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Le dichiarazioni del neopentito Michele Barone: “L’ingegnere Antonio Magliulo stabile riferimento di Michele Zagaria nei rapporti con la politica e gli enti”

ESCLUSIVA CASERTACE. Le dichiarazioni del neopentito Michele Barone: “L’ingegnere Antonio Magliulo stabile riferimento di Michele Zagaria nei rapporti con la politica e gli enti”. Quando lo scrivevamo a Domenico Zinzi…

Il neocollaboratore di giustizia specifica la mappa degli imprenditori-soldati e salta fuori anche il nome di…

ASAPESENNA – La lettura dei primi verbali degli interrogatori del collaboratore di giustizia Michele Barone è connotata anche da alcune ripetizioni concettuali e descrittive. In più occasioni, infatti, Barone, sollecitato dalle domande del pubblico ministero della Dda Maurizio Giordano, protagonista insieme al suo collega Alessandro D’Alessio di tutta la complessa indagine confluita nell’ordinanza Medea, torna a fare gli stessi nomi degli imprenditori collegati a triplo filo, in un rapporto di società di fatto, con il boss Michele Zagaria.
Nell’articolo pubblicato ieri sera (CLICCA QUI PER LEGGERLO) esiste già un elenco di nomi a cui oggi va aggiunto quello di un altro noto imprenditore di Casapesenna, cioè Bartolomeo Piccolo detto “o’ signurino”.
Ma uno spunto molto più interessante Michele Barone ce lo offre quando codifica il ruolo dell’ingegnere Antonio Magliulo, che certamente non è uno di cui non si è parlato, visto che ha anche subito un arresto per il controllo che il clan Zagaria ha esercitato nella gestione dell’ospedale civile di Caserta.
Ma mai nessun pentito aveva dichiarato con asciutta chiarezza che Magliulo è stato un imprenditore organico al superboss di Casapesenna: “La forza di penetrazione del clan di Michele Zagaria presso gli enti pubblici era fortissima e la stessa era assicurata attraverso contatti con gli enti (…) principalmente demandati a Pasquale Zagaria soprattutto, a Francuccio Zagaria, suo cognato, poi deceduto, nonchè ad Antonio Fontana detto ‘il sindaco’, oltre che a Magliulo Antonio ingegnere e a Raffaele Donciglio“.
In poche parole, Magliulo è l’uomo che rappresenta Zagaria nei rapporti con la politica. Non può stupire certo Casertace un’affermazione del genere. Quante volte abbiamo prodotto appelli all’allora presidente della Provincia Domenico Zinzi, affinchè non assegnasse spazi di potere a Magliulo. Ricordiamo ancora un nostro vecchio articolo, datato 2013, in cui esprimevamo fortissime riserve sulla nomina di un altro sodale di Michele Zagaria, cioè quel Nocera di Casapesenna, trapiantato a Caserta, arrestato a sua volta ad ottobre scorso, inserito dal presidente Zinzi nel consiglio di amministrazione della società, interamente partecipata dalla provincia, che gestisce gli impianti sportivi, proprio su indicazione di Antonio Magliulo, che al tempo aveva inserito in giunta provinciale il liternese Zaccariello, ovviamente ai Lavori Pubblici, ed era sostenuto anche, anzi sostenutissimo, dal forzista casertano, tornato da poco nel consiglio comunale del capoluogo, Nicola Garofalo.

PUBBLICATO IL: 28 luglio 2016 ALLE ORE 13:14 

fonte:www.casertace.net


NOTA DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO.
A TUTTI QUEI BANDITI  CHE  SEMBRANO  GUARDARE  CON L’ATTEGGIAMENTO DI  SCHERNO E DI MINACCIA.STATE  ATTENTI PERCHE’ AVETE  IL FIATO SUL COLLO E PRIMA O POI VERRETE  BECCATI ANCHE VOI  INSIEME A TUTTI  I  VOSTRI  SODALI.

OGNI VOLTA CHE UN COLLABORATORE DI GIUSTIZIA IMPORTANTE ED ATTENDIBILE – QUELLI CHE COMUNEMENTE VENGONO CHIAMATI “PENTITI”-COMINCIA A FARE NOMI E COGNOMI E A FAR CONOSCERE IL SOTTOFONDO MELMOSO DEI RAPPORTI NON SOLO INTERNI ALL’ORGANIZZAZIONE DELLA QUALE HA FATTO PARTE MA SOPRATTUTTO FRA QUESTA E SOGGETTI POLITICI E DELLE ISTITUZIONI,CI SONO MOLTISSIMI – IMPRENDITORI,SINDACI,ASSESSORI.UOMINI DEI PARTITI E DELLE ISTITUZIONI DISONESTI E COLLUSI, CHE COMINCIANO A TREMARE PERCHE’ TEMONO CHE DA UN MOMENTO ALL’ALTRO DALLA BOCCA DEL “PENTITO” VENGANO FUORI ANCHE I LORO NOMI.
E QUESTO,GRAZIE A DIO,SUPPLISCE AI VUOTI TERRIBILI DI UN POPOLO IN MAGGIORANZA VIGLIACCO E COLLUSO,ANCHE SE OGGETTIVAMENTE,CHE NON VEDE E NON SENTE E CHE PREFERISCE -FATTO VOMITEVOLE E DEPRIMENTE , PARLARE,PER EVITARE L’ARGOMENTO MAFIA -CHE DOVREBBE ESSERE IL TEMA PRINCIPALE DELLA NOSTRA VITA DI CITTADINI IN QUANTO RIGUARDA L’AVVENIRE DEL PAESE E SOPRATTUTTO DEI NOSTRI FIGLI E NIPOTI E DEI RAGAZZI TUTTI – DI FESTE,BALLERINE,TAMMURRIATE,SFILATE,PARTITE E PAPARIELLO.
L’IMPORTANZA VITALE DEI COLLABORATORI -E DEI TESTIMONI- DI GIUSTIZIA AI QUALI,OLTRE ALLE ORGANIZZAZIONI MAFIOSE, MOLTI,ANCHE NELLO STATO,FANNO LA GUERRA.

ESCLUSIVA CASERTACE. Il neo pentito Michele Barone fa tutti i nomi e i cognomi degli imprenditori esentati dal pizzo, in quanto soci di fatto del boss Michele Zagaria

Prime analisi sulle dichiarazioni del potente ras di Casapesenna

CASAPESENNA – Parte in quarta la collaborazione con la giustizia di Michele Barone, uno degli uomini più vicini e più fedeli al boss Michele Zagaria.

Barone fa, infatti, una ripartizione importante, tra gli imprenditori, certo non estranei all’ombrello attraverso cui il boss teneva sotto di sé l’intera economia di larga parte dell’agro aversano e di altri significativi centri della provincia di Caserta, ma a Michele Zagaria non potevano essere considerati organici. Questi qua, secondo Barone, pagavano il pizzo sugli appalti acquisiti.

Poi c’era la schiera degli imprenditori, di cui Michele Zagaria, sempre secondo il racconto del pentito, era socio di fatto. Socio, di riferimento, perchè era lui a comandare nelle loro imprese. E qui, Michele Barone fa nomi e cognomi: Antonio Fontana detto o Sindaco, socio di Francuccio a Benzina; Raffaele Capaldo, i fratelli Pino e Nando Fontana, il primo dei quali al 41 bis e contemporaneamente sotto processo in relazione all’operazione Medea; Luciano Licenza, da poco scarcerato dopo la condanna di primo grado. Oltre a Luciano Licenza, nel suo racconto, il collaboratore di giustizia cita anche il fratello di quest’ultimo, di cui, però, afferma di non conoscere il nome di battesimo. L’ultimo di questa prima schiera di soci di Michele Zagaria è Raffaele Cilindro.

Un discorso a parte merita, sempre nell’analisi delle dichiarazioni fatte da Michele Barone ai magistrati della Dda, tra cui spicca il nome del pm, Maurizio Giordano, che sta sostenendo la maggior parte del lavoro dibattimentale, quale rappresentante della pubblica accusa nel già citato processo Medea, l’altro imprenditore Antonio Piccolo, quello dell’edilizia, non quello del gas.

Barone racconta, che quando si recarono a chiedergli il pagamento del pizzo, Giovanni Garofalo avvertì lo stesso Barone e gli altri esattori del clan dei Casalesi, che Antonio Piccolo andava lasciato in pace, in quanto sua sorella “lavava i panni a Michele”.

Chi ha seguito le cento e più puntate dell’approfondimento sull’ordinanza Jambo, sa bene che esisteva una donna che badava alle necessità domestiche dello scapolo d’oro Michele Zagaria durante il periodo in cui questi si appoggiò proprio ai fratelli Garofalo per proteggere la propria latitanza.

Dunque, esiste un riscontro, di quello che Michele Barone dichiara.

G.G.

PUBBLICATO IL: 27 luglio 2016 ALLE ORE 21:36 fonte:www.casertace.net