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La dubbia galassia Polverini Fazzone, ras di Fondi nel comitato elettorale

Si è arricchita di un altro satellite, a dir poco discutibile, la galassia di Renata Polverini: ha inserito nel comitato elettorale il senatore Claudio Fazzone, potente dominatore dell’ area pontina, coordinatore del Pdl a Latina, che è riuscito a impedire lo scioglimento del Comune di Fondi per infiltrazioni mafiose. Così, tutti allegri appassionatamente, da Gasparri a Storace, da Tilgher a Fazzone (con la benedizione di Cicchitto) i pilastri che sostengono la candidata del Pdl alla Regione Lazio fanno sfumare il dubbio che la sindacalista sia «una che piace anche alla sinistra».

Approfittando del vantaggio che il Pd, con le sue indecisioni, le ha generosamente lasciato, Polverini ha già iniziato la sua campagna elettorale alla Befana. Lanciata come candidata unica dai tg governativi (dal Tg1 ai regionali fino al Tg5 che ha sfidato lo sciopero), il primo tour è stato proprio in quelle province «nere»: Latina, Rieti, Frosinone. Enclave storiche di Alleanza Nazionale (e dell’ ex Msi), da Storace a Italo Bocchino. E nel comitato elettorale, dove c’ è la non velina Beatrice Lorenzin, l’ infilare Fazzone è una buona ricetta: porta in dote 50mila voti della provincia di Latina.

Comune dimesso ma non sciolto
La storia del Comune di Fondi è complessa: la procura distrettuale antimafia avviò le inchieste sui legami tra mafia, camorra e clan della ’ ndrangheta dei fratelli Tripodo con e politici delle amministrazioni locali, in un territorio dove si trova il mercato ortofrutticolo più grande d’ Europa. I rapporti dei carabinieri, della commissione Antimafia e dell’ (ex) prefetto di Latina Bruno Frattasi rivelarono gli stretti legami tra politica e attività mafiose. Quest’ ultimo nel settembre 2008 chiese lo scioglimento del Comune, ma anche la richiesta avanzata due volte dal ministro dell’ Interno Maroni al consiglio dei ministri è stata arenata nel gioco di potere avallato da Berlusconi con la scusa che nessuno era indagato, tesi supportata con forza ai ministri Meloni, Brunetta e Sacconi, in ottimi rapporti con il senatore Pdl.

Finché il ras della Pontina, il senatore Fazzone, con suoi interventi non è riuscito a evitare lo scioglimento del Comune pontino guidato dal suo sodale Luigi Parisella. Con un escamotage: si sono dimessi sindaco e giunta, così che a marzo si tornerà a votare insieme alle Regionali. Ciliegina sulla torta: a dicembre 2009 il prefetto Frattasi è stato rimosso da Latina e spostato all’ Ufficio di coordinamento delle forze di Polizia. Una promozione-rimozione, insomma.

Gli unici arrestati sono stati alcuni uomini del clan Tripodo e dei funzionari (l’ assessore ai lavori pubblici, il capo della polizia e il suo vice, il dirigente dei lavori pubblici, un imprenditore e un funzionario del settore bilancio). La «testa» politica del sistema è salva. Adesso il ministro Maroni ha inviato le motivazioni degli arresti, nelle quali di spiega perché tutte le responsabilità sono state addossate a questi funzionari.

Una vittoria per l’ astuto Claudio Fazzone, ex agente di Polizia che, dall’ essere autista di Nicola Mancino quand’ era ministro dell’ Interno, sale in tempo sul cavallo berlusconiano, viene eletto nel consiglio regionale della Giunta Storace e così si coltiva il suo feudo di voti. E lo scudo berlusconiano lo protegge.
Nadia Lombardo

(Tratto da L’Unità)