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Latina – Corruzione in Procura, nuove indagini

Oltre «Damasco»: fissato l’interrogatorio del barbiere di Monte San Biagio per fare luce sulle possibili «soffiate»
Mentre il processo «Damasco», quello su un presunto giro di usura mafiosa, stenta a decollare, gli investigatori tornano a occuparsi della presunta corruzione in Procura a Latina, ovvero di quella costola delle indagini dell’Antimafia che portò la Dda a chiedere accertamenti su possibili «soffiate» fatte dagli inquirenti pontini ai fondani.

A distanza di tre mesi dall’ordinanza emessa dal gip di Perugia, Massimo Ricciarelli, a giorni il barbiere di Monte San Biagio, Giuseppe Canale, dovrà sottoposti a un interrogatorio, volto a far luce su cosa sia realmente accaduto il 19, 22 e 26 marzo 2007 in Procura a Latina, nel corso delle visite di Canale negli uffici di via Ezio. Il caso nacque appunto nell’ambito dell’inchiesta «Damasco». Nel 2005 i carabinieri stavano indagando su una presunta associazione mafiosa operante in provincia e intercettarono delle telefonate tra alcuni sospettati e l’allora assessore Riccardo Izzi. Gli investigatori ipotizzarono che la presunta gang mafiosa fosse appoggiata da una presunta associazione criminale in grado di condizionare la pubblica amministrazione. Pedinando Canale i militari dell’Arma si convinsero poi che, anche in cambio di una semplice cassa di frutta, il barbiere riuscisse ad avere da un magistrato inquirente della Procura, da un cancelliere e da un vigile informazioni riservate su indagini in corso a carico di Izzi, del padre Mario e dell’immobiliarista Massimo Anastasio Di Fazio. La Procura di Perugia aprì un fascicolo, chiedendo però poi l’archiviazione a cui si è opposto il gip Ricciarelli. Nonostante le posizioni di Izzi e non solo siano state archiviate dall’Antimafia, il gip di Perugia ha ordinato l’interrogatorio di Canale e accertamenti sugli accessi fatti ai terminali della Procura. A giorni il barbiere dovrà presentarsi agli investigatori.
Clemente Pistilli

(Tratto da Il Tempo)