Cerca

La realtà drammatica in cui si trovano coloro che decidono di schierarsi con la Giustizia.Dov’é lo Stato?????????

Ignazio Cutrò: «Ho vinto contro la mafia, ho perso contro lo Stato»

  Ignazio Cutrò, sotto protezione dopo aver denunciato i suoi estorsori: «Caro Renzi, dacci gli hotel dei mafiosi che abbiamo denunciato»

1 giorno fa | di Rossana CampisiIgnazio Cutrò, imprenditore edile, 47 anni, lo ha scritto bianco su rosso: Abbiamo vinto noi. E’ il titolo di una storia, la sua, raccontata in un libro da Benny Calasanzio Borsellino, giornalista, scrittore (e nipote di zio e nonno uccisi dalla mafia) che parte dall’agrigentina Bivona, patria delle pesche sornione e delle sedie artigianali. E’ qui che Cutrò ha fatto arrestare i suoi estorsori ed è diventato un testimone di giustizia. Ha visto diminuire il lavoro della sua azienda fino al giorno in cui ha chiuso i battenti. «Ho vinto contro la mafia», commenta oggi, «ma ho perso contro lo Stato».E’ vero che andrà all’estero?«Certo. Non riesco a vivere in Italia. Dico economicamente». Lamenta la malaburocrazia del Paese.«Ogni proposta, ogni incontro con i ministri per lasciare che i testimoni di giustizia abbiano delle possibilità di lavoro non è servito a nulla. Prenda il progetto che ho presentato al presidente delle regione Sicilia Rosario Crocetta, per far assumere i testimoni di giustizia negli enti della pubblica amministrazione. Incontro il Ministro, fondo la prima associazione nazionale per tutti i testimoni di giustizia, il mio decreto arriva a Roma. Ma rimane fermo lì, su qualche scrivania».Il premier Matteo Renzi ha messo nero su bianco però cinque punti su come fermare la Mafia SPA. «Quando li farà approvare e poi applicare ne riparliamo. Se poi rendesse più duro il 41 bis e le condanne per mafia, farebbe meglio».Aggiungerebbe un sesto punto?«Vorrei suggerirgli che se i beni confiscati alla mafia potessero essere affidati anche ai testimoni di giustizia sarebbe bellissimo. Potremmo creare hotel, aziende, Lavorare anche noi insomma. Risparmierebbe lo Stato e darebbe un’opportunità anche a noi. Che senso ha avere una mensilità se poi non hai un lavoro?».Una mensilità che lei però non ha.«No, perché quella viene concessa solo a chi accetta di lasciare la propria terra. E io, la Sicilia, non ho mai pensato di lasciarla. Ho chiesto al Ministero dell’Interno di ricevere un assegno almeno per i miei due figli: loro sì che ho voluto che andassero fuori. Veronica e Giuseppe studiavano a Milano, adesso sono tornati a casa. Speravo che almeno per loro ci fosse un programma di protezione in qualche località fuori dalla Sicilia. Io non riesco a pagargli l’affitto. Quando sono tornati non sono riuscito a guardarli negli occhi per un mese. In quei giorni ho meditato di lasciare l’Italia».Insomma, vede nero.«No. Grazie all’associazione i testimoni che un tempo restavano isolati dalla famiglia, dalla loro terra, adesso hanno una voce. E poi questa è la terra di Falcone e Borsellino. Nessuno qui è eroe inutilmente. Tante cose sono cambiate, adesso però tocca alla politica».
ciliberto gennaro