un progetto mirato, in grado di colpire tutti i lati del sistema mafioso sia sul piano locale che nei circuiti globali di capitali, merci e uomini.

Cercando, fin dove è possibile, di prevedere quel che potrà accadere da qui a qualche anno, anche nelle strategie possibili che le organizzazioni criminali potranno mettere in atto per la rinnovazione dei lucrosi guadagni che derivano dai loro traffici delittuosi.

Cosa Nostra, in particolare, va colpita ancor di più in questa fase di transizione a seguito della cattura del boss Bernardo Provenzano. È possibile farlo su ogni punto critico della lotta alle mafie: racket, usura, appalti, riciclaggio, narcotraffico, collusioni economiche e politiche, attraverso proposte serie in grado di ottenere inediti e profondi risultati. Parallelamente, a questo lavoro va mantenuta alta la conoscenza del fenomeno.

Il libro di Rosario Mancino è un prezioso strumento che ci aiuta a muoverci, con lucidità e maestria, dentro i mille aspetti che hanno caratterizzato e che ancora caratterizzano la vita di Cosa Nostra: omicidi, collaboratori, boss, rappresentanti dello Stato, strategie, leggi, luoghi…

In questo brillante lavoro gli aspetti dell’attività mafiosa e le strategie dell’antimafia sono scolpiti, delineati, attraverso una serie di termini e descritti, sinteticamente, con la massima e necessaria chiarezza.

Questo libro ci aiuta a liberarci della sindrome del labirinto dentro cui potremmo facilmente cadere qualora non riuscissimo a districarci dentro il complesso contesto mafioso. È, inoltre, un test utile per capire meglio l’antimafia, quali protagonisti ha avuto, tenuto conto che spesso siamo più informati e conosciamo di più la mafia piuttosto che la storia ed i percorsi dell’antimafia. Ci troviamo, insomma, in una fase in cui conoscere è un dovere ed agire è una responsabilità. Rosario Mancino con questo testo ci dà un contributo che va valorizzato, ma soprattutto utilizzato.

 

Giuseppe Lumia,   29 luglio 2008

(da aprileonline.info)