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Le dichiarazioni di Carmine Schiavone e di Gaetano Vassallo sull’interramento da parte della camorra di rifiuti tossici nel Basso Lazio

Quella dei rifiuti tossici interrati nel sottosuolo laziale e, in particolare, in quello pontino, mutatis mutandis, è sempre la stessa storia.

Nessuno sapeva niente, nessuno è mai intervenuto, malgrado le deposizioni di pentiti di camorra, servizi giornalistici, denunce di cittadini, giornali, associazioni.

A quest’ora, dopo l’intervista rilasciata da Carmine Schiavone a Fabio Di Chio de “Il Tempo” Lazio del 4 settembre u. s. , in un Paese civile e con una democrazia effettiva, le scrivanie di Ministri, Organismi giudiziari ed investigativi e quanti altri dovrebbero essere inondate da fiumi di interrogazioni parlamentari, esposti, informative ecc. con la richiesta di individuazione e di una punizione esemplare di coloro che hanno omesso di procedere come erano obbligati a fare.

Oltre a Carmine Schiavone ha parlato un altro collaboratore, Gaetano Vassallo, nel 1988, come ha scritto la “Voce delle Voci” a pag.11 e 12 del numero di ottobre 2008 (v. anche quanto scritto sullo stesso giornale a pagina 3 del numero di Luglio-Agosto 2011).

Carmine Schiavone ha dichiarato testualmente rispondendo alla domanda del cronista di quest’ultimo:

“D. Queste cose le ha mai dette agli inquirenti?”.

R. ”Certo, sin dal 93. ai magistrati, alla Commissione parlamentare ecomafia, alla Scuola superiore di polizia.

Ho fornito il nome delle società colluse e anche il numero di targa dei camion. Andammo sul posto con un elicottero partito da Pratica di Mare.

C’erano anche tecnici dell’ENEA per verificare la radioattività”.

D. ”E poi?”

R. ”Mostrai i luoghi e alla fine dovemmo scappare: gli strumenti antinquinamento erano impazziti.

In seguito gli esperti dissero che per bonificare le aree servivano 26 miliardi delle vecchie lire.

E visto che non erano a disposizione allora era meglio che lo scandalo non uscisse fuori”.

Fin qui, Schiavone.

Incredibile.

Vergognoso.

La salute dei cittadini non vale un euro.

Si aspetta che migliaia di persone si ammalino di tumore per intervenire…

Si dice che ci sono rifiuti nocivi interrati dappertutto nel Lazio:

quelli segnalati da Vassallo prima e da Schiavone dopo;

a Borgo Montello di Latina;

in provincia di Frosinone;

a Gaeta nel sottosuolo di una vecchia fabbrica dismessa;

e chissà in quanti altri luoghi.

A questo punto noi chiediamo che:

1) si individuino e si mandino a processo tutte quelle persone, magistrati, parlamentari, poliziotti e quanti altri che hanno raccolto le deposizioni dei pentiti e non hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare;

2) si proceda immediatamente alla bonifica di tutti i siti che risultino inquinati.

Invitiamo, pertanto, la DNA, la DIA, i Servizi, le DNA di Napoli e di Roma, le Procure territoriali ecc. a disporre un’indagine a 360 gradi sull’intera vicenda dell’interramento nel sottosuolo del Lazio di rifiuti tossici da parte di soggetti privati e delle organizzazioni criminali, mafia, P2 ecc.