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Le mafie in provincia di Frosinone e le carenze di quella Questura

LE CARENZE INVESTIGATIVE NELL’AZIONE ANTIMAFIA IN PROVINCIA DI FROSINONE

Non vogliamo apparire ripetitivi, ma non possiamo, a fronte di una situazione che si va aggravando sempre di più, non evidenziare ancora una volta le gravi carenze investigative esistenti in provincia di Frosinone sul piano dell’azione di contrasto delle mafie.

Frosinone sta al confine con la Campania e, insieme alla provincia di Latina, lamenta un’espansione continua della camorra sul proprio territorio.

Una camorra ormai radicata e che ha dato luogo a fenomeni di affiliazione di soggetti anche locali i quali operano su un terreno su cui sono già presenti organizzazioni di altra natura, come quelli di origine nomade, altrettanto attivi.

Un’espansione che avviene con metodologie subdole, non violente spesso, tipiche delle nuove mafie che privilegiano una penetrazione più di carattere economico rispetto a quella tradizionale fatta con metodi violenti.

Un’espansione realizzata con ingenti investimenti in molti settori economici, da quello dell’edilizia a quello degli autosaloni, degli alberghi, degli esercizi commerciali e, poi, dell’usura, della prostituzione, del traffico degli stupefacenti ecc.

Un riciclaggio di montagne di denaro dalla provenienza molto, ma molto dubbia.

La società civile e la politica non si sono rese ancora conto, in gran parte, della gravità del fenomeno e, quindi, non collaborano minimamente con le Istituzioni preposte all’azione di contrasto.

Ma ci sono anche carenze nell’impianto investigativo che ci preoccupano notevolmente.

Ottimo l’operato della Guardia di Finanza; discreto quello dei Carabinieri che -speriamo- con l’arrivo del nuovo Comandante Provinciale hanno, ora, tutte le condizioni per dare impulso ad un’azione più efficace; pessimo quello della Questura.

Pessimo non per colpa dei pochi operatori che, anzi, stanno facendo veramente miracoli e stanno dimostrando uno spirito di servizio e di abnegazione veramente encomiabili, ma della dirigenza.

Una Divisione anticrime ed una Squadra Mobile ridotte all’osso, come se, anziché a Frosinone, si stesse in un’isola del Pacifico.

Una situazione veramente inquietante, insomma, che, peraltro, sfugge all’attenzione della classe politica locale e nazionale che nulla ha fatto e fa per farla cessare.

Una situazione che segnaliamo al Capo della Polizia ed al Ministero dell’Interno, con l’invito ad adottare al più presto i provvedimenti necessari.