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Le masserie intoccabili della Sacra Corona Unita

Le masserie intoccabili della Sacra Corona Unita. A LAVORATORI E FAMIGLIE DI BRACCIANTI DISOCCUPATI,AD OPERAI  DISOCCUPATI, A FAMIGLIE DISAGIATE. A QUESTI VANNO AFFIDATI I TERRENI CONFISCATI ALLA MAFIE,NON AD ASSOCIAZIONI.C’E’ TANTA POVERTA’ IN GIRO !!!!!!

Le masserie intoccabili della Sacra Corona Unita

15 NOVEMBRE 2017

di Lucia Portolano

a Sacra corona unita di Torre Santa Susanna, paese del brindisino di circa 10 mila anime, nella vita faceva l’imprenditore agricolo. Ma dietro quelle proprietà, intestate ai suoi parenti più vicini, girava ben altro.

È in carcere per scontare 30 anni di reclusione per associazione mafiosa, suo fratello maggiore Ciro dal quale avrebbe ereditato il potere, è invece rinchiuso in una cella a Sulmona condannato all’ergastolo per omicidio. I fratelli Bruno sono ritenuti uno dei tentacoli della quarta mafia, quella nata nei primi anni ’90 a Mesagne (in provincia di Brindisi) ramificata nei diversi paesi. Ciro era vicino a Pino Rogoli, il fondatore della Scu.

Andrea Bruno è stato arrestato con i suoi sodali nel 2008, avrebbe accumulato il suo grande patrimonio gestendo attività illecite: dal traffico internazionale di sostanze stupefacenti al contrabbando di sigarette, ma avrebbe anche gestito parecchi affari legati ai gruppi criminali della zona.

Un business che avrebbe fruttato una grande ricchezza convertita in terreni e fabbricati. Proprietà che si estendono per quattro comuni del Brindisino: da Torre Santa Susanna passando per Oria per giungere a San Pancrazio Salentino e toccare anche Mesagne. Le soleggiate campagne del Salento sporcate con i soldi della Scu.

Lunghe distese di uliveti, piantagioni di grano, e ettari di vigneto. Terreni gestiti da due cooperative e una ditta individuale. Tutto è stato confiscato insieme ai conti corrente, all’attrezzatura di un caseificio, trattori, due auto, vari furgoni e attrezzi per la terra, ma anche 244 pecore insieme a degli agnelli.

Agricoltura e pastorizia a servizio dei traffici criminali. Le basi logistiche erano due grandi masserie: quella in contrada Pezzaviva e in contrada Canali. La prima completamente ristrutturata con ben 12 vani è passata nelle mani dello Stato. Il tutto per un valore di 2milioni e mezzo di euro.

Mentre per masseria Canali la confisca ha riguardato solo una quindicesima parte. E’ qui che attualmente abita la famiglia Bruno, ed qui che i fratelli avrebbero preso le decisioni più importanti.

In quel quindicesimo rientrano alcune stanze dove è sistemata tutta l’attrezzatura per produrre il formaggio. Un vero e proprio caseificio. Quelli attrezzi pur messi all’asta non hanno mai trovato un acquirente. Eppure sono nuovi di zecca, ma chiunque abbia mostrato un primo interesse nell’acquisto ha poi cambiato idea successivamente.

Il patrimonio era intestato per la maggior parte ai parenti di Andrea Bruno, in particolar modo a suo nipote Vincenzo. Ma tutto era riconducibile a lui come è emerso in numerose intercettazioni telefoniche.

Nulla si muoveva a Torre se non passava da Andrea Bruno, una frase più volte pronunciata durante il processo al capo dei torresi.

Il suo potere era esercitato anche sui beni degli altri. Fuori dalla proprietà di Cosima Guerriero, che aveva accusato Ciro Bruno di aver ammazzato suo fratello, era apparsa la scritta “Non si compra se no si muore”. Così come un’altra frase intimidatoria era stata scritta sul cancello di uno dei terreni in vendita sempre della stessa donna: “Lascia, se no devi morire”. L’acquirente interessato fu preso e massacrato botte. In ospedale raccontò di essere caduto, ma le ferite erano incompatibili con una caduta. Fu lo stesso Bruno a raccontare in una conversazione di avergli spaccato la testa e la faccia, “lo rovinai proprio”, disse. Si lamentava che l’uomo non gli aveva chiesto l’ordine prima di andare dalla donna.

Attraversando le campagne di Torre Santa Susanna non si può non ammirare l’antica masseria Pezzaviva. Un edificio con volte a stella, gli interni completamente rifatti con rivestimenti in marmo, caminetti di lusso, bagni con vasca idromassaggio, una grande cucina in muratura. La struttura è dotata di un sofisticato sistema di video sorveglianza, con tanto di monitor per tenere tutto sotto controllo. La masseria è circondata da alberi di palma che rendono il paesaggio surreale e un po’ esotico. Secondo una stima vale almeno 1milione e 600 mila euro. Da due anni, insieme ad alcuni terreni, è stata affidata al Comune di Torre Santa Susanna.

Il primo bando pubblico fatto per la raccolta degli ulivi è andato deserto, mentre quello per la gestione della masseria e dei terreni è stato annullato, le due offerte che erano state presentate non sono apparse affidabili. A breve ci sarà un nuovo bando indetto dalla gestione commissariale, il Comune di Torre Santa Susanna è guidato da un commissario straordinario.

I terreni invece degli altri comuni sono stati affidati a Libera, i tre sindaci hanno firmato un protocollo d’intesa con l’associazione di don Ciotti. Diversamente fece l’allora sindaco di Torre Santa Susanna, Michele Saccomanno, che non aderì mai al quell’accordo. Dal 2015 queste proprietà non hanno ancora una gestione.

Fonte:mafie.blogautore.repubblica.it