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“Le ecomafie conquistano il verde del Lazio”. Finalmente si comincia ad ammetterlo. Ma non è troppo tardi???

La regione seconda in Italia per illeciti ambientali dopo la Campania. Prestigiacomo attacca: inasprisco le sanzioni.

Secondo. Per una manciata di denunce. È il Lazio a salire sul gradino intermedio del podio. A registrare il primato negativo al capitolo reati ambientali: 1530 denunciati, 29 arresti e 536 sequestri nel 2009. Solo la Campania fa «meglio», a leggere i dati del Primo rapporto sul contrasto all’illegalità ambientale.

Eppure nel Lazio un leggero decremento del numero dei controlli risultati non conformi c’è. Denunce e sequestri si sono ridotti rispetto al 2008. Stesso concetto vale per gli arresti. Ma a quanto pare non basta. Nella regione che ospita la Capitale l’ambiente è un grande business per le ecomafie. I principali settori dove si commettono illeciti sono il traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti. L’inquinamento dei corsi d’acqua e delle sorgenti. L’abusivismo edilizio. Il ministro Stefania Prestigiacomo è felice per i risultati ottenuti, ma sa anche quanto bisogna ancora lavorare. In Italia c’è un illecito ogni 43 minuti.

Nel 2009 sono stati effettuati dodicimila controlli in cui sono state riscontrate attività illecite. Diecimila persone denunciate. 188 arresti e 2800 sequestri. Praticamento ogni giorno ci sono trenta illegalità ambientali. «Le ecomafie – spiega Prestigiacomo – rappresentano il fronte più preoccupante e complesso, perché se un’organizzazione criminale svolge il suo business in campo ambientale, parliamo dei rifiuti per fare un esempio classico, può farlo solo entrando in relazione con il sistema produttivo e con le istituzioni». Il ministro stavolta non ci pensa su. E bacchetta: «Queste mafie per fare i loro affari vengono in contatto con aziende legali e quasi sempre c’è la complicità di alcuni funzionari pubblici che trasformano i rifiuti speciali in rifiuti normali».

Il racket dell’immondizia, dunque, rappresenta la fonte di reati più gravi e il 90 per cento degli arresti effettuati. Proprio in tal senso il ministro mira a inasprire le sanzioni per questi crimini. Una mano, in attesa, lo darà il «Sistri», il progetto per la tracciabilità dei rifiuti. L’altro grande aiuto, invece, arriva dal governo «impegnato in prima linea».

Inoltre, spiega Prestigiacomo, «siamo impegnati con una legislazione speciale e tra poco adotteremo la direttiva Ue sui reati ambientali. E a proposito di leggi, il ministero non nega anche l’utilità dello strumento delle intercettazioni nell’azione di contrasto. «Sul tema si è sviluppato – dice Prestigiacomo – un dibattito attorno ai reati ambientali. Posso dire di aver parlato più volte con il ministro Alfano e di aver avuto anche garanzie». Nel mare di illeciti «versi» va segnalata la piaga degli abusi edilizi: il trend non mostra particolari segnali di discesa, visto che l’anno scorso i casiaccertati sono stati 4.898, contro i 5.085 dell’anno prima. E le denunce hanno superato quota 6mila. Più in generale c’è da segnalare che la maggior parte dei reati ambientali commessi in Italia avvengono nel Meridione, dove la criminalità organizzata è ben radicata sul territorio. Fa eccezione il Lazio, che si trova al Centro della Penisola e registra comunque la seconda performance negativa della classifica

(Tratto da Il Tempo)