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Laddove ci sono mafia,camorra e corruzione c’é la morte:morte economica,civile,culturale,morale………………………

COME  LA CAMORRA  ED  UNA  CLASSE  POLITICA  COLLUSA    TI  DISTRUGGONO  UN TERRITORIO  E  LE SPERANZE   DI  UN  POPOLO

 

Stiamo parlando del sud pontino,quel vasto territorio della provincia di Latina,nel Lazio, che si estende da Terracina fino al fiume  Garigliano e che comprende i comuni di Fondi,Monte San Biagio,Lenola,Campodimele,Itri,Gaeta,Formia,Minturno-Scauri,Spigno Saturnia,Castelforte e SS.Cosma e Damiano.

Poi comincia La Campania.

Un territorio  una volta ricco e la  cui economia era basata quasi tutta sull’agricoltura,sulla pesca,sul turismo,sul commercio e,dagli anni 50 in poi  , anche  sull’industria .

Non c’era ancora la camorra,relegata,com’era ancora,tutta nel sud.

Ma  si  stava già prossimi allo spostamento in sù della linea della palma.

L’invasione,infatti,ci fu negli anni 60 e cominciò il disastro.

Chi scrive,in altra sede ed in altra veste,già allora denunciò il fenomeno parlando di un disegno criminale di “meridionalizzazione” elaborato e portato avanti da menti sottili ma perverse che si opponevano allo sviluppo della provincia di Latina  in direzione dei grandi mercati  del nord Europa e dell’America.

Il Lazio ha due grandi porti,quelli di Civitavecchia e Gaeta ed aveva,quindi, tutte le potenzialità  per aprirsi alle aree ricche e civili di tutto il mondo.

I suoi cittadini,se avessero un pò di dignità e di orgoglio, dovrebbero inseguire con i forconi i componenti di tutte le classi dirigenti politiche- di destra,di sinistra ,di centro – ed economiche,vecchie e nuove,che lo hanno ridotto ad una landa.

La provincia di Latina,a parte qualche eccezione,ha avuto sempre una classe politica che subiva più il fascino e le interferenze di quella del sud che non di quella del nord.

Erano i tempi dei Gava,dei Mastella,dei Pomicino,dei Patriarca,dei Bosco ,dei Di Donato,dei Napolitano  ed anche i Collegi dei Probiviri,quelli che giudicavano  della vita o della morte politiche di una persona della provincia di Latina  a seconda se questa era ritenuta …….”affidabile” o meno,avevano sede in Campania.

Il Collegio dei Probiviri della DC ,ad esempio,che aveva competenza  sulla provincia di Latina ,era interprovinciale -Caserta-Latina- e la sua sede era  presso la Segreteria Provinciale  della DC a Caserta.

Chi scrive ha avuto modo di…….. conoscerne bene un Presidente,un “doroteo” a prova di bomba, e membri!!!!!………..

Mi telefonarono da Milano  due industriali ,padre e figlio,i quali mi chiesero un incontro.

Ci vedemmo a Roma in un albergo non lontano dalla Stazione Termini e mi fecero partecipe di un loro disegno di impiantare uno stabilimento  nel sud pontino.

Li ascoltai;mi sembravano persone serie,ma volli prendere tempo per informarmi sulla loro serietà.

Ci ritrovammo a Roma,dopo averne parlato con il Ministro Donat Cattin,al Ministero dell’Industria a via Veneto.

A quell’incontro  partecipammo  io,Donat Cattin,il suo capo di gabinetto Lauriti ed i due industriali lombardi.

Parlarono questi  ed illustrarono il progetto che prevedeva la realizzazione di uno stabilimento di prodotti alimentari e quindi non inquinanti  che dava occupazione ad un paio di centinaia di persone.

Il Ministro espresse un parere non negativo e diede incarico al Capo di Gabinetto di interessare gli organi tecnici ministeriali per l’esame del progetto.

Credevo che fosse tutto a posto e non seguii più la questione.

A distanza di due-tre mesi mi telefonò Donat Cattin per dirmi che il Ministero era in linea di massima d’accordo ma che i due industriali,benché chiamati,non si erano più presentati.

Dissi al Ministro di insistere negli inviti e ,se i due avessero continuato la loro latitanza,suggerii di archiviare la pratica.

Passò oltre un anno e per caso rividi i due alla  stazione Termini.

Fu davvero un incontro sgradevole che non dimenticherò mai perchè mi sconvolse e  segnò la mia vita.

Con tono durissimo ed aggressivo mi dissero :

“Lei ci ha teso una trappola  perché  voleva che noi venissimo  ad investire i nostri soldi guadagnati in decenni di sacrifici  in un territorio di delinquenti e camorristi. Siamo andati  ad investirli  all’estero “.

Mi lasciarono senza nemmeno salutarmi e non li visti più.

Ho voluto raccontare questa mia esperienza per far capire a chi non lo avesse ancora compreso che un industriale serio non andrà mai ad investire i suoi capitali in un territorio laddove ci sono corruzione,camorra e mafia e che dove ci sono queste c’è la morte.

Morte civile ,morale ed economica.

Morte assoluta .

Definitiva.

Intelligenti pauca……………..