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La mappa della Camorra nel napoletano

La Camorra non è un’organizzazione unitaria, ma può contare su decine di clan autonomi e spietati. Ecco la mappa dei clan del napoletano: da Pianura, a Secondigliano, a Scampia.

L’Alleanza di Secondigliano, il cartello di clan attivo soprattutto alla periferia nord, è ritenuta una delle organizzazioni più potenti della camorra napoletana. Capeggiata dalle famiglie Mallardo, Contini e Licciardi (il cui leader, Vincenzo detto ‘o chiatto, è stato catturato oggi dalla polizia) negli ultimi anni è stato in guerra con due cosche, tra loro alleate: i Misso e i Mazzarella. Nella frastagliata mappa delle cosche cittadine, il clan Misso ha esteso la sua influenza dal rione Sanità a Forcella, un tempo feudo dei Giuliano, che hanno perso il loro potere dopo la decisione dei principali esponenti di collaborare con la giustizia.
Capeggiato da Giuseppe Misso (negli anni scorsi processato e assolto per la strage del rapido 904), il gruppo malavitoso ha subito non pochi scacchi negli ultimi mesi per due fondamentali ragioni: il «pentimento» di due nipoti del boss – Giuseppe e Emiliano Zapata Misso – e lo scontro con la fazione scissionista dei Torino per il predominio nel rione Sanità, un conflitto al quale sono attribuiti decine di omicidi. In un altro rione del centro antico, i Quartieri Spagnoli, gli ex Mariano, i Terracciano e i Trongone si sono avvicinati all«’Alleanza di Secondigliano».

In città tuttavia da qualche tempo la camorra non appare più spaccata in due sul modello siciliano di mafia («Alleanza di Secondigliano» contro Misso-Mazzarella) ma è cresciuto il numero delle cosche che agiscono senza far parte di nessuno degli opposti schieramenti. Passando all’esame dei vari quartieri a Secondigliano sono attivi i Licciardi, i Lo Russo e i Bocchetti; al Vasto e all’Arenaccia i Contini-Bosti; al Mercato gli Annunziata; al Vomero i Caiazzo-Brandi e gli ex Alfano; a Pianura i Varriale e i Marfella; nel rione Traiano i Puccinelli; a Montesanto i Piccirillo; a Santa Lucia i Calone e gli Elia; a Bagnoli i D’Ausilio; a Ponticelli i De Luca Bossa; alla Sanità i Tolomelli-Vastarella; ai Quartieri Spagnoli gli ex Mariano, i Terracciano e i Trongone.

Sull’altro fronte (Misso-Mazzarella-Sarno) ci sono i Cimmino al Vomero; i Russo sui Quartieri Spagnoli; Sorrentino-Sorprendente-Cavalcanti a Bagnoli; i Cocozza-Bernardo nel rione Traiano; i Mazzarella-Formicola a Poggioreale e San Giovanni a Teduccio; i Misso-Pirozzi-Sabatino alla Sanità; i Caldarelli al Mercato; i Sarno a Ponticelli; gli Aprea-Alberto-Cuccaro a Ponticelli; i Formicola e i D’Amico a San Giovanni a Teduccio.

Autonomi, secondo gli investigatori, una quindicina di clan: gli ex Stabile di Piscinola e Marianella; i Di Lauro e i Prestieri di Secondigliano; i Simeoli nella parte alta del Vomero; i Grimaldi di Soccavo; i Baratto-Bianco di Fuorigrotta; i Postiglione-Avagliano tra Santa Lucia e Mergellina; i Deviato nel rione San Gaetano; i Reale-Rinaldi e gli Altamura a San Giovanni a Teduccio; i Lago a Pianura.

Alla periferia nord è tuttora in corso la cosiddetta faida di Scampia che vede gli Amato-Pagano (i cosiddetti Scissionisti) prevalere sui Di Lauro (la cosca di Ciruzzo ‘o milionario) nello scontro scaturito dai contrasti sul traffico di droga.
Enzo La Penna

(tratto dal sito del Movimento “Ammazzateci Tutti”)