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La vera antimafia si fa affrontando e cercando di risolvere i fatti non limitandosi a fare bla bla. Il problema drammatico dei Collaboratori e dei Testimoni di Giustizia trattati a pesci in faccia.

DA OGGI IN POI NOI DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO SAREMO SPIETATI CONTRO TUTTI COLORO CHE IN UN MODO O NELL’ALTRO ATTACCANO O COMUNQUE MALTRATTANO I COLLABORATORI ED I TESTIMONI DI GIUSTIZIA, I QUALI RAPPRESENTANO L’UNICO STRUMENTO VERO DI LOTTA ALLE MAFIE (INSIEME ALLE INTERCETTAZIONI) E, COME RICOMPENSA, VENGONO
TRATTATI A PESCI IN FACCIA…
E’ inutile parlare di lotta alle mafie, ipocriti di tutta Italia, se, poi, si permette ad un esercito di irresponsabili di distruggere o rendere inefficaci quei pochi strumenti di lotta che lo Stato di Diritto ha a disposizione per combattere efficacemente le mafie.
E’ bene che tutti sappiano che i Testimoni – e più ancora i Collaboratori, i cosiddetti
“pentiti”, quelli veri però – sono gli UNICI strumenti che consentono un’azione risolutiva di contrasto nei confronti della criminalità mafiosa.
Insieme alle intercettazioni.
Senza Collaboratori, Testimoni e intercettazioni, non è possibile combattere le mafie.
E ciò per vari motivi che qua sarebbe lungo elencare.
Lo faremo in altra occasione ed in maniera specifica ed approfondita, citando anche qualche nome.
Non possono farlo gli interessati, ma lo faremo noi!!!
Tutti coloro che vanno gridando nelle piazze e nei teatri “viva Falcone e Borsellino” debbono sapere che fu proprio FALCONE il “padre” del cosiddetto PENTITISMO in quanto egli fu il primo che diede credito al “pentitismo” e riconobbe, servendosene, la sua importanza vitale.
Quando noi parliamo di Falcone dovremmo almeno sapere di chi e che cosa stiamo parlando.
Dovremmo sapere, ad esempio, che Falcone pensava e diceva che senza “pentiti” non si va da nessuna parte.
Se vogliamo, quindi, onorare veramente la memoria di Falcone e non ridursi, quindi, a fare i burattini ridicolizzando, peraltro, tutta l’antimafia sociale, abbiamo il dovere, tutti, dal primo all’ultimo, di PRETENDERE che i Collaboratori (sempre quelli veri e ritenuti credibili dai magistrati, non quelli falsi) vengano rispettati e gratificati come meritano dagli organi
dello Stato preposti alla trattazione e definizione dei loro problemi, dai Ministri -in particolare quello degli Interni, l’altro della Giustizia-, dalla Commissione Centrale ex art.10 legge n.82/91 e dal Servizio Centrale… Sprotezione del Ministero degli Interni, fino all’usciere del Ministero ed al piantone.
Sprotezione, ripetiamo, perché se dipendesse da noi, quel servizio lo sopprimeremmo, per come non funziona, in 24 ore.
Qua, ad essere buoni, ci vediamo costretti a definire il
funzionamento di quel servizio letteralmente penoso.
Collaboratori e Testimoni mandati… in “località protetta” (si fa per dire!!!) in mezzo a loro compaesani e concittadini, alcuni dei quali con conti con la Giustizia o, comunque, amici o familiari di boss; “carte” che non vengono “ricaricate”; sistemazione in appartamenti fatiscenti e senza un minimo di confort; dinieghi di ogni genere…
E potremmo continuare all’infinito.
Ma lo faremo prossimamente perché si tratta di una situazione scandalosa ed intollerabile.
Chi non ha la volontà o la competenza per gestire cose e situazioni così delicate va rimosso e sostituito.
Senza se e senza ma.
Conoscono bene la situazione quei magistrati delle DDA che vengono a contatto con molti di questi casi- da quello di Luigi Bonaventura a quelli di Pino Grasso-Francesca Franzé, il primo Collaboratore e gli altri due Testimoni, tanto per fare
qualche nome- ed a tanti altri ancora.
L’impressione che se ne ricava è che, mentre i Magistrati si danno da fare per combattere le mafie, c’è qualcuno negli apparati che rema contro trattando male chi -Collaboratori e Testimoni-collabora con la Giustizia e causando inevitabilmente una loro reazione con il possibile rifiuto a confermare, soprattutto, in sede dibattimentale le accuse e scoraggiando altri.
Si sta già verificando e questo ci preoccupa moltissimo
perché, mentre da una parte c’è gente che muore per combattere i mafiosi, c’è chi cerca di vanificare tutta l’azione che viene intrapresa.
Noi riceviamo quasi quotidianamente messaggi drammatici da Collaboratori e Testimoni.
O da loro familiari che, oltre che lasciati letteralmente senza soldi nemmeno per mangiare e curarsi, vengono anche presi in giro.
Cercheremo di portare l’attenzione su questa situazione da parte della Commissione
Parlamentare antimafia, contando soprattutto sull’onestà intellettuale e sulla competenza del suo V. Presidente Claudio Fava – che, oltre che conoscere da una vita, è anche egli stesso una vittima di mafia- e di altri amici parlamentari che sono sensibili a questa tematica drammatica.
Certo è, però, che non ci limiteremo a questo perché da oggi in avanti non daremo tregua ai vari Alfano, Bubbico, Generale Pascali e quant’altri.
Lo sappiano tutti.
La Caponnetto è un’associazione antimafia e un’associazione antimafia DEVE FARE questo e non chiacchiere!