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La giornata della legalità e della rivolta civile e democratica a Latina. Protagonisti gli studenti

Un serpentone, con migliaia di persone e tanta. tantissima altra gente sui marciapiedi ad osservare ed applaudire.
Un’organizzazione perfetta quella degli studenti di Latina che hanno promosso la manifestazione di solidarietà alla giudice Lucia Aielli minacciata dalla mafia.
Una folla oceanica a gridare compatta e composta ” la mafia è una montagna di merda”, “fuori la mafia dallo Stato” ed altri slogan d’effetto.
Una folla composta per lo più di giovani – i ragazzi delle scuole superiori di Latina- ma non solo, con anche tanti capelli bianchi, tutti uniti a far sentire la loro voce di protesta nei confronti degli anonimi criminali che si sono resi autori delle minacce alla Dottoressa Aielli.
Una manifestazione, insomma, che ci ha lasciati soddisfatti pienamente ed ancora di più se teniamo conto dello storico stato soporoso di un tessuto, quello latinense e pontino, che è stato -speriamo che non lo sia
più – per decenni a guardare senza far niente contro le mafie.
Anzi!
C’è stata qualche nota stonata, ma non per colpa degli organizzatori e dei ragazzi, ma di alcuni esponenti politici di entrambi gli schieramenti -Sindaco di Latina del PDL, oltre a molti dirigenti ed amministratori del PD – che hanno tentato di occupare la scena collocandosi nelle prime fila del corteo e che sono stati con cortesia ma con molta fermezza allontanati ed invitati con il megafono a sistemarsi ai margini del corteo: ” fuori i politici dal corteo. Se vogliono si collochino ai margini”, abbiamo sentito annunciare con i megafoni.
Certamente essi non hanno fatto una bella figura perché questo denota l’assenza di gradimento nei confronti di queste classi dirigenti da parte delle giovani generazioni e di tutta quella fetta di persone perbene che non fanno parte delle truppe cammellate dei partiti.
E non è che questi ragazzi abbiano torto se si considera che tutta questa gente – sindaci, segretari politici, consiglieri – sono i veri ed unici responsabili della situazione in cui ci troviamo, alcuni diretti ed altri indiretti..
I loro silenzi, le loro inerzie ed a volte le connivenze di alcuni di essi con i mafiosi ci hanno fatto precipitare nel baratro.
La prossima volta, ad evitare umiliazioni del genere, vengano alle manifestazioni antimafia con un bagaglio di atti concreti – e non solo per tentare di metterci sù il cappello senza aver fatto niente – e si accorgeranno di essere ben accolti.
E di cose da fare – e non di chiacchiere da ripetere – ce ne sono tante in provincia di Latina, dal potenziamento degli organici dei magistrati e degli amministrativi degli uffici giudiziari, alla qualificazione e ridefinizione di tutto l’impianto investigativo che richiede gente più preparata ad affrontare le “nuove mafie” economiche, politiche, istituzionali e di professionisti, all’istituzione di una sezione distaccata della DIA di Roma possibilmente
nel sud pontino (o nella Caserma della Guardia di Finanza di Fondi o in quella dei Carabinieri di Sperlonga, dove ci sono spazi illimitati che sono inutilizzati).
Stiamo parlando di una “sezione distaccata del Centro Operativo di Roma, non di un “centro Operativo” che non sarebbe possibile istituire in quanto Latina non è sede di Corte di Appello.
Nella delegazione politica presente alla manifestazione abbiamo visto sindaci di alcuni comuni, la presidente dell’Amministrazione Provinciale di Latina ed anche una sottosegretaria di stato.
Non sarebbe loro difficile, se ne avessero la volontà, di dimostrare la loro effettiva voglia di rendersi utili facendo sì che i vertici istituzionali diano una soluzione, presto però e non fra dieci anni quando le mafie avranno vinto definitivamente la guerra, a questi problemi.
Altrimenti, alle prossime manifestazioni pubbliche, saremo i primi a gridare il nostro
non gradimento alla loro presenza agli incontri antimafia.
Detto questo, dobbiamo anche muovere un appunto.
L’incontro che è seguito al corteo e che si è svolto nell’aula della Corte di Assise ci è sembrato troppo “istituzionale” e poco aperto a chi, i giovani, sono stati gli organizzatori e gli attori di una vera e propria rivolta civile e democratica che ha scosso la città e la provincia.
Hanno avuto accesso nell’aula ed hanno parlato magistrati, avvocati, giornalisti, ma le centinaia e centinaia, se non migliaia, di ragazzi che hanno dato vita ad una giornata meravigliosa sono stati fuori la piazza e non dentro anche se hanno potuto vedere e sentire attraverso gli schermi tutto e tutti.
Noi almeno una delegazione di quei giovani li avremmo fatti sedere al fianco dei magistrati e parlare!!!