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Le mafie prima impresa del Paese e questa partitocrazia non ha alcuna intenzione di combatterle seriamente.

E’ triste constatarlo, ma, purtroppo, questa è la situazione in cui ci troviamo in Italia.
La campagna elettorale avrebbe potuto rappresentare l’occasione irripetibile per parlare di mafie e delle soluzioni da adottare per contrastarle efficacemente.
Così non è stato e questo rappresenta l’ennesima dimostrazione di come questa partitocrazia consideri le mafie un serbatoio di voti e, per taluni, probabilmente anche di soldi.
Come pure è ormai è un’ulteriore prova del come le mafie riescano a condizionare la vita politica del Paese.
Non saranno di certo, in queste condizioni, alcune singole, peraltro rare, rarissime, candidature di magistrati in questo o quel partito ad invertire la rotta.
Ecco perché noi riteniamo che i vari Grasso, Ingroia e quanti altri sarebbero stati più utili al Paese se fossero rimasti nei posti che occupavano.
Ma tant’è.
Ancora una volta emerge la mancanza di volontà di combattere le mafie che sono entrate a far parte del tessuto connettivo del Paese.
Con oltre un centinaio e passa di euro di fatturato all’anno queste rappresentano la prima impresa italiana.
Riuscendo, in tal modo, ad inquinare l’intero impianto economico, sociale, culturale, politico ed istituzionale italiano.