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La Regione Sicilia paga ancora l’affitto a Montante condannato

IL Fatto Quotidiano, domenica 15 settembre 2019

La Regione Sicilia paga ancora l’affitto a Montante condannato

Il Centro per l’Impiego è di proprietà dell’ex n. 1 di Confindustria finito ai domiciliari. Contratto esteso fino al 2022

SAUL CAIA E ROSARIO SARDELLA

I n via Sallemi 22, a Caltanissetta, in un edificio di tre piani, c’è la sede del Centro per l’Impiego regionale in cui lavorano una trentina di impiegati. Niente di strano, se non fosse che lo stabile è di proprietà di Antonello Montante, l’ex presidente di Confindustria Sicilia, ai domiciliari per la condanna in primo grado (in abbreviato) del maggio scorso, a 14 anni per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, e con un processo pendente per concorso esterno in associazione mafiosa. La Regione paga da nove anni un canone d’affitto di 114 mila euro (Iva inclusa) alla AD Architettura Design srl, per 1345 metri quadrati. La società, creata a Caltanissetta nel 1995, si occupa di progettazione per la costruzione di opere di ingegneria civile, idraulica e trasporti. Ha un capitale di 12 mila euro, e risulta amministrata da Giuseppina Melfa, che detiene il 49% delle quote, il 46% è di Montante mentre la restante parte è di Rosaria Costa (5%). LO STABILE di via Sallemi è citato negli atti dell’i n ch ie st a Montante, in cui si spiega che nel 2009, quando l’imprendi – tore fonda “l’a s so ci a zi on e antiracket e antiusura”, sceglie quel palazzo come sua sede. Sei anni dopo, la polizia si reca a quell’indirizzo per cercare la presunta associazione, ma non trova niente, se non gli uffici regionali. Il contratto con la Regione risale al 23 ottobre 2010. Sono gli anni in cui Montante è in rampa di lancio tra i giovani industriali di Caltanissetta, dove ricoprirà la carica di presidente della Camera di commercio, iniziando la sua personale scalata ai massimi vertici della confederazione isolana e nazionale. Al governo regionale c’è Raffaele Lombardo, al suo quarto rimpasto, e l’assessore all’econo – mia è Gaetano Armao. Il caso vuole, che a distanza di nove anni, sia a capo dello stesso assessorato, sotto il governatore Nello Musumeci. C’è un dato però. Nel febbraio 2015, l’immagine del paladino dell’antimafia di Montante è scalfita dall’a ccusa per concorso esterno in associazione mafiosa, che lo spingere ad autosospendersi dal consiglio direttivo dell’Agenzia dei beni confiscati, d ov ’era stato nominato d al l ’allora ministro dell’I nterno, Angelino Alfano.Risulta infatti, che l’imprendi – tore Vincenzo Arnone e il padre Paolino erano stati suoi testimoni di nozze. Arnone Senior muore suicida nel 1992, nel carcere di Malaspina di Caltanissetta, gettandosi dalla finestra dell’inferme – ria. Era stato arrestato dopo le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Leonardo Messina, detto Narduzzo, al magistrato Paolo Borsellino che portò all’arresto di un 200 persone nell’operazione Leopardo. Vincenzo invece, era considerato dagli inquirenti il capo della famiglia mafiosa di Serradifalco, città d’origine di Montante. L’apostolo dell’a n t i m af i a resta però saldamente al comando di Sicilindustria con la delega nazionale alla legalità affidatagli dai vertici di Viale dell’Astronomia. Alla scadenza del contratto di locazione, la Regione lo rinnova con lo stesso importo e metratura, estendendolo fino a ottobre 2022. A maggio 2018 però, Montante finisce ai domiciliari, travolto dall’i nc h i e s t a ‘double face’ istruita dal procuratore capo Amedeo Bertone, l’a ggiu nto Gabriele Paci e dai sostituti Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso. È accusato di aver creato un “s ist em a” in grado di monitorare, controllare, spiare e redigere dossier sui magistrati, avvocati, giornalisti, dirigenti e imprenditori per ottenere informazioni da poter usare a suo piacimento. Quando ci rechiamo a visitare lo stabile, non troviamo nessuna etichetta dell’Archi – tettura Design, nonostante risulti ubicata a quell’indiriz – zo. “Più del nome della società non conoscono”, rispondono i dipendenti degli uffici regionali in affitto nel palazzo. Ci spiegano però, che l’ultimo piano è ancora in uso ai proprietari, “anche se non si non mai visti”. P ROV IA MO a contattare gli amministratori, senza però avere fortuna. I dirigenti degli uffici del dipartimento regionale delle finanze e patrimonio ci spiegano di aver appreso che il proprietario è Montante a seguito delle nostre domande, aggiungendo che “ogni anno vengono fatte le richieste antimafia della società che hanno stipulato i contratti”. Chiediamo all’assessorato a l l’economia Armao, se è a conoscenza della vicenda e se crede sia opportuno che Regione paghi l’affitto a un imprenditore condannato. Dall’ufficio di gabinetto ci fanno sapere che solo da “lu – nedì saranno fatte le dovute verifiche sul contratto e s ul l’immobile, per vagliare con scrupolo e attenzione la vicenda”.