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”La politica é senza senso dello Stato” e il nostro é un paese “mafioso”

«La politica è senza senso dello Stato»

ZUGLIANO. «Il nostro è un Paese “mafioso” e tutti ci dobbiamo svegliare, siamo governati da persone senza scrupoli, senza nessun senso dello Stato e del bene comune». Sabina Guzzanti non le manda o a dire quando si parla di mafia, giustizia, corruzione e responsabilità. Lo ha fatto con il suo film “La trattativa” – che mette in scena le vicende controverse relative alla cosiddetta “trattativa”, quella che sarebbe intercorsa tra Stato e mafia all’indomani delle bombe a Roma, Milano, Firenze – e lo ha ribadito giovedí sera a Zugliano, ospite al centro Balducci, dove alla proiezione del suo ultimo lavoro, presentato fuori concorso l’anno scorso alla Mostra del Cinema di Venezia, è seguito un lungo dibattito in compagnia del giornalista Giorgio Bongiovanni, direttore di “Antimafia 2000”, don Pierluigi Di Piazza e il pubblico presente. «Siamo molto ingenui, perché anche di fronte a tanta ferocia non ci capacitiamo della verità» ha detto l’artista. Non vogliamo vederla, quella verità, non ci vogliamo credere, quasi come se ci fosse «sempre qualcosa dentro di noi che vuole rinormalizzare». Secondo la regista, complice un talvolta troppo accennato atteggiamento cattolico che caratterizza il Paese, tendiamo a “beatificare” le persone, quando invece «dovremmo smettere di aver bisogno di credere a qualcuno e dovremmo ragionare». La Trattativa ha trasformato la nostra penisola in maniera orribile, ha proseguito la regista, «prima, almeno, la parte sana dell’Italia era piú organizzata». Basato interamente su fatti realmente accaduti, documenti, testimonianze, interviste – con qualche piccola licenza poetica – il film racconta, seppur in chiave umoristica, vent’anni di storia italiana. Obiettivo del film, sono le parole di Guzzanti «far conoscere i fatti che hanno cambiato il corso della democrazia, perché troppo spesso si sente parlare della questione Stato-Mafia senza collegamenti». Una questione che, ha ricordato, coinvolse mafiosi, personaggi politici, magistrati, banchieri e massonerie, e che oggi non rappresenta sicuramente un capitolo chiuso dei libri di storia. «Lo Stato continua a trattare con persone che hanno a che fare con la mafia – ha sostenuto Bongiovanni – il patto del Nazareno è una trattativa in diretta, dove lo Stato è costretto a “scendere” a patti con la mafia», detentrice di «interessi economici spaventosi». Un patrimonio che, secondo il giornalista, si aggira intorno a 1.039 miliardi di euro e ogni anno il “fatturato” è di 150 miliardi di euro. Ad applaudire l’opera di Guzzanti, accolta con apprezzamento in una sala piena di spettatori, un pubblico che ha mostrato vivo interesse al tema ponendo diverse domande. Spazzati via la retorica e il sentimentalismo, questo film accende i riflettori sui fatti, veri, e vuole promuovere un ragionamento distaccato e razionale: non ci sono buoni e cattivi e i ruoli dei personaggi possono essere molto ambigui. «Le mafie oggi sono mille volte piú forti di prima», ha detto la Guzzanti nel suo documentario, e questo è il vero punto a cui vuole arrivare. Calca sul senso di responsabilità della politica, che riguarda però tutti i cittadini.

Giulia Zanello