«È un errore definire la presenza della criminalità organizzata nel Lazio come una passeggera emergenza, peggio ancora minimizzare o negare i suoi effetti». Il procuratore di Tivoli Luigi De Ficchy, già sostituto alla Procura nazionale antimafia, lancia un appello forte perché «non si parli più di semplice infiltrazione delle mafie in un territorio altrimenti immune», ma si prenda consapevolezza che quella della mala «è una presenza organica ormai da 30 anni». Il magistrato, tra l’altro in prima linea, negli anni ’80, nello smantellamento della banda della Magliana, è intervenuto durante il convegno ‘Rifiutare l’illegalità, impegnarsi per la giustizia’, organizzato presso il Campidoglio dall’Azione cattolica del Lazio in preparazione alla prossima Settimana sociale.
Ad aprire i lavori mons. Lorenzo Chiarinelli, vescovo di Viterbo e vicepresidente della Conferenza episcopale laziale: «La legge – ha spiegato il prelato – mette le proprie radici nel cuore e nella coscienza». Solo quando è riferita ad «un’etica forte», dunque, crea stili e comportamenti di autentica legalità. Chiarinelli ha anche ricordato il deciso impegno della Chiesa per la giustizia, in particolare nell’affermare che le risposte più importanti sono quelle «educative e finalizzate all’assunzione di nuovi atteggiamenti sociali». Un impegno, quello educativo, confermato anche da Franco Miano, presidente nazionale dell’Ac: «Il contrasto più deciso all’illegalità è una costante formazione delle coscienze, che veda attive e unite tutte le agenzie educative. E l’Azione cattolica è pronta a fare la sua parte nei territori a fianco a famiglie, scuole e istituzioni ». In particolare nel Lazio, prosegue Rita Visini, delegata regionale Ac, «in questo momento sentiamo in prima persona la responsabilità di dare un contributo alla costruzione del bene comune». A tracciare un quadro della presenza criminale nel Lazio è stato Bruno Astorre, presidente del Consiglio regionale: una situazione caratterizzata dalla presenza ormai nota dei potenti gruppi del Sud Italia, che si intreccia in modo complesso con organizzazioni maghrebine e dell’est Europa. Un accenno Astorre lo fa anche all’attività dell’Agenzia regionale per la gestione dei beni confiscati. Ha concluso il confronto il sociologo Roberto Cipriani, invitando a tenere fisso lo sguardo «non solo sull’illegalità di strada, ma anche sul tipo di cultura in cui l’illegalità prospera ». Quello di Roma è stato il nono dei sedici convegni che l’Ac sta svolgendo in giro per l’Italia. L’incontro, moderato dal giornalista Giovanni Anversa, ha visto la partecipazione di Caritas, Libera, Legambiente e Ascom. Prossimo appuntamento a Rovigo, nel Triveneto.
Allarme del procuratore diTivoli. Il vescovo di Viterbo: serve etica forte Miano (Ac): pronti ad agire
Marco Iasevoli
Marco Iasevoli
(Tratto da CDAL Napoli)