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Le minacce a Latina alla giudice Aielli. Gli investigatori avrebbero individuato l’autore .Se dovessero risultare provate le accuse,condannate quell’individuo al massimo della pena.Non si minacciano i giudici,soprattutto quando questi sono noti per le loro alte qualità morali e professionali ,quali,appunto,quelle riconosciute alla Dottoressa Aielli alla quale vanno i sentimenti della più sentita solidarietà e gratitudine dell’Associazione Caponnetto per il suo impegno nella difesa della legalità e contro le mafie.

 

Latina, minacce ed intimidazioni alla giudice antimafia Aielli, indagato un 44 enne

di CLEMENTE PISTILLI
 26 novembre 2015

La Procura di Perugia lo accusa di sostituzione di persona e accesso abusivo a sistema informatico

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Minacce in udienza, un furto e un tentato furto a casa, false epigrafi affisse vicino al liceo frequentato dalle figlie e ora pure la creazione di un falso profilo Facebook. L’obiettivo è sempre lo stesso: la giudice Lucia Aielli, per anni impegnata nel Tribunale penale di Latina, dove ha seguito processi delicati sia per mafia che sui clan nomadi, e da pochi mesi trasferita in Cassazione. Ma per gli illeciti compiuti tramite il popolare social network ora c’è un indagato, un 44enne del capoluogo pontino, più volte condannato dalla giudice.

Le intimidazioni peggiori il magistrato le ricevette lo scorso anno, il 25 novembre per l’esattezza, mentre era fuori Latina per un viaggio di piacere. Cinque false epigrafi vennero affisse da ignoti nei pressi del tribunale e del liceo frequentato dalle figlie della giudice, con cui annunciavano la “prematura scomparsa” di Aielli e i funerali, fissati per il 28 novembre successivo. Dal capoluogo pontino si levò un moto di sdegno. Gli studenti lanciarono l’hashtah #stoconaielli e, proprio il 28 novembre, si svolse un’imponente manifestazione, con un corteo che raggiunse il palazzo di giustizia pontino, per dare solidarietà alla vittima. Un evento a cui prese parte anche il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, e al quale fece arrivare un messaggio la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi.

Si scopre, però, ora che quei manifesti, nello stesso periodo, non furono l’unico attacco al magistrato. La giudice scoprì che qualcuno aveva creato a suo nome un falso profilo Facebook, inserendo immagini e commenti al fine di far aprire un dibattito su di lei, facendo credere agli utenti del popolare social network che stessero comunicando con il magistrato. Gli investigatori, indagando sulla vicenda, sono risaliti a un 44enne di Latina, più volte condannato da Aielli soprattutto per fatti di droga.

Quest’ultimo è stato così indagato dal sostituto procuratore della Repubblica di Perugia, Antonella Duchini, per sostituzione di persona e accesso abusivo a un sistema informatico. E conclusa l’inchiesta, il 44enne dovrà ora decidere se chiedere tramite il suo difensore, l’avvocato Sandro Marcheselli del foro di Latina, di essere interrogato o attendere la richiesta di rinvio a giudizio.