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La frattura consumatasi a Formia il 23 luglio u.s.fra politica e parte delle istituzioni da una parte e società civile ed antimafia sociale dall’altra.Le gravissime responsabilità del PD,del Comune di Formia e del Governatore della Regione Lazio

 

“Zingaretti è a una riunione importante” invece è all’Umberto I° per un’inaugurazione

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Zingaretti ieri all'Umberto Primo

Zingaretti ieri all’Umberto Primo 

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti non era a Formia all’incontro con i sindaci “per il rilancio di un patto contro le mafie” perché impegnato in un’inaugurazione. E non, come aveva dichiarato Gianpiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio regionale per la sicurezza e la legalità mandato in sostituzione insieme all’assessore alla Sicurezza Concettina Ciminiello, perché “E’ stato convocato per un’importante riunione sul piano di rientro sanitario. Stamattina si è messo il primo tassello affinché il Lazio esca dal commissariamento della sanità…” (nell’intervista che proponiamo dal minuto 3.45).

Il rientro sanitario a quanto pare potrà attendere considerato che Zingaretti era, riporta l’AGI, all’inaugurazione del Centro di Procreazione medicalmente assistita (PMA), del Policlinico Umberto I, riaperto dopo importanti lavori di ristrutturazione (!).

E così anche il Corriere della Sera.

 

L’ANNUNCIO DEGLI “STATI GENERALI” – Eppure qualche giorno fa, ringraziando le forze dell’ordine per l’impegno e la capacità di indagine profuse nella maxi operazione della Dda denominata Gea (20 luglio), e che ha coinvolto Fondi, Formia e Terracina, nonché tenendo fede a quanto aveva dichiarato in occasione dei funerali dell’avvocato Mario Piccolino, il governatore della Regione Lazio Zingaretti aveva annunciato che il giovedì successivo, ieri, alle ore 10.30 nella sala del Consiglio comunale di Formia “incontrerò tutti i sindaci della provincia di Latina per rilanciare un patto contro le mafie nel pontino. Saranno presenti, oltre ai vertici delle Forze di Polizia della provincia di Latina, anche il Prefetto di Latina e la Procura Nazionale Antimafia con la consigliera Diana De Martino”. Un “evento di straordinaria importanza”, aveva sottolineato il sindaco Bartolomeo.

Primo risultato dell’incontro, come avevamo anticipato la sera precedente, il Governatore non partecipa. Un po’ confermando lo scarso feeling che Zingaretti, quanto meno dal punto di vista mediatico, ha con la città. Sin dalla prima visita quando poi partì un’indagine sul lavaggio con una idropulitrice dei beni archeologici della Villa Comunale che ad aprile ha portato a tre rinvii a giudizio.

Insomma, non un buon inizio per l’incontro andato in scena presso la sala Ribaud del Comune di Formia a porte chiuse e alla presenza di soli 13 tra sindaci o loro rappresentanti, o commissari prefettizi, su 33 comuni della provincia. Non quello che ci si aspettava.

cartelloni-formia-4LA CONTROMANIFESTAZIONE – E che la giornata a Formia, ‘come da tradizione’, non fosse iniziata nel migliore dei modi per i due rappresentanti regionali lo aveva già chiarito la piccola, di numero, ma “rumorosa” contromanifestazione davanti al Comune, contro la decisione di vietare l’ingresso al pubblico.

cartelloni-formiaUn fatto che ha fatto dire alle opposizioni dell’Udc e di Generazione Formia: “L’antimafia da talk show, per di più a porte chiuse, non interessa nessuno ed è controproducente”.

cartelloni-formia-2

A scendere in piazza sotto il sole cocente della mattinata sono stati Paola Villa di Un’Altra Città, Paolo Costa, Delio Fantasia, Barbara Sartori, che ha definito “Zingaretti un Pinocchio”, del Movimento 5 Stelle, con l’adesione di Rifondazione Comunista. E l’intervento di Elvio Di Cesare dell’Associazione contro le mafie Antonino Caponnetto. Un mix che ha fatto preferire alla maggior parte dei partecipanti all’incontro l’ingresso dal lato posteriore del Comune.

cartelloni-formia-5“Quella di oggi è una frattura insanabile ma noi non ce l’abbiamo con chi ha preso parte oggi aderendo ad un invito ipocrita da parte di coloro che l’hanno organizzato. Oggi, si segna questa frattura, che vede grosse responsabilità politiche da parte del Partito Democratico e che avrà, per quanto ci riguarda, delle ripercussioni molto serie anche sul territorio. Con questa gente che ha buttato la maschera non si può assolutamente partecipare. Ho visto impedire l’accesso a queste scale che conducono alla sede comunale, Sono fatti scandalosi che gridano vendetta”, ha detto tra l’altro il presidente dell’associazione “Caponnetto” Elvio Di Cesare.

Paola Villa

“Tutti ci siamo domandati, perché il giorno dopo, sabato 30 maggio dopo la fiaccolata, spostata di due ore per consentire al Sindaco di Formia di incontrare Prefetto e Questore, alla chiusura della fiaccolata in piazza Vittoria il Sindaco di Formia continuava a sostenere con gran forza la teoria dell’uccisione di camorra? Anche lì una riunione a porte chiuse, anche lì ovviamente nessun cittadino ha avuto diritto di sapere”, ha sottolineato Paola Villa.

 

 

IL COMMENTO DEL SINDACO – Ed ecco come ha commentato il sindaco Sandro Bartolomoeo, a quanto riportato da duepuntozeronews.it: “Caustica a tutto questo la considerazione del Primo Cittadino di Formia, Sandro Bartolomeo, il quale ha detto di non essersi neanche accorto della manifestazione e che ha poi chiarito: “Rispetto comunque anche io non apprezza questo genere di cose. Mi sembra che il presidente Zingaretti abbia chiarito che l’iniziativa sarebbe stata riservata ai sindaci, d’altronde le cose dette dalla De Martino non avrebbe potuto dirle davanti a tutti. Ora, io comprendo questo spirito partecipativo, ma ci sono livelli ai quali le istituzioni partecipano in determinate forme”.

Poco dopo, nel pomeriggio, di ieri, l’Amministrazione Comunale ha quindi diffuso un comunicato stampa sulla riunione della mattina che per cronaca riportiamo.

IL COMUNICATO STAMPA DEL COMUNE DI FORMIA – “Si è tenuto questa mattina nella sala Ribaud del Comune di Formia l’atteso incontro promosso dalla Regione Lazio per avviare una nuova stagione di collaborazione tra le Istituzioni del territorio pontino finalizzata ad una più efficace azione di contrasto alla criminalità organizzata e a tutte le forme di illegalità.

2Oltre al sindaco Sandro Bartolomeo e all’Amministrazione regionale, rappresentata dall’assessore alla Sicurezza Concettina Ciminiello e dal presidente dell’Osservatorio regionale per la sicurezza e la legalità Gianpiero Cioffredi, hanno preso parte all’evento i vertici del panorama istituzionale pontino. Dal prefetto di Latina Pierluigi Faloni al questore Giuseppe De Matteis; dal colonnello Giovanni Reccia, comandante provinciale della Guardia di Finanza, al Tenente Marco Ciamparano del comando provinciale dei Carabinieri di Latina; da Giuseppe Persi, comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato, ai sindaci del territorio – presenti Antonio Terra (Aprilia), Patrizia Gaetano (Castelforte), Salvatore De Meo (Fondi), Cosmo Mitrano (Gaeta), Andrea Antogiovanni (Lenola), Claudio Sperduti (Maenza), Paolo Graziano (Minturno), Maurizio Lucci (Sabaudia), Eugenio Saputo (Vicesindaco di San Felice Circeo), Carmela Cassetta (Assessore di Santi Cosma e Damiano), Salvatore Vento (Spigno Saturnia) e i commissari prefettizi di Terracina e Priverno, Erminia Ocello e Andrea Polichetti.

Istituzioni politiche, forze dell’ordine e magistratura. Hanno partecipato all’incontro anche il procuratore Capo di Cassino Paolo Auriemma e il consigliere della Procura Nazionale Antimafia Diana De Martino.

Il questore De Matteis, De Martino e il sindaco Bartolomeo

Il questore De Matteis, Diana De Martino e il sindaco Bartolomeo

Già pm della Dda di Roma, la dottoressa De Martino ha ricostruito le inchieste e i procedimenti che, negli ultimi anni, hanno focalizzato le presenze mafiose sul territorio pontino. Dall’approdo negli anni ’70 delle più note famiglie di ‘ndrangheta e camorra, agli intrecci con la criminalità locale. Dal processo Anni ’90 che disarticolò una costola del clan dei casalesi operativa nel lembo più meridionale della Provincia all’inchiesta Damasco sul potere delle ‘ndrine a Fondi. Dall’operazione “Sud pontino” che ha acceso i riflettori sul Mof di Fondi e sul vero e proprio cartello criminale (casalesi, Cosa Nostra e Alleanza di Secondigliano) che monopolizzava il trasporto su gomma dei prodotti ortofrutticoli, a “Gea”, l’inchiesta che nei giorni scorsi è tornata sulle tracce della holding, risultata pienamente operativa anche dopo gli arresti del 2010.

Il procuratore De Martino ha tracciato il profilo delle mafie operanti su questo territorio. Presenze subdole, quasi invisibili che però intaccano i percorsi sociali e le strutture economiche delle comunità in cui operano. Un sistema che al rumore del piombo preferisce il silenzio e che al tradizionale parassitismo antepone la forza centripeta del denaro. E così i proventi di droga, armi, estorsioni, usura si trasformano in attività all’apparenza lecite: negozi, piccole imprese, autosaloni, agenzie immobiliari. Volti puliti, capacità finanziaria. Il resto lo fa la crisi economica e la miopia di chi fa finta di non vedere.

Un momento dell'incontro

Un momento dell’incontro

Diana De Martino ha ricordato le tante misure di prevenzione eseguite, confische e sequestri che danno la misura del potere di infiltrazione esercitato dalla criminalità su questo territorio ma che, fortunatamente, non descrivono forme di controllo “militare”, né attività di estorsione a fine “politico”, come avviene invece nei territori d’origine dove imporre il pizzo vuol dire innanzitutto far capire chi comanda. Destano comunque preoccupazione le condizioni economiche di larghi strati di popolazione e delle tante imprese che sempre più spesso si rivolgono all’usura. La risposta di forze dell’ordine e magistratura c’è stata ed è forte. Lo dicono i numeri.

Tanto possono fare anche gli Enti locali. Su questo aspetto si è soffermato il procuratore di Cassino Paolo Auriemma che ha chiesto ai Sindaci una forte e qualificata attività di filtro e prevenzione, soprattutto per quanto concerne autorizzazioni e concessioni edilizie.

“E’ stato un importante momento di confronto – commenta il primo cittadino di Formia Sandro Bartolomeo –. Con le forze dell’ordine e i colleghi Sindaci ci siamo scambiati informazioni e valutato insieme i settori su cui intervenire per garantire la sicurezza dei nostri concittadini. La dottoressa De Martino si è soffermata su molti ambiti, entrando nel merito di inchieste e facendo nomi e cognomi. Bene, alcuni di questi personaggi risiedono a Formia e qui hanno accumulato patrimoni. Segnalo queste cose perché amo la mia città e voglio per i miei concittadini un futuro di sicurezza e serenità. Il dialogo tra Istituzioni è decisivo. E’ importante ad esempio che i Sindaci accedano a determinate informazioni. Penso ai progetti di riqualificazione delle nostre aree dismesse. Per assumere decisioni importanti che coinvolgono il futuro di questa città devo poter contare sulla legittimità dei miei interlocutori. Lasciare soli i sindaci – conclude – significherebbe costringerli a non prendersi responsabilità. E per i Comuni vorrebbe dire paralisi”.

LA CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE – Un paio di ore più tardi, il presidente del Consiglio comunale Maurizio Tallerini ha quindi annunciato una seduta del Consiglio comunale per il 28 luglio che ha tra i punti all’ordine del giorno le “dichiarazioni del Sindaco relative alla presenza della criminalità organizzata sul territorio ed agli interessi della stessa sul Prg”.

DIALOGO DECISIVO MA DIFFICILE – E’ quanto si intuisce da una dichiarazione in particolare emersa dall’incontro ufficiale in Comune. Si “intuisce”, infatti, un desiderio da parte dei primi cittadini di “accedere a determinate informazioni”. E seppure il Questore di Latina (dal minuto 2.42), riconosca in qualche modo questa richiesta come “Un buco normativo”, pur tuttavia ribadisce subito l’impossibilità da parte delle autorità incaricate di indagine di trasmettere informazioni che potrebbero danneggiare le inchieste in corso.

Una richiesta irricevibile, sopratutto perché viola il cosiddetto segreto investigativo (e che sorprende possa essere stata avanzata in un contesto di così alto spessore istituzionale), ma che un po’ ricorda un certo clima al summit sulla legalità dello scorso dicembre a Latina cui parteciparono diversi parlamentari della Commissione Parlamentare Antimafia e alcuni magistrati della Procura di Latina. Tra gli altri dichiarò Francesco D’Uva parlamentare alla Camera dei Deputati: “Non chiediamo dettagli sulle indagini in corso ai magistrati qui presenti, neanche in questa seduta segreta, perché c’è sempre il rischio che tra i 50 parlamentari commissari vi possa essere qualcuno che poi riferisca, altrove, le notizie riservate”.