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La richiesta della DDA di arresto del Sottosegretario Cosentino

Cosentino, Camera al voto tra una settimana
Sarà probabilmente mercoledì o giovedì prossimo che la Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio voterà la richiesta di arresto formulata dal Gip di Napoli al sottosegretario all’Economia, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Scintille nel Pdl per le pressioni di Bocchino per le dimissioni immediate, l’Idv deposita una mozione apposita. L’esponente del Pdl campano tira dritto e resiste

Tempo sette – otto giorni e si saprà se le Giunta per le autorizzazioni della Camera concederà il via libera all’arresto del sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino. L’esponente del Popolo della libertà campano, fino a poche settimane fa in pole position per la candidatura alla presidenza della sua Regione, è accusato dalla Procura di Napoli di concorso esterno in associazione mafiosa. E’ stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli a trasmettere la richiesta alla Camera di appartenenza di Cosentino. Si tratterebbe di una detenzione cautelare “classica”, in carcere, visto che per il reato in questione non è prevista la misura alternativa dei domiciliari.

Stamattina Cosentino è stato ascoltato per due ore dalla Giunta, a cui ha lasciato una memoria difensiva. Al termine della seduta la deputata del Partito democratico Donatella Ferranti ha ipotizzato mercoledì o al massimo giovedì prossimo come giorni più probabili del voto. La vicenda si intreccia con la richiesta di dimissioni immediate che a Cosentino è stata rivolto dall’Italia dei valori (che ha depositato una mozione adhoc) e anche del Pd, con la stessa Ferranti.

C’è anche una parte del Pdl , guidata dal vicecapogruppo Italo Bocchino, che fa pressione sul sottosegretario perché “faccia un passo indietro”. La posizione di Bocchino indispettisce Cosentino – attestato sulla linea della resistenza – che ha detto al termine della seduta di stamattina: “Dentro la componente ex di Alleanza nazionale sta venendo fuori un’anima meno garantista. Comunque un grande partito come il Pdl non è una caserma e ognuno può votare come vuole”. Bocchino ha replicato: “Conosco Nicola da moltissimi anni siamo entrati assieme in Parlamento e sono certo dell’estraneità alle accuse che i pentiti gli rivolgono. Ciò non toglie che tali vicende producono questioni di opportunità politica ed è in nome dell’opportunità che a mio giudizio dovrebbe ritirare la sua candidatura e dimettersi dagli incarichi”. Rimbrotto anche da parte del ministro della Difesa Ignazio La Russa, anche egli ex An: “Posso dire chiaro a Nicola Cosentino che ogni sua polemica personale o, peggio, ogni generalizzazione socio – politica sul garantismo non aiuta a mantenere la serenità in questa fase delicata, non solo per lui, della vita politica. Chiedergli di astenersi nel proseguire con i botta e risposta non mi pare eccessivo”.

Quanto alla richiesta di arresto su cui la Giunta per le autorizzazioni si esprimerà la settimana prossima, per ora l’unico gruppo che sicuramente voterà a favore è l’Idv. Il Pd, infatti, ancora non ha espresso ufficialmente la propria posizione. La capogruppo democratica in Giunta, Marilena Samperi, ha però sottolineato: “Il quadro che emerge dall’ordinanza è inquietante e disarmante e fa quasi pensare che per il Sud non ci sia speranza. Abbiamo chiesto a Cosentino dei chiarimenti su fatti importanti, lui ha risposto negando ogni addebito che gli viene fatto”. Samperi ha aggiunto che il sottosegretario all’Economia “ha ammesso di conoscere alcuni dei pentiti, tranne il Vassallo, ma di non sapere nulla delle connivenze della società Eco4 con la camorra”. Quanto all’ordinanza del pm con la richiesta di arresto la Samperi ha detto: “E’ obiettivamente circostanziata, le dichiarazioni dei pentiti, che sono diverse e concordanti, hanno anche dei riscontri oggettivi. Come Pd rifletteremo, noi non siamo qui per giudicare se uno è colpevole o meno ma per verificare se nell’ordinanza ci sono elementi che possono far pensare a un fumus persecutionis”.

Sulle critiche della maggioranza sui tempi della procura di Napoli, l’esponente del Pd ha commentato: “Nicola Cosentino lamenta il fatto di essere stato iscritto a registro degli indagati dal febbraio 2009, mentre si indagava su di lui da molti anni prima. Noi riteniamo che questo possa essere indice di serietà da parte degli inquirenti, perché, prima di dar credito alle dichiarazioni precedenti di altri pentiti, hanno aspettato la dichiarazione di Valente, che tra l’altro è anche presidente di ‘Eco4’, avvenuta nel 2009, per iscriverlo nel registro degli indagati”.

Cosentino tira dritto. Dopo essere stato ascoltato, ha detto con una battuta: “Contro di me c’è un ‘fumone di persecuzione'” e ha aggiunto: “I magistrati non mi hanno mai voluto ascoltare. (ma oggi il procuratore di Napoli Giandomenico Lepore ha dato il via libera al suo interrogatorio, ndr). Sono certo, comunque, che nei diversi gradi di giudizio che il provvedimento nei mie confronti sarà cassato”.

Ai giornalisti che gli domandano se in caso di pericolo per la tenuta del governo dovesse fare un passo indietro, Cosentino ha risposto: “Non sono io il problema, il problema sono le riforme che vanno fatte con la coesione del Pdl altrimenti è giusto tornare alle urne”.
Andrea Scarchilli

(Tratto da AprileOnline)