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L’aggressione mafiosa nell’edilizia

Il mensile “Narcomafie” fondato da Luigi Ciotti, e da diciotto anni in prima fila nella denuncia e nella documentazione degli “affari” di mafia, camorra, ‘ndrangheta e criminalità organizzata, pubblica un corposo “Dossier Lazio”.

Nell’articolo che segue – e che fa parte di questo dossier – “L’aggressione mafiosa nell’edilizia”, di Stefania Bizzarri, si racconta come l’edilizia sia un settore permeato e permeabile alle mafie da sempre. Oggi, mentre nell’edilizia il sindacato e gli organi di vigilanza sono sempre più spesso intimiditi, tra titolare e lavoratore si insinua un terzo personaggio, che sovverte le regole del gioco. Su “Notizie Radicali” del 17 e del 18 febbraio abbiamo pubblicato l’articolo “Così nasce la quinta mafia”, di Antonio Turri. Il 19 febbraio è stato pubblicato l’intervento di Peppe Ruggiero, tratto da “La ferita aperta, racconti per le vittime innocenti di camorra”, edizioni Ad Est dell’Equatore. Il 22  il 23 febbraio l’articolo di Marco Galli, “Frosinone, terra di camorra”. Il 24, il 25 e il 26 febbraio e il 1 marzo l’articolo di Giuseppe Ballotta, “Mentre a Roma si discute, Ostia brucia”.

Sta per cominciare un’assemblea indetta dalla Fillea-Cgil all’interno di uno dei cantieri per la realizzazione delle piscine e degli impianti che ospiteranno i mondiali di nuoto “Roma 2006”. L’avvio del raduno sindacale è ripetutamente interrotto dalle imposizioni di un “capetto”. “Andatevene. Via! Via!”, intima l’uomo. I delegati cercano un confronto, ma non c’è nulla da fare. Tale “Enzo”, spiccato accento casertano, noto a tutti in cantiere, non ne vuole sapere e costringe i delegati a rinviare l’incontro. “Abbiamo ricevuto segnalazioni di arretrati mai pagati, straordinari in nero: volevamo capire che cosa stava succedendo”, ci spiega Walter Fadda, segretario Fillea-Cgil litoranea.

“Fai attenzione”. Le minacce all’incolumità fisica dei funzionari che si recano nei cantieri sono all’ordine del giorno. “Un tempo non succedeva. Non ci è mai capitato di dover rinviare un’assemblea per questo motivo”, ci raccontano alcuni sindacalisti presenti durante l’aggressione verbale. Se sulla sopportazione agli insulti c’è già una capillare vaccinazione, oggi, affermano, siamo allo “stai attento a quello che fai, ti gambizzo, ti spezzo le gambe”.

2010, un anno terribile. “I cantieri in cui ci è capitato più spesso questo tipo di aggressione”, ci informa Roberto Cellini, segretario generale della Fillea-Cgil per il Lazio, “sono soprattutto quelli per i piani di zona, la costruzione di edilizia economica e popolare e a volte anche i lavori pubblici importanti. Denunciamo la situazione all’interno dei cantieri delle piscine per i mondiali di nuoto ed avvisammo che c’era un ricambio frequente di persone. Avvertivamo che c’erano elementi che inducevano a pensare che non tutto fosse regolare. Però c’era la fretta della consegna. E lì siamo rimasti. Questo è un limite nel settore”.

Quale sia l’esito delle denunce è un rebus. “In presenza di irregolarità evidenti sia legislative che contrattuali facciamo la denuncia presso l’ispettorato del lavoro, che interviene quando ormai è passato oggettivamente troppo tempo. Le risposte si hanno spesso quando il cantiere non c’è più. E’ vero, ti accorgi di cambiamenti in positivo dopo che c’è stata l’ispezione, ma le risposte rispetto alla tua denuncia le hai minimo dopo un anno, quando quelle persone non ci sono più, e mai nel dettaglio. Questo è un limite. Un altro è quello di uomini e mezzi. I pochi ispettori operativi non ce la fanno ad essere presenti su tutto il territorio. Non hanno risorse”.

Le cose si sono acuite e il 2010 sarà un anno terribile per il settore, annuncia Fadda. “In cantiere si è sempre più ricattabili. C’è poco lavoro e chi lo prenderà e non baderà troppo ai diritti. Inoltre non dimentichiamo che presto ci sarà il rinnovo del contratto nazionale e diventerà difficile avvicinare i lavoratori”.

Il part-time in edilizia. Attualmente è in corso una serie di indagini ispettive richieste dalla Fillea su alcune importanti imprese nel territorio laziale, nei cui cantieri afferma Cellini, “circolavano subappalti non in regola con il rilascio del Durc (documento unico di regolarità contributivo, ndr), con la denuncia delle ore versate in Cassa edile, cosa questa che alimenta il fenomeno del part-time in edilizia con l’insostenibile presenza di 15.834 lavoratori in questa condizione: il 25,81 per cento del totale dei lavoratori iscritti alla Cassa Edile. Se in altri tempi o in un altro contesto questi potevano essere fenomeni deprecabili, degenerativi o di concorrenza sleale oggi, oltre quello, rappresentano indicatori di gestione criminale”.

E’ sempre il primo giorno. Per la sua struttura e per gli interessi economici che genera, il settore edile è tra i più esposti all’aggressione delle mafie e nel Lazio, negli ultimi mesi, gli episodi che lo dimostrano sono stati innumerevoli. “Secondo le ricerche degli organismi accreditati, per numero di segnalazioni sospette sia in termini assoluti che in rapporto al Pil regionale la regione Lazio è seconda solo alla Lombardia per infiltrazioni mafiose nei cantieri”, riportano alla Fillea.

Caporalato e sfruttamento sui lavoratori stranieri e italiani sono una realtà. In alcuni casi, per stare dietro ai tempi, ai caporali viene chiesto di reclutare manodopera straordinaria. Ecco allora comparire stagionali dell’agricoltura nordafricani, privi della benché minima idea di come ci si debba muovere in cantiere. Impareranno, qualcuno sulla propria pelle e come sempre il primo giorno.

Stefania Bizzarri

(Tratto da Notizie Radicali)