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La verità che fa male [Lo stato delle periferie turistiche romane]

 

La verità che fa male

Mercoledì 8 Marzo 2016

di Graziella Di Mambro

Descrivere la periferia turistica di Roma come un luogo gravemente intaccato dalla presenza di clan di camorra e ‘ndrangheta è stato considerato un vile attacco all’immagine delle dune di Sabaudia, del promontorio del Circeo e complessivamente del ritratto da cartolina che la provincia di Latina ha avuto fino al 2008.
Anno in cui è cominciato l’accertamento giudiziario e amministrativo delle infiltrazioni  mafiose nella politica e in alcuni enti, per primo il Comune di Fondi e il suo Mercato Ortofrutticolo.
Verifiche poi sfociate nella richiesta di scioglimento di quel Consiglio e in due processi.
Il negazionismo è stato un “avversario” della cronaca e della trasparenza forse anche peggiore dell’omertà e del ritardo nelle indagini importanti. Emblematica la reazione del Comune di San Felice Circeo al titolo più azzeccato sulla presenza mafiosa nell’agro pontino, “Circeo Connection”, richiamo di copertina dell’Espresso nell’agosto di quell’anno. Era un reportage che riprendeva e ampliava le inchieste di Latina Oggi cominciate nel 2006 sul “caso Mof”. Tre mesi e molte polemiche dopo seguì un comunicato ufficiale del Comune di San Felice Circeo che affermava, tra l’altro, “l’assise civica verrà chiamata ad approvare una delibera in cui si dà mandato al sindaco e alla giunta di intraprendere tutte le attività utili a contrastare quei fenomeni giornalistici che producono grave nocumento all’immagine e all’economia del paese”.
Giusto per la cronaca, il principale processo per la presenza della mafia a Fondi, ossia Damasco, prende il nome da un siriano, Bouzan Hassan, che faceva il buttafuori nelle discoteche di San Felice. Quasi dieci anni dopo quel titolo sono emersi non solo la dimensione reale del fenomeno e una mappa aggiornata dei clan ma è chiaro che c’è ancora tanto da raccontare, anche al fine di salvare ciò che resta del turismo sulle dune amate da Alberto Moravia e Anna Magnani.

fonte:http://mafie.blogautore.repubblica.it/