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L’Associazione Caponnetto non ha mai ritenuto il “caso Fondi” chiuso.Gli episodi violenti di questi giorni inducono a sospettare che certi equilibri che finora hanno determinato una sorta di pax fra le organizzazioni criminali,tutte presenti sul quel territorio,stanno saltando.Con quali conseguenza sulla vita,oltre che economica,anche civile?

La sensazione che per Fondi si sia fatto solo un quarto del cammino che é necessario fare per almeno contenere l’offensiva delle mafie tesa alla conquista definitiva del territorio si fa in noi sempre più forte.

Il continuare a dire che la mafia a Fondi é stata sconfitta ed é stata mandata alla sbarra é la più grande panzana di questo mondo.

C’é un groviglio di situazioni con tante contraddizioni che rendono difficile una lettura corretta.

Almeno al momento.
C’é un detto che per chi fa le cose che facciamo noi é una regola:

“Su un territorio di mafia non c’é foglia che si muova che la mafia non voglia”.

In quest’ottica gli incendi e gli attentati di questi giorni a Fondi potrebbero provare due cose:

o che la mafia non controlla il territorio e che essi potrebbero essere,quindi, attribuiti alla criminalità comune,estorsori,cravattari ed altra genia del genere non necessariamente collegata con camorra,’ndrangheta e cosa nostra;

o che ci sono in atto dei sommovimenti che potrebbero portare a nuovi equilibri e,quindi,a nuovi scenari.

Nell’un caso come nell’altro bisogna prepararsi ad una lettura attenta e – temiamo – al peggio perché ogni mutamento ha le sue vittime.

Bisogna mettersi d’accordo,a questo punto, su cosa intendiamo per mafia ed in quali ambiti vogliamo circoscriverla.

C’é un dato generale ormai acclarato nel Paese che riguarda l’inscindibilità del binomio mafia-politica,un dato dal quale non si può nè si deve prescindere.

Ogni fenomeno,quindi,deve essere letto in quest’ottica.

Per quanto riguarda Fondi ed il territorio circostante va sottolineato che finora hanno retto a livello criminale degli equilibri,creatisi e consolidatisi negli anni grazie anche a complicità autoctone,soggettive od oggettive, che hanno consentito la convivenza fra individui appartenenti alle grandi organizzazioni criminali del Paese in una sorta di pax che ha consentito a tutti di fare business.

Le frizioni di queste settimane fanno sospettare che ci siano in atto sommovimenti che potrebbero mettere in forse quella pax di cui stiamo parlando.

Il che deve destare molte preoccupazioni perché,a parte le possibili ricadute che potremmo registrare su altri versanti – quello,ad esempio,della vita pubblica- situazioni del genere si sa come iniziano e non si sa come si evolvono e finiscono.

Una cosa ci appare certa : la cabina di regia che ha guidato finora tutti i processi di una pacifica convivenza fra i vari attori non

appare più adeguata a salvaguardare lo statu quo e sembra saltata.

Talché siamo indotti a riprendere tutti fra le mani il “capitolo Fondi” -capitolo che l’Associazione Caponnetto,dichiaratasi sempre insoddisfatta per come é stato scritto e dichiarato chiuso,ha sempre voluto tenere aperto – per capire quello che sta succedendo e,conseguentemente,per individuare strategie e tattiche adeguate da adottare in relazione alla nuova realtà.