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La mafia è 100 anni avanti all’… ”antimafia”! La “zona grigia” oggi è la mafia vera e la più insidiosa e la gente non capisce o fa finta di non capire…

Zona grigia, il pm Paci mostra il nuovo scenario e sbarca a Reggio

Quando ebbe la nomina a Procuratore aggiunto a Reggio Calabria, il sostituto procuratore Gaetano Paci ricevette un inconsueto commiato da parte dei membri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Non solo il rituale attestato di stima rivolto al collega che lascia l’ufficio cui è preposto, ma un caloroso ringraziamento “per il determinante contributo dato alla nostra terra nella sua importante carriera piena di successi”. I magistrati ricordarono “le indagini sulla corruzione e concussione da parte di pubblici funzionari ed esponenti politici, in materia di finanziamenti pubblici e di gare di appalto, il contrasto della criminalità mafiosa e l’attività investigativa sulla cattura di molti latitanti”.

Gaetano Paci è un segugio della zona grigia, non solo un pm antimafia. A questa area “liquida” ed ambigua ha dedicato sia il lavoro sul campo quanto l’analisi del fenomeno nelle sue sfaccettature più rilevanti.

Per queste ragioni, nel suo recente intervento al Cerisdi (La zona grigia, 17 luglio), il magistrato ha disegnato uno scenario estremamente puntuale del fenomeno. Egli suggerisce, anzitutto, che bisogna prendere atto di una condizione nuova ed incontrovertibile: la mutazione antropologica del mafioso, “non più dedito al controllo militare del territorio, ma all’assemblaggio di quelle figure professionali e di quei profili utili a mantenere la sua egemonia”.

Il boss moderno, sostiene Gaetano Paci, assembla diversi fattori, si serve di imprenditori abili, di professionisti competenti, di relazioni internazionali vantaggiose. L’area in cui agisce non è una zona grigia, ma una zona criminale, al di là dei meriti e delle “armi” che egli usa per ottenere i risultati.

“La zona grigia – avverte Paci – si è allargata”, come provano le diverse inchieste condotte dalla Procura di Palermo. “Chi crede che ci troviamo ancora ad affrontare un fenomeno circoscritto – osserva il pm – si sbaglia, perché la nuova mafia è entrata pesantemente nella vita delle istituzioniattraverso il controllo della spesa pubblica. Oggi siedono attorno al tavolo figure di riferimento un tempo tendenzialmente immuni dal comparaggio con la mafia”. L’avvicinamento avviene grazie al tramonto d
el vecchio boss che risolve i suoi problemi con la violenza e l’intimidazione, ma con l’uso di strumenti finanziari sofisticati.

“Il mafioso – segnala Paci – dispone di professionisti e tecnici di alto livello. L’imprenditore maneggione è diventato un competente ed attento utilizzatore di mezzi informatici e di relazioni internazionali. E’ lui a fornire un supporto tecnico ed una faccia pulita alla nuova mafia”. Il pm palermitano da qui a poco, nel nuovo ruolo a Reggio Calabria, avrà modo di misurare l’esperienza acquisita sul campo nel teatro di mafia oggi più importante, la terra della “ndrangheta”.

Salvatore Parlagreco

(Tratto da SiciliaInformazioni)